Eurostat, ovvero l'Ufficio Statistico dell'Unione Europea, ha certificato che la Campania e la Calabria, sono tra le prime quattro regioni in Europa con la quota più alta di persone a rischio povertà ed esclusione sociale, il dato, è riferito al 2022. La Campania è seconda a livello europeo, dopo il Sud-Est della Romania, con il 46,2% contro una media europea del 21,6%. La Calabria, invece, preceduta da un'altra regione rumena, si attesta al quarto posto con il 42,8% della popolazione a rischio povertà ed esclusione sociale. Dati da fare tremare i polsi, che dovrebbero indurre a rimettere la palla al centro. E invece, si continua a sbandierare una realtà che non c'è, un mondo virtuale che cozza con i numeri sopracitati.
La Calabria felix, nell'immaginario di qualcuno, una vera e propria eden. Il 42,8%, della popolazione calabrese a rischio povertà, non è una nostra invenzione, sicuramente allarmante perché denotano contesti economici non felici, dove le difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, ma anche le difficoltà dettate dai rincari, possono spingere verso un trend con risvolti negativi sul tessuto sociale delle regioni più a rischio. Anche quelle realtà produttive, in tale contesto, si ritrovano a fare i conti e subire una recessione economica senza precedenti. Altro tema, non di poco conto, e' quella legata allo spopolamento delle aree interne,ossia i comuni più periferici sia a livello geografico sia per la possibilità di accedere ai servizi essenziali.
In Italia le aree interne costituiscono una parte rilevante del Paese, coprendo quasi il 60 per cento della superficie nazionale. Allo stesso tempo, le aree interne sono abitate solo dal 23 per cento della popolazione nazionale: per queste persone abitare in zone del genere significa spesso avere meno opportunità nella propria vita, come l’istruzione e il lavoro, e meno disponibilità di servizi, come ospedali o altri centri di cura. Queste zone scontano quindi un divario significativo rispetto alle altre nel nostro Paese. Anche il PNRR, presentato come la panacea di tutti i mali, è stato usato con la vecchia logica delle opere pubbliche, spesso ripetitive e inutili. Ancora una volta, si è persa un occasione!
Francesco Garofalo
Giornalista