Lo scorso venerdì 28 giugno a Cassano Ionio nella piazza antistante quello che pomposamente fu chiamato “Palazzo di città” dall’allora sindaco Gino Bloise, colpevole di quella mostruosità architettonica, alla presenza di pochi "intimi" e antichi compagni di merende, si è proceduto ad una ulteriore intitolazione proprio di quel luogo a Salvatore Frasca, già sindaco, senatore, presidente della Cassa marittima e qualcos’altro che non ricordo. Cariche politiche e incarichi, anch’essi politici, che permisero al personaggio di creare un’intricata rete di clientele e di contrapposizioni, anche fratricide, in Cassano e non solo. Posso tranquillamente affermare che io c’ero da quando, ancora giovanotto, cominciò la sua scalata alle “gerarchie” politiche nel Partito Socialista. Si fece fama di “rivoluzionario”, perché rifiutò la “cartolina precetto”, cioè la chiamata al servizio militare che all’epoca era obbligatorio. Fu un gesto eclatante che ebbe però, subito dopo, i previsti sviluppi di legge a suo discapito, ma che gli fruttò la fama, immeritata, di intrepido “capo-popolo”. Era facile di parola, trascinatore di folle, ma allo stesso tempo, capace di inciuci e azioni furbesche che gli permisero di fare una carriera politica niente male, tenendo quasi da subito la famiglia ben lontana dal paesello che gli aveva sempre dato il massimo dei consensi. Giustamente, aveva bisogno di relax quando tornava a casa, quindi San Nicola Arcella e Cosenza erano due luoghi dove poteva tranquillamente ricevere anche qualcuno dei membri di facoltose famiglie della politica calabrese, per combinare qualche scherzetto magari anche ai danni di altri elementi dello stesso partito socialista a cui apparteneva, ben al riparo da occhi e orecchi dei cassanesi rompicoglioni.
Tutta una serie di fatti e fatterelli che a Cassano, e non solo, sono ben conosciuti. Alcune di queste “vicissitudini” hanno coinvolto anche l’attuale sindaco di Cassano, e il volantino che porta la sua firma da me custodito in un cassetto di una vetusta scrivania, ne è la prova lampante. Il Papasso, diciamo la verità, deve tutto al senatore compagno Frasca, perché fu proprio lui a “ficcarlo” nell’amministrazione comunale ancora 20enne o poco più, dandogli l’incarico di “assessore ai lavori pubblici”, gli permise i primi contatti con la politica provinciale che contava, salvo poi, schierarglisi violentemente contro.
Il Salvatore entrò in collisione con chi lo aveva preceduto a Cassano nel PSI, Gino Bloise, creando di fatto due anime pseudo-socialiste. Una corrente “bloisiana” legata all’organizzazione centrale del partito ed una “fraschiana” con la creazione di una sezione socialista autonoma intestata a Giacomo Brodolini, (morto nel ’69, era stato ministro del lavoro e strenuo sostenitore dello Statuto dei lavoratori). Il contrasto fra Bloise e Frasca creò divisioni profonde fra i loro sostenitori e nel braccio di ferro che si venne a creare, per poter mantenere il controllo dell’Amministrazione comunale, fu sostenuto addirittura dalla DC, e proprio in quel periodo si formarono delle giunte condivise con sindaci che andavano bene ad ambedue le fazioni politiche: Pietro Di Benedetto e Benito Bernardo. Ad un certo punto, però, se la memoria non m’inganna, l’idillio tra Frasca e la DC (Peppino Aloise ed altri) si ruppe perché all’orizzonte si affacciò il giovane rampante e assetato di potere, Gianni Papasso, che abbandonato il suo Vecchio anfitrione (Frasca) si lanciò in prima persona alla caccia della sindacatura e fu appoggiato, guarda un po’, dalla voltagabbana DC, purtroppo per lui la spuntò Frasca e il Gianni dovette rimettere le pive nel sacco. Il volantino che avrete già letto, ma che vi ripropongo a piè di pagina, la dice lunga sull’amore e la stima che correva fra i due.
