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Bada alla Salute. Un appello per la sanità della Sibaritide

dott. striano ugo.jpgIl Carissimo amico dott. Ugo Striano (nella foto) di Rossano, per lunghi anni primario del reparto di cardiologia di quell'ospedale, traccia un quadro triste (per usare un'eufemismo) dello stato della Sanità dell'area della Sibaritide. Nel suo elaborato chiede e  propugna la nascita di un "COMITATO PER LA TUTELA E LO SVILUPPO DELLA SANITA' PUBBLICA DELLA SIBARITIDE". Noi siamo in toto d'accordo con ciò che egli asserisce con animo scevro da ogni forma di esibizionismo. Ci auguriamo che molti nostri lettori appoggino l'iniziativa e ci scrivano all'indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. indicando nell'oggetto "Voglio badare alla salute". Nel testo non dimenticare di inserire le proprie generalità. Nel ringraziare tutti coloro che vorranno aderire all'iniziativa, auguriamo BUONA LETTURA e, soprattutto, BUONA SALUTE. (La redazione)

BADA ALLA SALUTE

COMITATO PER LA TUTELA E LO SVILUPPO DELLA SANITA’ PUBBLICA DELLA SIBARITIDE

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   L’opportunità –anzi la necessità- di istituire un siffatto Comitato derivano dalla grave carenza e inadeguatezza dei presidii sanitari oggi attivi in un vasto territorio – qual’è la Sibaritide- in cui risiedono oltre 220.000 cittadini. In questa disamina faremo riferimento (in sintesi la più breve possibile) alle sole strutture ospedaliere, costituendo queste –ovviamente- la base portante di una Sanità efficiente, rinviando ad altra sede un esame più approfondito delle criticità che tuttora affliggono l’altro settore “chiave” della Sanità pubblica (Medici di famiglia, servizi ambulatoriali, centri di riabilitazione e recupero, ecc.).

   Non sembri esagerato, né pessimistico, lamentare “grave carenza”, essendo questa dimostrata –purtroppo !- da molti indicatori statistici : è sufficiente citare solo un parametro, cioè il N° di posti-letto / N° di abitanti, per constatare che nella nostra zona esso è da 10 a 20 volte inferiore a quelli analoghi delle 5 provincie della Calabria : siamo cioè “ultimi fra gli ultimi”, dato che la nostra Regione , quanto a livelli quali-quantitativi di sanità pubblica, è relegata al 20esimo posto.

   Allo stato, sono attivi 2 ospedali, in Corigliano e Rossano, istituiti ben prima della recente conurbazione in unico Comune: a parte il considerevole aspetto storico-culturale, essi hanno buone caratteristiche edilizie e tecniche, circa 300 posti/letto, personale medico e paramedico di elevato profilo professionale, oggi costretto a lavorare in difficili condizioni, fonte di grave disagio (ma su questo punto torneremo più avanti). A parte il ridimensionamento e/o l’assenza di servizi e specialità, la difficoltà di gestire l’esistente e di far fronte alle richieste ed alle emergenze è reale, ed è fonte di risposte insufficienti e di ritardi. Si tenga presente che non si tratta di garantire assistenza ospedaliera agli 80.000 residenti del nuovo Comune, ma a molti di più (come prima indicato), essendo chiusi gli Ospedali di Cariati e Trebisacce (a meno di non volerli considerati attivi per la presenza di ridotte equipes nei P. Soccorso), e che in tutta la zona non esistono strutture di ricovero e cura private –convenzionate o accreditate-.

   E’ certamente lecito chiedersi: come si è giunti a tanta malasanità? Perché l’organizzazione socio-sanitaria, soprattutto nel Sud, non ha tenuto il passo con gli enormi progressi della scienza e della ricerca medica realizzati negli ultimi decenni, anzi è addirittura peggiorata?

