(Foto 1) Ierimattina ai Laghi di Sibari si è assistito ad una sceneggiata dal sapore tragicomico. Doveva essere secondo le anticipazioni di Lega Ambiente la celebrazione della giornata denominata “Puliamo il Mondo” durante la quale dare una dimostrazione di come si può agire in determinati aree per fare pulizia di ciò che i soliti “sporcaccioni” lasciano in giro appunto “nel mondo”. Guarda caso, ma non certo “a caso” si è scelto di far pulizia nelle acque dei Laghi di Sibari, “infestate” dalla presenza di pericolosi allevamenti di cozze situati all’interno del bacino artificiale in un angolo dove non danno fastidio né alla navigazione interna, né all’ambiente. Come forse non molti sanno le cozze sono definite “spazzine del mare perché per nutrirsi assorbono e filtrano l’acqua marina per questo motivo è importante che vengano allevate in acque pulite…. svolgono una importantissima funzione di arricchimento dell’ecosistema marino, sono dei veri e propri depuratori naturali che purificano l’acqua trattenendo l’anidride carbonica per formare i gusci”. (Foto 1) Detto questo anche l’imbecille di turno comprenderà che per poter allestire un allevamento di questi mitili, il controllo delle acque da parte delle autorità preposte è continuo e serio. Ciononostante, molti, facenti parte della categoria succitata, insistono nel fare lotta senza quartiere agli allevatori. Che “Laghi di Sibari” sia un bacino artificiale nato per la nautica e non certo per allevare cozze è arcinoto e visivamente, che diamine, potrebbe non essere un “belvedere”, ma se si pensa all’azione purificatrice cui facevamo cenno prima, tutto sommato non è un “ingombro” insopportabile. Bisognava trovare un motivo diverso a cui, sempre i soliti di prima, potersi appigliare, e così ti organizzano qualche settimana fa, una sortita con dei sommozzatori e pescano proprio sotto l’area incriminata qualche decina di reticelle di plastica (non migliaia come la TV di stato ha ampiamente notificato al mondo intero), sfuggite agli operatori durante la fase di lavorazione nell’allevamento. Certo può succedere una cosa del genere e se accade deve essere notificata, nel caso pretendere che venga fatta pulizia, ma questa semmai è una mancanza dell’uomo e non certo delle incolpevoli cozze.
(Foto 2) Non sappiamo se per la prima incursione in immersione e per quella di ieri proprio nello specchio d’acqua di competenza della “Fago Ittica Società Cooperativa” di Taranto che gestisce gli impianti delle cozze, sia stata chiesta un’autorizzazione, fatto sta che ieri dopo diversi giri inutili all’interno del bacino con alcune imbarcazioni al seguito, il natante che ospitava i sub di Lega Ambiente si ferma a ridosso degli allevamenti (Fig. 2)e tenta l’ormeggio proprio ad una delle grandi boe che sorreggono i filari dei mitili posti sott’acqua. Il proprietario dell’impianto su un gozzo lì vicino si allarma per i possibili danni che quella manovra poteva causare ma acconsente comunque, anzi aiuta nella manovra fissando personalmente la cima alla boa. I sommozzatori intanto si tuffano in acqua e vanno decisamente sotto le reti tubolari* dette “calze” all’interno delle quali il novellame vive e cresce, (si verificherà poi se nel loro agire abbiano causato danni), quindi del tutto legittima la presenza del proprietario nella zona per i normali lavori già dal primo mattino, che allarmato per quel via vai di barche nel bacino a ridosso dei suoi impianti si era avvicinato, ignaro, tra l’altro, dell’ordinanza municipale che vietava la navigazione in quella giornata. Non doveva forse l’ufficio preposto inviargli una comunicazione come ha fatto per tutte le altre organizzazioni ed associazioni presenti nei Laghi, visto che abitualmente la sua sede non è in loco? Lasciamo questo all’interpretazione di chi ci legge.