Ritornando a Frasca, visto che all’intitolazione erano presenti componenti della famiglia Gentile, bisogna ricordare il comportamento estremamente cattivo che il Salvatore, detto “u niru” per la sua carnagione scura, tenne nei confronti del fratello di Pino Gentile, il senatore Tonino Gentile e dello stesso Bloise quando costoro furono coinvolti in alcune beghe giudiziarie che portarono addirittura all’arresto di Bloise. L’allora sindaco Frasca, con la scusa dell’inaugurazione di alcuni lampioni fece girare la banda per le strade di Cassano in segno di giubilo. E non voglio soffermarmi sul dissesto che lasciò in eredità a chi amministrò dopo di lui il comune, un comportamento per il quale l’unico aggettivo meno volgare che riesco a trovare è “indegno”. Questo è stato il signore a cui ora si intitola una piazza. Bravo Gianni, ne hai combinata ancora una delle tue. Ce la stai mettendo proprio tutta, ma tranquillo sarai ricordato anche tu più o meno per gli stessi motivi per cui è ricordato il tuo maestro.
Ho accennato brevemente a fatti che hanno scombussolato la politica cassanese provocati da personaggi che si dicevano “socialisti” ma che col “SOCIALISMO” vero, non avevano nulla a che fare; hanno solo approfittato del simbolo e del momento favorevole per sistemare sé stessi e qualche scagnozzo, vero Gianni? Tu si che hai imparato bene la lezione! Ma tornerò sull’argomento, soprattutto per ricordarlo ad alcuni bravi giovani che potrebbero essere ammaliati dal canto “stonato” di una sirena che ha poca acqua nell’acquario e dà gli ultimi colpi di coda prima della definitiva fine. (A.M.Cavallaro)
COMUNICATO DI ARTICOLO 21
Le urne vuote, le piazze anche. Un grande flop è andato in onda ieri in Piazza Municipio.
Protagonista della serata come sempre il sindaco Papasso nel ruolo dello smemorato di Collegno, che solo qualche lustro fa firmava volantini al vetriolo contro il Senatore Frasca (perché bramava dal desiderio di fargli le scarpe) ed oggi ne tesse le lodi.
La comunità di Cassano non è cascata nella trappola e, dando prova di grande maturità, ha rispedito al mittente il tentativo goffo di riscrivere la storia.
Al di là di quello che qualche imbroglione vorrebbe far apparire, la gente di Cassano ha ignorato completamente l’iniziativa della intitolazione e, se non fosse stato per il senatore Rapani - il quale è venuto a certificare la partecipazione a pieno titolo di FdI nella maggioranza Papasso con i suoi rappresentanti - o di esponenti delle famiglie Principe e Gentile - i quali sono venuti a rendere riconoscenza al defunto Frasca per i loro trascorsi passati - o per i figli dello stesso senatore defunto che hanno avvertito la necessità di venire a rendere onore a Papasso, si sarebbero davvero trovati quattro amici (davanti) al bar con il gaudente segretario cittadino del PSI Mungo.
Potete anche intitolarvi tutte le piazze e le strade di Cassano, ma dovete chiamare i vostri amici di fuori paese (anche loro come voi affetti da vuoti di memoria), perché non lo farete mai nel nome dei cassanesi.
Comunicato Stampa dell' Amministrazione comunale
Al termine di una cerimonia solenne e piena di nostalgia Piazza Municipio ha assunto ufficialmente la denominazione di Piazza Salvatore Frasca per ricordare l’ex parlamentare e sindaco a cui per decenni sono stati legate le sorti della Città di Cassano All’Ionio e di cui ancora oggi si vedono gli effetti della sua amministrazione. Un evento molto partecipato che ha portato nel capoluogo della cittadina sibarita tante personalità che hanno fatto la storia di Cassano, della Calabria e dell’Italia intera.