   Una risposta abbastanza esauriente può darla la storia (maestra di vita : lo ha scritto Cicerone 20 secoli or sono), ma senza andare così lontano basta partire dal dicembre 1978, quando il Parlamento (legge 833) varò la Riforma Sanitaria (realizzando il dettato costituzionale –art.32-), istituendo il SSN (Servizio Sanitario Nazionale) in sostituzione del vecchio sistema mutualistico-assicurativo, e garantendo il libero e gratuito accesso di tutti i cittadini alle strutture sanitarie pubbliche o equivalenti, e dal 1992, quando fu promulgata la controriforma (quella targata “De Lorenzo”) cioè la legge di riordino del SSN n.° 502. Allo scopo, è sufficiente riferirsi solo a queste, e non serve tener conto della legislazione precedente alla “833” (a firma Mariotti e Bindi, allora ministri della sanità), né della cosiddetta Riforma Ter del 1999 della Bindi in cui l’unica vera novità fu l’introduzione del ticket obbligatorio.

   Certamente la “833” fu una buona, anzi ottima legge, tanto da essere copiata e fatta propria da molti Stati (in primis dalla Francia, il cui Servizio Sanitario Nazionale è oggi ritenuto il migliore in Europa), con benefiche positive ricadute in tutta Italia, con tanti nuovi ospedali, con numerose opere di ristrutturazione, anche al Sud, anche in Corigliano-Rossano, con Ospedali rimessi a nuovo (Corigliano), o costruiti ex-novo (Rossano Scalo, attivato nel 1986). Quindi: legge valida, ma non perfetta –come tutte le umane opere-, il suo principale punto debole consistente nella difficoltà di disporre di finanziamenti necessari a coprire costi di esercizio troppo elevati. Insomma, un buon motivo per correre ai ripari, apportando modifiche utili e razionali. Invece si è solo colto il pretesto per introdurre la peggiore politica in un settore di vitale importanza, volta a detenere le leve di comando : guasti e nefaste conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, come dimostrano le cronache giudiziarie degli ultimi 30 anni, a partire dal 1992, anno della controriforma – legge n.° 502, firmatario proponente l’on. Francesco De Lorenzo, ministro della sanità, condannato in via definitiva a oltre 5 anni di carcere per corruzione e quant’altro, figlio di Ferruccio anch’egli pregiudicato. Guarda caso, il 1992 segna la data di nascita di Tangentopoli, che investe in prevalenza la sanità pubblica, con il “mariuolo” Mario Chiesa, direttore del Pio Albergo Trivulzio in Milano, arrestato mentre incassa una tangente, e con Danilo Poggiolini, potente Direttore Generale del Servizio farmaceutico del Ministero collezionista di lingotti d’oro nascosti nei divani del salotto di casa. Da allora casi di malaffare si sono dovuti registrare in gran numero, fino all’ultimo recente che riguarda l’Azienda Sanitaria Provinciale di Pavia (Direttore Generale ed altri dipendenti arrestati, per appalti truccati).

   Si dirà, e Francesco De Lorenzo (ex “Sua Sanità”) è fra i primi a dirlo: perché addebitare alla mia “502” reati perpetrati dalla criminalità più o meno organizzata? Stabilire un sicuro nesso causale non è matematica certezza, ma che esso con ogni verosimiglianza sia reale lo dimostra un semplice criterio temporale: è un fatto incontestabile che detti reati in massima parte sono avvenuti dopo l’entrata in vigore della 502 . Questa, in sintesi, decreta:

  1. Abolizione delle UUSSLL (Unità Sanitarie Locali) dirette da Comitati di gestione, con relativa autonomia decisionale, limitata al proprio ambito territoriale che può comprendere anche più Comuni limitrofi, ed applicando le direttive regionali e nazionali.
  2. Istituzione delle ASL (Aziende Sanitarie Locali), con funzioni solo esecutive delle decisioni e dei provvedimenti impartiti dalle ASP (Aziende Sanitarie Provinciali) – nel caso della Sibaritide, quella di Cosenza-.
  3. Istituzione delle ASP (5, quante sono le attuali provincie calabresi), al cui vertice è posto un Direttore Generale, in carica per cinque anni, nominato dal Presidente della Giunta regionale, affiancato da un Direttore amm.vo e da un Drettore Sanitario. Per tutti e tre è richiesto un diploma di laurea (in Medicina e Chirurgia per il D. Sanitario), nonché un curriculum lavorativo di almeno 5 anni presso Aziende pubbliche o private non in dettaglio specificate. Infine non devono oltrepassare il limite di 65 anni di età (ma non è chiaro se tale clausola riguardi solo il Direttore generale o anche gli altri due). Numeroso e variegato il personale dipendente, impiegato nei vari settori di attività e competenze dell’Azienda.

