Pubblichiamo il comunicato che segue perché é un esempio di come le organizzazioni che dovrebbero rappresentare gli interessi dei cittadini e della loro salute, a volte prevaricano quelle che sono le loro finalità statutarie e si ergono a paladini di idee spesso molto personali e tentando di scavalcare anche le istituzioni preposte al rispetto delle leggi. Nella fattispecie, pur ammettendo di non conoscere a fondo la problematica della discarica in questione, ci pare esagerata la spinta ad una sollevazione popolare di stampo anarchico fomentata da un'associazione che si fregia dell'egida di Legambiente. Abbiamo assistito ad altre prese di posizione similari in altre aree di organizzazioni para-ambientaliste e crediamo che prima di dare possibilità a degli esagitati di far scomodare sindaci e parlamentari, come in questo caso, bisognerebbe iniziare a fare un po' di ordine. (La redazione)
DISCARICA PIPINO, TUTTO IN REGOLA.
ATTEGGIAMENTO EVERSIVO DEL CIVISMO
Il Tar della Calabria sancisce la regolarità dell’istruttoria, dichiarato inammissibile il ricorso di Legambiente i cui componenti convocano parlamentari e sindaci per decidere le linee di contrasto a un dispositivo di sentenza. Sovvertito lo stato di diritto
Scala Coeli, giovedì 13 gennaio 2022
La tendenza a sovvertire lo stato di diritto, a ribaltare i livelli di responsabilità, e ad invertire i rapporti di subalternità da parte del civismo ha assunto un carattere di vera emergenza democratica. L’azienda Bieco, proprietaria dell’impianto privato di contrada Pipino, ha sempre mantenuto un atteggiamento rispettoso del diritto di critica, persino allorquando alcune posizioni apparivano fuorvianti, prive di fondamento, al limite della malafede, e – dunque - con obiettivi diversi dall’accertamento della verità.
Verità che può accertare solo ed esclusivamente l’Autorità giudiziaria e non certo un singolo circolo denominato “Legambiente Nicà di Scala Coeli”, del quale un solerte rappresentante, mosso da spirito ambientalista, ma rivestendo il ruolo di pubblico ufficiale, è stato condannato in primo grado per falsità materiale commessa da pubblico ufficiale, reato successivamente dichiarato prescritto. Si ha l’ardire di contestare sentenze emesse dai giudici amministrativi che hanno dichiarato l’inammissibilità, l’improcedibilità e, comunque, l’infondatezza nel merito dei motivi tutti di ricorso. La recente sentenza emessa dal TAR Calabria, infatti, conferma – ancora una volta - la regolarità delle procedure espletate, dopo anni di ricorsi risultati privi di fondamento giuridico. Tutto ciò ha determinato un dispendio di energie e di ingenti risorse economiche per far fronte alle relative costituzioni in giudizio e alle conseguenti spese legali, costi ed oneri che non possono continuare a gravare sempre e solo sull’Azienda. Accecati dal pregiudizio, si perde persino di vista lo scopo e l’obiettivo che riveste l’impianto di contrada Pipino che è di pubblico interesse, soprattutto in una fase storica complessa di generale paralisi delle attività connesse al trattamento dei rifiuti.
È ora al vaglio dell’Impresa l’ipotesi di adire le vie legali per ottenere il ristoro dei danni tutti ingiustamente subiti, siccome imputabili al comportamento di soggetti dimostratisi nei fatti dei meri “agitatori sociali”, irriguardosi delle regole e delle sentenze di Stato, promotori di battaglie pseudo ambientaliste.
Il paradosso è che singoli circoli, senza mandato rappresentativo da parte degli elettori, al fine di avversare una pronunzia dei giudici amministrativi, convocano il Presidente di Regione, i Presidenti delle province di Cosenza e Crotone, i parlamentari nazionali e componenti dell’Antimafia, i consiglieri regionali, i sindaci del territorio ed autorevoli associazioni di categoria nonché movimenti vari, nell’ambito di un’assemblea pubblica in cui si dovrà decidere su come contrastare il verdetto emesso dal Tar della Calabria. Questo comportamento è ancora conforme ad uno Stato di Diritto?
UFFICIO STAMPA
Info. Bieco Srl
Contrada Sant’Irene
Zona industriale 87067
Corigliano Rossano
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