Mentre tutto ciò accadeva dall’imbarcazione dei sommozzatori una guardia ittica comunicava al proprietario dell’allevamento che la polizia municipale gli intimava, per suo tramite, di allontanarsi immediatamente perché non aveva rispettato l’ordinanza comunale, questi si rifiutava ovviamente essendo lì non per passare il tempo ma per salvaguardare la sua proprietà dai possibili danneggiamenti; ed a questa punto la vicenda, che si poteva considerare banale, si tramuta in farsa grottesca. Da una un’altra vicina imbarcazione proviene un grido stentoreo ma leggermente stridulo: “Uscite immediatamente, non potete stare lì, vi è un’ordinanza di divieto di navigazione per i non autorizzati, USCITE IMMEDIATAMENTE, ho chiamato la finanza”. Gli sguardi di tutti vanno nella direzione da dove proviene il COMANDO ed è il sindaco Giovanni Papasso che in tutta la sua possanza sulla prua del piccolo yacht che lo ospita insieme ad altri, con una mano alzata e con l’altra reggendosi ad una cima sembra brandire una sciabola e ordinare l’arrembaggio. Beh lo scrivente, ospite del proprietario sul suo gozzo, a stento riusciva a trattenere una grassa risata. Pirandello stesso non avrebbe sicuramente potuto immaginare una scena simile.
(Foto 3) A quel punto per evitare ulteriori sceneggiate il giovane responsabile della Fago Ittica Coop, decide di uscire dal bacino, così sulla scena rimane solo un solo protagonista, chissà se la telecamera di RAITRE è riuscita a riprendere il tutto. Naturalmente intanto i sub terminano il loro giro subacqueo, non trovando alcunché nei fondali, ma poi tanto per giustificare la loro presenza di “pulitori” vanno a “passo pinnato” (Fig 3) fino al bordo del bacino e raccattano qualche bottiglia di plastica e pochi “reperti” (Fig 4) che galleggiavano e che si sarebbe potuto raccogliere tranquillamente dalla riva senza il dispiegamento di un’intera armata.
Quel che accade subito dopo, anche questo ha un po’ del grottesco, i vigili municipali aspettano al varco gli occupanti del gozzo, chiedono le generalità e stilano un verbale, nel mentre per dare probabilmente manforte, arriva il sindaco sempre scortato dai suoi fans, sopraggiungono più tardi carabinieri e finanzieri ed è aspettando anche i bersaglieri con le baionette inastate che lentamente cala la tela.
Questo il rendiconto della giornata “PULIAMO IL MONDO” di Lega Ambiente, bene avrebbe fatto ad andare a scandagliare cosa esce dal Crati, autentica cloaca a cielo aperto o a controllare cosa viene fuori da certi depuratori in giro per tutta la provincia.
Abbiamo raccolto al volo la dichiarazione del presidente della sezione della Lega Navale Italiana dei Laghi di Sibari, arch. Ferruccio Lione, che riportiamo perché nella sua sinteticità esprime perfettamente il risultato di una giornata “inutile”:
Giornata nera per i Laghi di Sibari, pensata e provocata da qualcuno che ha voluto speculare sull'evento, strumentalizzando Legambiente che ha pure ritenuto di fare una manifestazione simbolica. La verità è stata rilevata anche direttamente da noi che abbiamo inteso aderire: delle migliaia di retine di plastica annunciate nello scorso comunicato di Legambiente in settembre, non ve n'è traccia! Praticamente, dopo un'intera mattinata è stata riempita dai sub solo quella busta gialla che si vede nel servizio TG RAI che anch'esso perpetra, purtroppo, una grande bugia! Questa Sezione LNI si vergogna per coloro che hanno montato questa immagine negativa a discapito del nostro Centro Nautico di eccellenza. Sulla presenza dell'allevamento delle cozze in zona turistica e nautica abbiamo anche noi grandi riserve, ma certo é che, prima di ogni altra cosa, teniamo all'integrità dei Laghi di Sibari. Si rischia di buttare l'acqua, bambino compreso.
Dimenticavamo, dulcis in fundo, si ringrazia anche la RAI che ancora una volta ha ben disinformato i teleutenti paganti il canone.
Antonio M.Cavallaro
*Le cozze vengono allevate all'interno di reti tubolari in polipropilene chiamate “calze”, rette da corde lunghe tra i 2 e i 5 metri. Il reclutamento dei piccoli, detti “seme”, generalmente avviene in natura, lasciando che i molluschi colonizzino le strutture
(Foto 4)