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NUOVO OSPEDALE DELLA SIBARITIDE

Previsto già da molti anni, il suo progetto definitivo è stato approvato nel maggio 1919 ed incluso nel Piano Sanitario Regionale, è in avanzata fase di costruzione, che si prevede ultimata a fine 2024.Trattasi di opera imponente (60.000 mq. coperti, su area complessiva –parcheggi, accessi- di oltre 130.000 mq.), articolata in 4 piani di cui 2 interrati, finanziata dalla Regione con 143 milioni di euro (impresa appaltante D’Agostino), ma necessitante di ulteriore finanziamento dato il rincaro del prezzo delle materie prime, cui si provvederà con variante in corso d’opera (tema discusso nell’ultima recente riunione della cabina di regia – creata a suo tempo per monitorare puntualmente l’andamento dei lavori-).

   Dopo un corposo, minuzioso studio preliminare sulla compatibilità della zona e sull’impatto ambientale, si è scelta la sede in contrada “Insiti”, circa a metà fra Rossano Scalo e Corigliano Scalo, a poche centinaia di metri dalle 2 strade provinciali (106 e 106 bis) : ciò ha creato qualche problema di collegamento viario (però non difficile da risolvere).

                        

     ASPETTI E RILIEVI CRITICI

La nuova struttura disporrà di 376 posti-letto, 46 per pazienti da ricoverare in terapia intensiva e subintensiva, 330 per degenze cosiddette ordinarie. Non sembra ben calibrata la suddivisione fra le varie specialità perché non aderente ai dati epidemiologici relativi all’incidenza attuale delle varie patologie: sicuramente troppo pochi i 10 p.l. dell’oncologia,pochi i 15 della cardiologia, i 10 dell’urologia, i 12 della pediatria, i 10 della neurologia. Sovradimensionati, in misura variabile, i 60 p.l. riservati alla riabilitazione ed alla lungodegenza, i 40 di Chirurgia generale, i 30 di medicina interna.

   Inoltre sono troppe le specialità non previste : Oculistica (pur presente nei “vecchi” Presidi : ma credo sia una banale svista , però è bene che ci si affretti a rassicurare il Primario, il bravo nostro Collega dr. Romano ), Otorinolaringoiatria, Neurochirurgia, Dermatologia, Odontoiatria e Chirurgia Maxillo-Facciale, Cardiochirurgia (circa quest’ultima vedasi più avanti, sotto voce UTIC), Isolamento (e Malattie infettive) non previsto, e così anche per la Radioterapia, indispensabile, al pari dell’immuno- e della chemioterapia, nel trattamento di molte neoplasie. Per quanto riguarda l’Unità di Terapia Intensiva Coronarica sono previsti 7 p.l., ma non la dotazione di Emodinamica, senza la quale non è possibile alcun intervento di cardiochirurgia “mini invasiva”, quale la rimozione per via endoscopica di un trombo occludente un vaso coronarico, causa quindi un infarto miocardico acuto. Una tale carenza non può, non deve essere tollerata, perché renderebbe più grave la prognosi (già riservata in caso di infarto miocardico) sia “quoad vitam” sia “quoad valetudinem”, determinando grande disagio e difficoltà al cardiologo, appena dopo aver ricoverato d’urgenza il paziente e aver fatto l’esatta diagnosi. Egli infatti dovrebbe risolvere – cosa ovviamente impossibile - un angoscioso dilemma: trattenere il malato e quindi esporlo a maggior rischio di morire per non aver potuto praticare terapia causale, o trasferirlo in altro Ospedale distante non pochi Km, rischiando di morire per strada. Evenienze purtroppo non solo teoriche, che potrebbero indurre i familiari a denunce e a richieste di risarcimento.

