Rossano e Corigliano ormai sono una città unica e la politica locale guidata dal giovane sindaco Flavio Stasi deve necessariamente avere una visione molto più ampia e mirata delle problematiche dell'intero territorio comunale e riflettere bene prima di intraprendere qualsivoglia nuova iniziativa dovendo prima di tutto risolvere le situazioni contingenti riguardanti l'ordinaria amministrazione che già di per se stessa richiede soluzioni rapide in quanto riguarda i servizi primari da dare ai cittadini.
Quindi in una situazione ancora non perfettamente consolidata ecco che qualcuno pensa già ad altri traguardi, addirittura ad una provincia denominata MAGNA GRAECIA con due capitali Crotone e, ovviamente CorSano. Potrebbe sembrare un'ottima cosa per svincolare la sibaritide dal cosiddetto Cosenza-Centrismo, di cui da sempre ci si lamenta, dimenticando che il problema riguarda non solo la sibaritide ma anche l'area pedemontana del Pollino. Recentemente il comitato promotore ha indetto un incontro presso l'hotel Roscianum al quale hanno partecipato alcune decine di persone con l'intenzione di aggregare nuovi "aficionados" attorno all'idea. Al ristretto gruppo di proponitori si sono aggiunti ora altri personaggi tra cui anche il presidente dell' <<Osservatorio Permanente sulla Gestione e gli Effetti della Fusione CoriglianoRossano>> Vincenzo Figoli. Ricordiamo che questo gruppo, molto autoreferenziale a mio modesto parere, nacque da una costola del "Comitato 100 Associazioni per la Fusione", che tanto fece per ottenere, appunto, l'unione dei due comuni, dal quale si staccò per motivi poco chiari, almeno a noi; ma la cosa è di poca importanza, importante è, invece, comprendere le motivazioni vere che hanno portato all'idea di una provincia che comprendesse l'attuale provincia di Crotone ed una parte del territorio del Nord-Est calabrese. Sappiamo tutti che le province sono state declassate e dovrebbero praticamente non esistere più, anche se continuano ad avere responsabilità pesanti sul territorio, quindi più che pensare ad una nuova alquanto improbabile provincia sarebbe il caso di riflettere sugli effetti positivi che potrebbe avere la nuova grande città sull'intero territorio della sibaritide-Pollino e lavorare almeno in questi primi anni a far crescere bene il "bebè", consolidare le peculiarità culturali, orografiche e, perchè no, sociali e politiche dell'area ionico-cosentina, che, non dimentichiamolo, comprende la maggior parte dei paesi di tradizione arberesh presenti in Calabria, e pensare, quindi, alla creazione di un nuovo modo di interpretare un territorio che comprenda le aree pedemontane del Pollino e della Sila greca. Crotone, del resto, non ha mai guardato con interesse verso questo territorio, basta guardare lo sviluppo della sua viabilità teso verso la Sila centrale e Cosenza, lasciando nel più completo abbandono i collegamenti verso il nostro territorio. Se si vuole rilanciare il crotonese sarebbe meglio pensare ad un piano di sviluppo e di promozione locale che mettesse meglio in evidenza le peculiarità che pure vi sono.
Giusto per fare un piccolo esempio, in quanti in Italia, ma anche in Calabria, conoscono il grande medico, astronomo e matematico italiano Luigi Lilio di Cirò, ideatore della riforma del calendario gregoriano, che rivoluzionò completamente il sistema di computo dei mesi precedente e che oggi è in vigore in tutto il mondo?
I corregionali di Crotone farebbero bene ad occuparsi di migliorare i servizi di loro competenza piuttosto che pensare a come utilizzare l'area della centrale elettrica dismessa di CorSano. Insomma sbandierando la "Lotta al centralismo" cosentino si vuole scegliere una centralità diversa, anzi nel caso proposto, una doppia centralità, quella di Crotone e quella di CorSano. Ritengo che l'area della sibaritide-Pollino sia abbastanza matura per potersi considerare area "privilegiata" con quelle giuste differenze che la rendono semmai ancor più interessante. Bisogna lavorare sinergicamente per fare di questo territorio fantastico abitato ed apprezzato già da Enotri, Greci, Brettii, Romani, Goti, Longobardi, Bizantini, ecc. un tutt'uno armonioso ed ospitale così come hanno saputo fare i nostri vicini lucani e gli amici del territorio meridionale delle Puglie che si sono letteralmente inventati il "Salento".
Pur non vedendo positivamente la creazione di una nuova provincia, per correttezza nei confronti dei nostri lettori pubblichiamo nell'allegato il comunicato inviatoci dal comitato promotore.
Michele Sanpietro
Le foto pubblicate ci sono state fornite dal comitato organizzatore e afferiscono all'incontro presso l'hotel Roscianum.