Da giovedì 21 marzo 2024 il complesso monumentale dei Girolamini ha riaperto al pubblico dopo 10 anni di cantieri registrando 1200 ingressi in un solo giorno
“Siamo felici di presentare, ai napoletani e non solo, i primi risultati di tanti anni di lavori e restauri ma anche di restituire alla città e al mondo un frammento significativo del percorso barocco all’interno del centro storico di Napoli”, esordisce Antonella Cucciniello, direttrice della Biblioteca e del Complesso monumentale dei Girolamini (o Chiesa di San Filippo Neri) , commentando – dopo circa 10 anni di cantieri – la riapertura di uno tra i siti culturalmente più significativi del capoluogo campano e non solo, che si estende per circa 12 mila metri quadri su 7 livelli a pochi passi da via Duomo. Numerosi gli interventi di restauro e messa in sicurezza, come quelli alla facciata principale recuperata grazie a un consolidamento statico, alle terrazze poste su vari livelli, al Chiostro piccolo e a parte della Congrega dei Dottori, della Pinacoteca, degli ambulacri al quarto livello e dell’ex refettorio, oltre al consolidamento strutturale e all’adeguamento impiantistico. Sarà tuttavia progressiva la riapertura del complesso dedicato a San Filippo Neri, in cui ancora non rientra, per esempio, la Biblioteca Girolamini – custode di circa 159.700 volumi antichi e moderni tra teologia cristiana, filosofia, storia della Chiesa, musica sacra, letteratura e filosofia – che si prevede di rendere fruibile nei prossimi mesi.
Nel primo giorno di riapertura della chiesa-museo giovedì 21 marzo 2024 sono stati registrati oltre 1.200 ingressi, un numero da record se si pensa che in tutto il 2016 i visitatori sono stati 16.000. Il complesso, non più volto al culto, sarà dunque visitabile dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 17.30 e il weekend dalle 8.30 alle 13.30: “qui cercheremo la normalità, fino a dicembre resteremo aperti tutti i giorni e poi riapriremo il resto”, continua Cucciniello.
La storia
È anche conosciuta come Domus Aurea per la sua decorazione barocca in oro il vasto complesso monumentale che ospita la chiesa barocca, due ampi chiostri e la biblioteca. Costruito nel 1586 con l’insediamento a Napoli dei padri Filippini Oratoriani, è dedicato alla Natività di Maria ed è stato dichiarato monumento nazionale nel 1866 e musealizzato interamente nel 2010. La chiesa, con i suoi 68 metri di lunghezza e 28 di larghezza, presenta capolavori artistici del tardo-manierismo romano e napoletano, del naturalismo e del barocco (da Massimo Stanzione, Luca Giordano, Battistello Caracciolo, Francesco Solimena oltre a Guido Reni, Sammartino, Ribera e Francesco Gessi). La facciata è decorata con campanili gemelli dotati di orologi (uno solare e uno di sei ore) e con statue di Pietro e Paolo, mentre il vasto interno (con pianta a croce latina suddivisa in tre navate) è arricchito da colonne di granito e affreschi. La biblioteca è la più antica di Napoli e conserva opere di Giambattista Vico e Benedetto Croce, mentre il chiostro maiolicato con piastrelle dallo sfondo bianco e decorazioni si arricchisce, tra aiuole e alberi di agrumi, di un pozzo del 1500.
Caterina Angelucci
(fonte: www.artribune.com)