Quando sento parlare di giustizia autentici "lestofanti" che non hanno mai lavorato in vita loro, che non sanno cosa significhi svolgere una qualsivoglia attività per otto ore consecutive, che tramite la ignobile attitudine della "ditocrazia" hanno per decenni letteralmente "rubato" uno stipendio e che ora percepiscono anche fior di pensioni, il sangue mi sale al cervello. La cosa che più di tutte mi fa senso é che in un paese come Cassano, (ma nei paesi limitrofi non è che sia diverso) che ha avuto migliaia di emigrati, ognuno con sofferenze, disagi e umiliazioni che non si raccontano per pudore, si continui a dar retta a dei bugiardi, falsi e fannulloni che hanno sgovernato il comune in modo che definire "improvvisato e maldestro" è semplicemente un elogio. Mi auguro che i cassanesi si sveglino dal loro torpore e comincino a guardare il vissuto da nullafacenti e profittaori di certi cialtroni che hanno il coraggio di pretendere e chiedere il consenso elettorale nonostate i disastri che hanno contribuito a provocare. Disastri che ci vorranno decenni per riuscire in qualche modo a renderli meno deleteri possibile.
OGGI da ex-emigrato non posso dimenticare una tragedia avvenuta 63 anni fa, come oggi l'8 agosto del 1956. Questa è la triste data della tragedia mineraria delle Marcinelle (versante sud-occidentale del Belgio): per un errore umano, un carrello tranciò un cavo elettrico e il conseguente corto circuito provocò un terribile incendio. A 975 metri di profondità si scatenò l’inferno e ogni tentativo dei soccorritori risultò vano. Perdettero la vita 262 operai (su 274 del personale complessivo), molti nel tentativo disperato di mettersi in salvo tra vie di fuga impossibili. I morti furono di varie nazionalità (belgi, greci, polacchi, ungheresi, etc.) ma in maggioranza italiani (ben 136). la miniera è oggi un luogo della memoria che ricorda quei tragici momenti e anche un museo sulla storia dell’attività estrattiva e dell’industria mineraria.
Non ho potuto fare a meno di mettere insieme sui due piatti di una bilancia: da una parte la tragedia dell'emigrazione nella sua complessa generalità e dall'altra la disonestà intellettuale e l'incapacità di certi politicanti che pretendono di amministrare la cosa pubblica locale. Amiche ed amici, prima di lasciarvi infinocchiare dalle fanfaluche, meditate; questo invito vorrei venisse accolto soprattutto da tutti quei giovani, oggi diplomati, laureati e professionisti che hanno raggiunto le loro mete grazie a genitori e nonni che scelsero la via dell'emigrazione piuttosto che prostrarsi davanti al potente di turno. Tenete la schiena dritta.
Antonio Mmichele Cavallaro