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Intervista con Manuela Mastrota: pedagosita e scrittrice per l'infanzia

Manuela Mastrota.jpgNarrativa per l’infanzia: Le avventure di Bava, fuga in città

Manuela Mastrota: l’infanzia rappresenta  

la speranza   in termini   di crescita   e di futuro

Negli ultimi anni alla narrativa per l’infanzia è stato riservato maggiore spazio dagli editori e più attenzione da parte di autori specializzati alle opere destinate al vasto pubblico dei bambini e dei ragazzi. Gli obiettivo di tali opere mirano principalmente allo sviluppo affettivo, a quello psicomotorio, cognitivo e a quello della socializzazione all’interno e al di fuori della scuola.

È questo anche l’obiettivo di Manuela Mastrota col suo Le avventure di Bava, fuga in città.

All’autrice abbiamo rivolto alcune domande per approfondire le tematiche trattate.

1- Lei è pedagogista: in che senso? Sotto quale profilo? Come studiosa o come

autrice di testi per l’infanzia?

<Mi sono laureata in Scienze dell’educazione e poi specializzata, ho aperto per qualche

anno   uno   studio   di   consulenza   e   in   seguito   ho   sempre   lavorato   e   continuato   a formarmi sia per accrescere le mie competenze sia per seguire la mia passione quale

scrivere storie per bambini, arrivando a pubblicare la mia prima fiaba per il gruppo

Albatros   il   Filo.   Penso   che   nel   mio   caso   le   due   strade   oggi   seguano   un   unico percorso>.

2- Si   interessa   di   genitorialità, della   crescita   dei   bambini   e   del   loro   mondo infantile: perché?

<L’infanzia   è   ciò da   cui tutto parte, rappresenta   la speranza   in termini   di crescita   e futuro. Curarsi dei bambini significa avere a cuore il domani. Spesso i genitori mi chiedono di parlare con i loro figli per intimorirli o sgridarli, non capendo che il vero lavoro va fatto proprio su di loro o meglio su di noi GENITORI, quindi se dovesse mai esserci qualcuno da sgridare, quasi certamente non sarebbero i bambini! Sono gli adulti   ad   essere   d’esempio   per   i   propri   figli, i   bambini/ragazzi   in   generale, quindi sono le mamme e i papà che necessitano principalmente di supporto, confronto e una guida. Un bellissimo proverbio secondo la quale “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” mette a fuoco quanto serva la collaborazione per prendersi cura di un bambino>.

3- Lei   nutre   trasporto   e   curiosità   verso   il   mondo   infantile: tali   interessi   e sentimenti in che modo li estrinseca?

<Per avvicinarmi concretamente e con varie iniziative al mondo infantile e incantato

dei   bambini, ho   creato   inizialmente   un   personaggio: “Tata   Mancina”. Tata appunto riferito alla cura e Mancina perché sono mancina. Grazie a lei, tra le altre cose, ho iniziato a leggere per i più piccoli e spesso indossando un abito un po' fatato che aiuta loro e me nel proiettarci maggiormente nel mondo magico delle fiabe>.

4- Ritiene che i suoi interessi letterari per i più piccoli possano coincidere con le

esigenze   cognitive   dell’universo   infantile?   In   che   modo, in   quale   misura   e perché?

<Penso   proprio   di sì   e   soprattutto me   lo auguro. Quando vogliamo comunicare con qualcuno, chiunque egli sia, dobbiamo necessariamente parlare la stessa lingua, usare lo stesso codice comunicativo. Usare un linguaggio “fiabesco” introdurre fate, mostri, ambienti fantastici, colorati ecc... ci permette di proporre argomenti, esempi e mi sia permesso   il   termine,   importanti   lezioni   da   trasmettere.   Soprattutto   per   relazionarci con i più piccoli dobbiamo imparare a prenderci meno sul serio!>

5- Secondo   lei   l’incrocio   tra   il   mondo   incantato   dell’infanzia   e   lo   studio   delle scienze pedagogiche possa aiutare i piccoli nel loro sviluppo psichico, fisico ed umano? Perché? Ne ha avuto conferma sperimentale?

<Assolutamente sì; attraverso le fiabe il bambino si identifica con i personaggi, si cala

nelle varie situazioni, conosce   il   male   e   il   bene   che   si   incarnano   nei   più   svariati personaggi.   Lo   psicoanalista   Bruno   Battelheim   analizza   il   significato   psicologico della fiaba raccomandandone proprio l’uso a genitori ed educatori>.

6- Ai fini   dei   suoi   interessi   culturali   e   professionali   ritiene   di   essere   più   brava come docente, autrice di fiabe per l’infanzia o per qualche altra specificità?

<Come   maestra   penso   di   avere   ancora   molta   strada   e   spero   di   poter   crescere   ogni giorno apprendendo dai miei colleghi e traendo da ogni esperienza il più possibile. Un’esperienza lavorativa che mi ha davvero formata e cambiata umanamente, è stato lavorare in   una struttura   per minori abusati e maltrattati;   mettersi   alla   prova quotidianamente con certe dinamiche ti dà la possibilità di dare la giusta importanza a molte cose che purtroppo diamo per scontate. Come autrice lascio che la passione e l’ispirazione   facciano   il   loro   corso, la   cosa   migliore   per   riuscire   in   qualcosa   è ascoltarsi e seguire le proprie tendenze in modo pulito e sincero. Poi mi auguro che il campo in cui io possa riuscire al meglio sia quello di mamma>.

7- Al termine di Le avventure di Bava, qual è l’obiettivo didascalico per i suoi

giovanissimi lettori?

<Vorrei   che   come   Bava, ogni   lettore   possa “vedersi” realmente   e   accorgersi   di possedere   già   tutto   il   necessario   per   essere   sereni,   di   avere   una   dote   speciale   una caratteristica   unica e irripetibile   e   puntare   su   quella.   Siamo   costantemente   alla ricerca   della   felicità   finendo   proprio   per   perderci   in   viaggi   interminabili   e   spesso vuoti. Alcune volte è sufficiente fermarsi e sviluppare semplicemente ciò di cui già siamo in possesso>.

8- La Tata Mancina. Come è stata accolta dai piccoli lettori?

<Tata Mancina è sempre accolta con molto entusiasmo, mi piace osservare lo stupore

sul volto dei piccoli>.

9- Dopo aver somministrato ai “piccoli lettori” le sue pubblicazioni ne verifica la

“comprensione” del messaggio educativo? In che modo? Con quali risultati?

<In   realtà   il   libro   è   uscito   a   maggio, attendo   ancora   un   po’ per   osservare   le   loro reazioni. Certamente saranno quelle che mi aiuteranno a capire molti aspetti da dover poi approfondire o modificare>.

Auguri a Manuela Mastrota per il futuro di autrice e ai suoi giovanissimi lettori e/o destinatari delle fiabe.

 Martino Zuccaro

Manuela Mastrota, Le avventure di Bava, fuga in città, Roma, Albatros, 2024. Per l'acquisto CLICCARE QUI'

 

 

 

 

 

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