Pubblichiamo una nota diffusa dal Movimento Democratico Progressista di Cosenza (MDP) a firma di Luigi Adduci, su quanto proclamato dal Governatore Oliverio nell'incontro con i sindaci del suo "entourage" tenutosi recentemente a Feroleto Antico, (piccolo e ridente paesino a pochi chilometri da Lamezia Terme), durante il quale ha dichiarato di volersi ricandidare alla carica di governatore. (sic - sarebbe una vera jattura secondo noi).
NARRAZIONE DEI CANTORI DELLE GESTA
DEL GOVERNATORE E IL DRAMMA CALABRESE
Per giustificare la parata di Feroleto Antico, si sta tentando in questi giorni di evidenziare il successo conseguito dall’azione del governo regionale in alcuni significativi comparti della struttura economica regionale.
La narrazione fa a pugni con il vissuto quotidiano e rischia di rendere ancora più forte la protesta dei calabresi che quotidianamente vivono disoccupazione, emigrazione, spopolamento, allargamento dell’area della povertà, servizi sanitari inadeguati ed inaccessibili, e ci fermiamo qui.
Siccome sono stati evidenziati dei dati numerici da parte di alcuni laudatores del governo regionale, vogliamo soffermarci su alcuni di essi, offrendo le seguenti riflessioni.
A - Esportazioni. Viene evidenziato l’incremento dell’esportazione della Regione Calabria per sottolineare “il successo” del processo di internazionalizzazione della nostra economia a seguito della partecipazione a fiere e visite nei paesi ritenuti sbocchi commerciali per le nostre produzioni. L’esaltazione del risultato va opportunamente meditata. La Calabria nel 2017 ha esportato merci per 469 milioni di Euro che rappresentano l’0,1 % del totale dell’esportazione nazionale italiana. Solo qualche dato esplicativo: la Lombardia esporta 120 miliardi e 334 milioni di Euro di merci; la Campania, 10 miliardi e 488 milioni di Euro; la Puglia, 8 miliardi e 262 milioni; e la Basilicata, 3 miliardi e 986 milioni.
E’ evidente che un modestissimo incremento di 50 milioni di € di esportazioni per la Calabria costituisce un dato di incremento percentuale che non può essere affatto paragonato con le altre regioni. Se la Calabria cresce del 10% realizza un incremento di 47 milioni di € circa.
La Lombardia non può mai registrare questo ritmo di crescita perché la base di partenza è di ben 120 miliardi di €, il 10 % significherebbe un incremento di 12 miliardi di €.
Il capitolo dell’esportazione e dell’internazionalizzazione della nostra economia per pudore non andrebbe addirittura richiamato, se non per una riflessione sulle categorie merceologiche sulle quali intervenire.
Le visite estere hanno senso se il paese visitato ha un interscambio commerciale con la nostra regione e se vi sono categorie merceologiche sulle quali si potrebbe puntare. Pretendere questi discorsi dai laudatores mi pare esagerato.
B - Disoccupazione e occupazione giovanile. Quando si parla di abbattimento di indice di disoccupazione, bisognerebbe tener conto del contesto regionale del quale si discute. Prima di tutto occorre far riferimento all’andamento demografico, alla condizione della popolazione attiva e inattiva. Un dato allarmante che emerge dagli ultimi dati statistici ufficiali è che l’indice di invecchiamento del 2016 in Calabria è 150, ovvero 150 ultra sessantacinquenni per ogni 100 giovani con meno di 15 anni. Nel Mezzogiorno tale indice è di 143,8. La narrazione dei cantori s’interroga sulla portata micidiale di questo indice che mostra tutta la gravità del nostro squilibrio demografico?
Questa condizione incide sulla popolazione in età attiva tra i 15 e i 64 anni. Tale ultimo indice in Calabria è di circa il 65-66 %; ossia, 2/3 in età lavorativa, 1/3 in età non lavorativa.
Altro dato significativo è il tasso di attività, e cioè di percentuale di popolazione che è occupata o che cerca lavoro (disoccupati).
In Calabria, il tasso di attività è del 50%, cioè la metà della nostra popolazione, non è costituita né da studenti e né da lavoratori.