La manifestazione, coordinata dal giornalista Mimmo Petroni, si è aperta con la lettura delle motivazioni dell’intitolazione affidata all’assessore Annamaria Bianchi, tanti poi sono state le personalità che si sono succedute sul palco per omaggiare il ricordo del senatore ed ex sindaco di Cassano Salvatore Frasca e culminati col ricordo “familiare” affidato alla figlia, Stefania Frasca. Scoprimento della targa, infine, affidato proprio a lei e al sindaco Papasso ai quali si sono uniti, in modo figurato, tutti i presenti. Benedizione, infine, affidata a don Nicola Arcuri della Diocesi di Cassano all’Jonio.
Tantissime le autorità presenti: Claudio Signorile, ex ministro dei Trasporti, Sandro Principe, già parlamentare, assessore regionale e sindaco di Rende, Pino Iacino, già sindaco di Cosenza e assessore regionale, Pino Gentile, ex assessore regionale e sindaco di Cosenza, Ernesto Rapani, parlamentare, i sindaci di Cosenza Franz Caruso, di Trebisacce Franco Mundo, di Malvito Francesca D’Ambra. Presente anche la giunta comunale al completo e tanti rappresentanti del consiglio comunale con in testa il presidente del consiglio Lino Notaristefano.
Tanti anche i referenti presenti delle forze dell’ordine (il Commissariato di Polizia di Castrovillari col commissario capo Tedeschi, il Gruppo della Guardia di Finanza di Sibari col Luogotenente De Marco, i Carabinieri della Compagnia di Cassano con il maresciallo Schena e la Polizia Locale di Cassano con la comandante Aiello), delle associazioni e delle sigle sindacali (Giuseppe Guido segretario della Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno, Michele Tempo segretario della Camera del Lavoro della Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno, Benedetto Di Iacovo della Confial) oltre a tantissimi cittadini accorsi per ricordare il senatore e tutto quel periodo di storia politica italiana, calabrese e cassanese che al suo nome è legato. Presente anche tutta la famiglia Frasca molto commossa per il ricordo che la città e l’amministrazione comunale hanno voluto tributare al compianto papà.
Tutti nel loro intervento, hanno ricordato il ruolo avanguardistico e innovatore delle scelte politiche di Frasca oltre che l’impegno antimafia che ancora oggi è vivo e presente. Basti pensare alle confische da parte dello Stato dei beni appartenenti all’ex boss della Sibaritide Giuseppe Cirillo che ancora oggi stanno diventando beni in corso di restituzione alla collettività. Una operazione all’epoca innovatrice che porto anche alla nascita della legge Vassalli, allora ministro di Grazia e giustizia, recante disposizioni in merito all'amministrazione e la destinazione dei beni confiscati, ma hanno anche plaudito alla scelta della giunta Papasso di ricordare personalità importanti che hanno fatto la storia della cittadina jonica.
Proprio il sindaco Papasso nel suo intervento ha ricordato il suo impegno antimafia e, in generale, come si sia battuto strenuamente per i diritti delle classi più deboli e si è speso per l’affermazione dei principi di democrazia, giustizia e libertà, in un’epoca segnata da forti squilibri sociali e disuguaglianze. «Da uomo coraggioso e determinato – ha rimarcato nel suo intervento – si è particolarmente distinto nella lotta contro i poteri forti, la mafia e la delinquenza organizzata. È giusto intitolargli – ha ribadito il primo cittadino –questo sito che è stato realizzato nel corso della sua sindacatura ed è, a pieno titolo, il luogo ove egli si sforzava di far capire ad una moltitudine di uomini e donne di Cassano, accorsi per ascoltarlo, che si può essere soggetti attivi della storia e non massa inerme, che passivamente subisce il potere altrui. Il nome di Salvatore Frasca, per l’amministrazione guidata dal sindaco Papasso, rievoca quei valori universali di libertà, democrazia, giustizia, uguaglianza e fratellanza, che si intende promuovere e riproporre, soprattutto alle giovani generazioni che, considerato il periodo di grave crisi culturale e sociale, hanno più che mai bisogno di riscoprire e far propri tali principi, per affrontare meglio il presente e prepararsi a gestire il futuro».
Di seguito invece quello che pensava veramente di Frasca il nostro mendace Gianni.