Finita la festa "gabbatu lu Santu", E' proprio il caso di dire parafrasando questo antico motto. Dopo la magniloquenza delle chiacchiere per l'intitolazione, è necessario mettere ancora una volta i piedi per terra, o meglio le chiglie in acqua, quando è possibile perchè si può anche toccare sabbia. E' così per le imbarcazioni che hanno bisogno di un fondale più profondo per poter navigare attraverso l'imboccatura del porto-canale (chiamiamolo così per il momento) intitolato a Jole Santelli. Ne avevamo già accennato in un nostro precedente articolo sull'argomento "intitolazione" e la riprova ci viene dalla dichiarazione di un caro amico, che di nautica se ne intende parecchio, lasciata su una chat di un noto social. Ecco uno stralcio dellla sua sconfortata e sconfortante nota:
Oggi per la prima volta,dopo 42 anni di nautica ininterrotta, ho disarmato la barca. Considero la stagione finita prima di iniziare. Per entrare in darsena ho aspettato il picco massimo di marea che visto il periodo è notevole. Non è stato possibile senza l'ausilio di un potente gommone che facendomi sbandare con la drizza mi ha permesso di avanzare facendo qualche solco (sul fondo). Ho letto un grande cartellone PORTO TURISTICO.... Di cosa? di barchini estivi per lo più abusivi che scompigliano le darsena.Vi raccomando al prossimo evento tutti sotto il palco ad applaudire i nostri amministratori, tutti convinti del loro ottimo operato".
Aggiungiamo che la manovra descritta può essere affrontata da un navigatore esperto, altrimenti si rischia di finire sugli scogli o di insabbiarsi.
E pensare che sulla stessa chat il giorno della "grande festa" alcuni si erano lasciati andare a lodi sperticate (che sapevano tanto di lecchinaggio) per gli amministratori, dal sindaco all'ultimo dei consiglieri, per la capacità, l'impegno ecc ecc. Bene, registriamo quest'altra debacle e restiamo vigili su ciò che viene perpetrato ai danni dei contribuenti con spese inutili e pesanti e su quanto di illecito si sta tentando di realizzare all'interno dei Laghi di Sibari, altro che cozze, quelle almeno erano utili perchè purificavano le acque.
Antonio Michele Cavallaro