Per avere una idea della drammatica condizione basti considerare il tasso di inattività, ossia quello inerente a coloro i quali non cercano lavoro: quello calabrese è il doppio rispetto a quello di alcune parti del nostro Paese. In Calabria siamo al 50%; in Padania siamo al 25%.
Fatta questa premessa per delineare i tratti significativi del contesto socio-economico regionale, ora è opportuno riportare i dati statistici di Eurostat.
E’ vero che in Calabria la percentuale di disoccupazione è del 21,6%, ma i cantori dello sviluppo tacciono sul fatto che è il peggior dato di tutto il Paese, e che la nostra disoccupazione è drammaticamente il doppio della media nazionale. Abbiamo dunque un record negativo !
Qualche cantore poco accorto ha addirittura citato qualche dato sulla disoccupazione giovanile. Secondo Eurostat, la nostra disoccupazione giovanile è pari al 55-56%, mentre i tutta Europa tale percentuale è del 16-17% !
La Calabria si contende dunque l’ultimo posto in graduatoria europea. I cantori dello sviluppo sembra che abbiano dimenticato la protesta del 4 marzo.
Si sono posti la domanda sul perché in Calabria il Mov.5 Stelle ha conseguito un risultato elettorale eccezionale? Gli elettori calabresi protesteranno ancor di più quando a fronte di una situazione così drammatica i cantori dello sviluppo delineano invece una condizione di crescita inesistente.
Un cantore del tirreno si è soffermato sui risultati sbalorditivi degli incrementi occupazionali, senza accorgersi di quel che accade nelle proprie immediate vicinanze.
L’Istat ha pubblicato le stime sul tasso di disoccupazione 2017 dei sistemi locali del lavoro (aggregazioni di Comuni per aree omogenee). A fronte di un tasso di disoccupazione regionale del 21,6 %, nei sistemi locali, all’ultimo posto è risultato Rosarno con il 29,5% ed al penultimo posto Cetraro con il 26,8 %. Ma mi faccia il piacere …. direbbe Marco Travaglio, parafrasando l’immortale Totò.
C - Agricoltura. I cantori dello sviluppo hanno esaltato l’impressionante crescita del settore agricolo come si desume dai dati Svimez. Il report dell’Istat sottolinea che : “risultati positivi si evidenziano per la Calabria, dove produzione e valore aggiunto hanno entrambi mostrato incrementi significativi (rispettivamente più 5,6 % e più 6,5 in volume)”. La successiva analisi dei principali comparti agricoli per regione ci offre la possibilità di capire quali siano stati i comparti che hanno influenzato positivamente il risultato complessivo della nostra regione.
Il Report fornisce in particolare per la Calabria solo i dati dei comparti olio di oliva, agrumi e patate.
Per l’olio di oliva il dato ISTAT è davvero sorprendente. In Italia nel 2017, il valore della produzione d’olio è pari ad 1 miliardo e 700 milioni di €. In Calabria, che occupa il primo posto in graduatoria, si concentra una produzione pari a 516 milioni di €, con un incremento notevolissimo rispetto all’anno precedente.
Una buona annata a prezzi abbastanza sostenuti. Segue la Puglia con 438 milioni di €.
Per il comparto agrumicolo, la Calabria registra una produzione di 236 milioni di €, con un incremento rispetto al 2016 del più 5,3%.
Siccome l’Istat non fornisce i dati sugli altri comparti (ortofrutta, vino, produzioni zootecniche) è evidente che il solo riferimento all’olio ed agli agrumi ci spiega gran parte dell’incremento registrato in agricoltura. Non penso che i cantori dello sviluppo possano vantare meriti ascrivibili all’andamento climatico (in agricoltura è un fattore decisivo) e ad impianti olivicoli e agrumicoli già realizzati in anni passati.
Se fossero più attenti, dovrebbero dedicare più tempo alla formazione dei prezzi per capire quanto di questi incrementi del valore della produzione resti nelle mani dei produttori agricoli e quanto invece si disperde nei rivoli dell’intermediazione e della commercializzazione, che è l’aspetto più drammatico che vive il mondo agricolo.
Cassano Jonio, 20 sett. 2018
Luigi Adduci
Comitato Provinciale MDP Cosenza