Ribadisco che non mi considero poeta, neanche di striscio, mi capita talvolta di buttare lì qualche frase e così ne escono dei pensieri magari strani, ma sempre di senso compiuto, almeno credo. Quindi non possono essere poesie, anche perché un giorno mi fu spiegato da una signora che si autodefiniva "poetessa", che la poesia per poter essere considerata tale deve contenere figure retoriche a bizzeffe: allegorie, antonomasie, catacresi e ipeboli poi, ah tante iperboli ridondanti, e metafore, tante, tantissime metafore e perifrasi, circonlocuzioni ... infatti, lo ammetto, quando leggevo qualcuna delle sue poesie, non ci capivo una beata m...azza.
Io, no, non sono capace di infilare dentro alle mie povere frasi quelle cose lì, chissà forse qualche volta, senza volere, qualcuna si ci é infilata a tradimento. Scusatemi, non era mia intenzione appesantirvi l'eventuale lettura. Così mi è capitata questa poesiola scritta anni fa (quanti non lo so perché non metto mai la data) dopo aver incontrato per caso una donna...quella donna e mi è venuto lo schiribizzo di proporla agli amici e, ovviamente, alle amiche, anzi alle amiche in primis. Grazie per avermi dato un po' del vostro tempo. (Tonino Cavallaro)
… e poi la vidi.
No, non era bellissima
Ma non potevi non vederla.
Alta eppure non imponente,
elegante, ma sobria,
dallo sguardo coinvolgente.
Idee, parole, immagini,
Dovevano essere a fiumi
Dirompenti dentro di lei.
Sentivo il suo afrore di donna,
essenza di donna senza timori
di verità, senza tentativi di occultamenti.
Chissà se fra immagini eteree
Nella sua mente c’era posto,
magari piccolo, anche per me?
Era una domanda, una richiesta muta
Che partì dalla mia anima e che aleggia ancora
Nell’aria fra i miliardi di domande
rimaste per sempre senza risposta.
Tonino Cavallaro