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Sanremo. Evviva o' festival e ... meno male che è finito

ERMAFRODITO DORMIENTE.jpgAnche questo Sanremo volge alla fine. Devo essere onesto, non ho assistito a tutte le esibizioni, quindi il mio giudizio sulla qualità dei brani può limitarsi solo su quelli che ho ascoltato, quindi non mi esprimo, anche perché se lo facessi potrei risultare indigesto così come indigesto mi é sembrato molto di quello che ho visto ed ascoltato. Amadeus è un uomo brillante, parla benissimo, non perde ritmo, effettivamente fa il suo mestiere con garbo e professionalità, ha messo insieme un gruppo molto eterogeneo di artisti, in modo da accontentare un po' tutti, dai giovanissimi ai "vecchietti", quelli che il rock l'hanno vissuto fin dalla sua apparizione, quindi non si fanno facilmente infinocchiare da strilli e da contorcimenti, cose che già si vedevano 50 e passa anni fa.

La scelta delle co-conduttrici e degli ospiti è stata molto interessante, Amadeus non ha dimenticato il politically-correct, quindi tutti presenti dai gay ai trans e altri generi che non conosco molto bene, io sono fermo al maschile, al femminile e all'omosex, sono di epoca diversa, così abbiamo dovuto beccarci i sermoni dell'italianissima attrice di colore, che non conoscevo, Lorena Cesarini, e di una certa Drusilla che parimenti non conoscevo e mi scuso per queste mie mancanze inammissibili. Così ora abbiamo scoperto di essere razzisti e pure ignoranti. Poichè ho vissuto all'estero molti anni sono abituato ad espressioni come quelle citate dalla Cesarini, rivolte però all'indirizzo di  gente "bianca" in Africa, nei paesi arabi, in Iran, dove sono stato per lavoro e non per vacanza. Le elucubrazioni della Drusilla (non ho capito se intersessuale, travestito androgino, transessuale o transgender o chissà che) non mi hanno scalfito. Certo una personalità interessante, così come molti degli ermafroditi della Grecia classica; la si potrebbe considerare una novella Artemide (la Diana dei latini) che secondo alcuni era una vergine asessuale, secondo altri una lesbica piena di amanti, gli studiosi ritengono venisse venerata da gay e lesbiche proprio per questo. Quindi avremmo un personaggio bi-tri-valente, magnifico, da cui imparare. Non credo, invece, di aver imparato qualcosa di nuovo in queste tre serate (l'ultima me la risparmio). Così come avremmo continuato a vivere tranquilli (Covid e terrorismo da Covid permettendo) anche senza certe canzoni e certe musiche. Ieri sera, ma forse è meglio dire ieri notte, sono stato raggiunto da un messaggio di un amico particolarmente arguto, Emilio PANIO, insegnante, giornalista e poeta a tempo perso, che non posso fare a meno di invitarvi a leggere. Inutile dire che lo condivido. Spero che non me ne vogliate per il modo di considerare il Festival e se qualcuno si sentisse offeso, chiedo tosto scusa.

Antonio Michele Cavallaro

(Immagine in alto: Ermafrodito dormiente, copia romana di un'opera di età ellenistica del II sec. a.C. dallo scultore Policle)

 Il pensiero di Emilio Panio

SARREMO (2022)

E mò tutti dalla parte della gente di colore. Tutti progressisti che amano l’attore che si traveste. Tutti anti-scandalo.

E poi dicono che non esistono più i miracoli. Esistono eccome e vanno in scena a febbraio. Meglio se sull’altare di Mamma Rai. Ci pensano i sermoni delle vallette di Amadeus a infiammare le nostre coscienze. Così, d’improvviso, c’era una volta il razzismo nell’Italia dei barconi da rimandare indietro e dei morti nel Mediterraneo. Cinque minuti di diretta Tv ed è fatta.

Achille sale sul palco e promoziona il nuovo disco battezzandosi e noi che, da bravi illuministi occidentali, ci scandalizziamo per quei bigotti che sentono offesa la loro fede cristiana. Dieci minuti di discreto Teatro e addio alle volgarità su travestiti, gay e diversità varie. Un perfetto sconosciuto (ai più) fino all’altro ieri diventa una sorte di eroe/eroina nazionale. E giù applausi pure quando, come replica a una battuta casereccia della Zanicchi (Mi sa che tu hai altro più di me, o giù di lì), il nuovo lume italiota ci regali un Si, sono colta (una cafonata senza se e senza ma).

Intanto i calabresi si incacchiano per lo sceneggiato La sposa e per Zalonerei di rappresentare i presunti e peggiori luoghi comuni sulla Calabria (notorio paradiso in fatto di economia, strutture pubbliche e cultura della legalità). Ma ci sta, dai: a febbraio la fiera è questa e tutto davvero sembra reale. Anche quest’Italia migliore che si arma per le crociate che partono dal palco del Festival della Canzone. Ovviamente solo battagliando sui Social eh, se no pare brutto.

Il Carnevale generale comincia così. E non è manco tanto malaccio. Riesce perfino a risparmiarci per qualche giorno le trasmissioni sul Covid (per i cui nostalgici ci pensa Rete4 a ricordarci che tutto va male e che la gente morirà di fame più che per il virus cinese). Un solo imperativo: crediamoci. E guai a pensare che sia solo una grande farsa in cui anche i valori più alti sono usati per raccattare sponsor. Può starci, no? E del resto cosa aspettarsi di più da un teatrino prodotto in un paese che ha per nome quello di un Santo che non esiste (e in effetti ha come Santo Patrono, Romolo…).

Ci può stare e stiamoci (per la cronaca, a me è piaciuta tanto la canzone Abbi cura di te – che infatti è quasi ultima in classifica).

 

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