Tutti si lamentano che in Italia giustizia è una parola priva di significato, con processi civili ed amministrativi che durano decenni, mentre i procedimenti penali che si estinguono per prescrizione sono oramai la maggioranza. Una situazione vergognosa che grida vendetta e che da decenni attende invano una soluzione.
Ma se ci spostiamo in Europa la mala giustizia è ancora più radicata e la dimostrazione più lampante è costituita dal comportamento assurdo della Corte dei diritti dell'uomo che, chiamata a pronunciarsi sulla vicenda Berlusconi e la sua presunta ineleggibilità, nonostante la notorietà del personaggio e l'importanza della questione, si è riunita dopo oltre 4 anni dalla richiesta e sono previsti almeno 12 mesi per conoscere la sua decisione, che, vogliamo sottolinearlo, avrebbe effetto immediato in Italia con esiti dirompenti sul clima politico, ora che in previsione delle prossime elezioni i sondaggi collocano il rampante cavaliere in pole position.
Ma il record dei ritardi spetta al sottoscritto, il quale attende una pronuncia della Corte europea dal 2009, dopo che il suo ricorso era stato dichiarato ricevibile (capita in meno del 3% dei casi). Nel frattempo ho espiato interamente una pena degna di un boss e se prima o poi arriverà l'attesa decisione, allo Stato questo ritardo costerà circa un milione di euro di risarcimento, che saranno naturalmente devoluti in beneficenza.
Achille della Ragione