Il 26 Marzo scorso nella “Sala delle Feste” dell’Hotel Miramare Palace di Trebisacce si è tenuto, a nostro parere, uno dei più coinvolgenti concerti per pianoforte offerti nelle nostre contrade. Ad elargire ai numerosi presenti tesori di classe, tecnica, musicalità e alta capacità interpretativa è stata la concertista-compositrice M° Elina Cherchesova, ormai da anni cittadina di Trebisacce, la bella località sita tra i piedi del Monte Mostarico e la spumeggiante spiaggia ionico-cosentina. Di Elina Cherchesova abbiamo già detto in precedenti articoli in occasione di altri prestigiosi momenti musicali da lei magistralmente presentati, ma in questa occasione gli spettatori hanno avuto la possibilità di godere di due sue superlative composizioni.
Dopo aver eseguito da par suo due brani particolarmente complessi di Franz Joseph Haydn il primo, Sonata op.30 n.6 in do min. Hob XVI, n. 20 e di Sergej Rachmaninoff il secondo, Preludi op. 23, la M° Cherchesova ha eseguito il suo brano “Sonata” già in programma e poi, come regalo graditissimo, “Incantesimo” a conclusione della magnifica serata, per la quale non ringrazieremo mai a sufficienza il M° Francesco Martino, consorte della concertista, che dirige l’Accademia Musicale Gustav Mahler e che ha brillantemente organizzato l’evento.
Se si considera che la partecipazione al concerto era completamente gratuita, non possiamo che dire fortissimamente GRAZIE per aver dato la possibilità di assistere ad uno spettacolo di musica colta ad un pubblico composto anche da chi si avvicina da poco ad un tipo di musicalità di alto livello, offrendo occasione di notevole crescita culturale a tutti coloro che lo desiderano.
Durante la serata la nostra redazione è riuscita ad effettuare la registrazione (anche se in modo artigianale ma con un buon supporto digitale) dei brani composti dal M° Cherchesova e l’ha fatta poi ascoltare ad un sensibile e dotatissimo musicista-musicologo, il dott. Vincenzo Campana che dopo averli attentamente ascoltati e “analizzati” si è così espresso:
“Dal punto di vista armonico ed espressivo più che a livello virtuosistico strettamente detto, le due opere hanno colpito soprattutto per l’infinita gamma di sfumature, la ricchezza di timbri, di tocchi, di sfaccettature espressive elaborate al pianoforte, dove la concertista ha dimostrato notevole tecnica esecutiva, assoluta padronanza e controllo emotivo dello strumento.”
E’ bene specificare che l’analisi del dott. Campana è stata fatta solo con l’ascolto dei brani e senza gli spartiti, questo è doveroso dirlo, per comprendere meglio quanto le due composizioni abbiano colpito l’emotività e la sensibilità di chi la musica profondamente conosce e ama. La sua analisi continua così:
“La “Sonata” in fa min. composta con una struttura melodica e ritmica che si riallaccia allo stile di Prokofiev, si è aperta con una lenta introduzione sui registri della tastiera che ha creato un forte momento di suspence e intenso equilibrio dinamico. Tale stato di equilibrio ha iniziato a stemperarsi nell’esposizione del tema principale, danzante, seducente soprattutto a livello ritmico-percussivo dell’arpeggio agitato dal valzer, che ha creato una serie di immagini susseguentesi l’una all’altra senza soluzione di continuità: ora moderatamente gioiose, ora sognanti, ora vagamente popolari, ora angosciose, ora languide e seducenti sino alla brusca e secca conclusione ed il ritorno alla tonica con i due accordi conclusivi. Da apprezzare l’uso sapiente del pedale espressivo che ha messo efficacemente messo in evidenza i materiali tematici creando quella Klangfarbenmelodie di matrice espressionista tanto avallata nel primo Novecento.”
Ma da quello che scrive del secondo brano “Incantesimo”, deduciamo che esso abbia suscitato nel dott. Campana sensazioni allo stesso tempo forti e delicate di tipo quasi onirico:
“Tutt’altra esperienza di ascolto e di sensazioni è stata vissuta con il secondo brano, “Incantesimo”. L’impostazione del brano, che potremmo idealmente suddividere in tre parti, e la tonalità d’impianto, in do diesis minore, ha creato un’ambientazione melodica che, istintivamente, ricorda molto da vicino il primo tempo della celeberrima sonata “Al chiaro di luna” di Beethoven, che, forse non a caso, è impostata nella stessa tonalità. Tutta la composizione, dall’inizio alla fine, è interamente legata al basso da un ostinato pedale di tonica evidenziato dal pedale espressivo del pianoforte. Il tema, preceduto da una breve introduzione ed esposto nella prima parte in forma essenzialmente accordale, è stato sviluppato nella seconda ed in maniera decisamente biunivoca con la contrapposizione del tema, inquieto e vagamente melanconico, al quieto e sognante arpeggio di accompagnamento. Folgorante la simbologia dell’incantesimo, inteso come momento magico ovvero attimo in cui accade qualcosa che nessuno si aspetta, infatti l’accordo slegato in fa maggiore a due voci che cade in mezzo all’area tonale del do diesis minore crea proprio “l’incantesimo”, suscitando negli ascoltatori un momento di grande emotività. In generale posso dire che si tratta di un’esperienza di ascolto assolutamente unica, stimolante e coinvolgente”.
Non crediamo si possa aggiungere altro alla dotta disquisizione del carissimo amico Vincenzo Campana che ringraziamo per le considerazioni attente sulle composizioni del M° Cherchesova, ci auguriamo di poter assistere ancora ad altri concerti della talentuosa musicista italo-russa alla quale vanno i nostri migliori auspici per il successo che certamente merita.
Antonio Michele Cavallaro