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ATTIVAZIONE DEL NUOVO OSPEDALE DELLA SIBARITIDE

   Una volta ultimata la costruzione, prevista –come già detto- a fine del 2024,ma ultimamente rinviata al 2026, si procederebbe senza indugi all’attivazione del nuovo Presidio, trasferendovi –secondo notizie provenienti dalla Regione- il personale, le attrezzature, gli arredi dei due ospedali di Corigliano e Rossano. Se esse fossero fondate –fermo restando che è certamente encomiabile chi non vuol perdere troppo tempo- saremmo assolutamente contrari per i seguenti motivi:

   1)- abbandonare i 2 ospedali equivale a distruggere un considerevole patrimonio edilizio –essendo tuttora idonei a fornire buona assistenza sanitaria intramuraria –oltre a non tenere in alcun conto importanti aspetti storico-culturali.

   2)- A meno che non sia stato programmato un diverso utilizzo, diventerebbero 2 “cattedrali nel deserto” destinate a completo degrado (da aggiungere alle altre 2 già presenti da alcuni anni : il Palazzo di Giustizia in località S. Stefano a Rossano Centro, ed il Centro Polisportivo a fianco della 106 bis poco distante dalla sede del nuovo Ospedale).

   3)- Restando invariati quasi totalmente servizi e specialità il livello dell’assistenza resterebbe quello attuale (quindi non potrebbe diminuire il numero dei “viaggi della speranza” di tanti ammalati).

   4)- Guadagnare una settantina di p.l. rispetto a quelli disponibili non indurrebbe un apprezzabile miglioramento dell’indice (v. prima pag. di questa nota).

   5)- Ricorrere ad un’attivazione graduale –anche se comporta tempi più lunghi- è iter più razionale e produttivo, evitando la chiusura di 2 Ospedali e determinando la disponibilità complessiva di oltre 600 p.l.

     Tre Ospedali non sono certo troppi in una città di 80.000 abitanti, e potrebbero garantire buona assistenza se interconnessi e coordinati : a tal fine dovrebbe intervenire la Regione, istituendo un organismo ad hoc, una sorta di nuova cabina di regia per la programmazione e la gestione di un Polo ospedaliero della Sibaritide, ivi inclusi i Presidi di Cariati e Trebisacce

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EPILOGO

Con le note precedenti non si pretende di aver fornito un quadro completo della Sanità Pubblica nella nostra zona, ma soltanto di aver indicato i principali motivi che ci hanno convinto a istituire questo Comitato insieme a molti Colleghi e a numerosi e volenterosi concittadini. Esso è in fase di registrazione secondo legge, e si è convenuto di qualificarlo come Associazione (no profit) a carattere culturale –essendo questa la forma con minori pastoie e lungaggini burocratiche.

Nel suo statuto –che prevede una Assemblea dei Soci, ed un Consiglio Direttivo composto non solo da medici ma anche da politici, esperti amministrativisti, titolari delle Istituzioni (la multidisciplinarietà è utile per bene interagire nel complesso “pianeta Sanità”)- verranno elencati scopi ed obiettivi, quali :

1)- Collaborazione con le Istituzioni Sanitarie, comunali, provinciali, regionali.

2)- Consulenze –gratuite- se richieste dalle predette.

3)- Collaborazione con i Sindaci, le Direzioni sanitarie degli ospedali, i Responsabili dei servizi.

4)- Corretta informazione alla cittadinanza mediante stampa, TV, convegni, conferenze.

5)- Aiuto e sostegno agli ammalati ed alle loro famiglie, che per varie cause siano in difficoltà.

6)- Segnalazione e denuncia di casi di “malasanità”.

Siamo fiduciosi che alla nostra iniziativa aderiranno in molti, e avremo cura di comunicare il loro numero, aggiornandolo periodicamente : solo così essa eviterà il fallimento.

                 Rossano, aprile 2023                                                     Dr. Ugo Striano

               (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

        

P.S.: Dopo l’estensione delle note precedenti, ho avuto notizia che l’emodinamica è parte integrante della Cardiologia-UTIC. Se così è, è da prendersene atto e compiacersene.

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