Oggi Sabato 21 Settembre, mi piace ricordare a me stesso e a tutti gli amici che affettuosamente mi seguono, che in questo giorno del 1874 nasceva un compositore inglese forse non molto conosciuto, che mi ha colpito sin dalla prima volta che ho ascoltato la sua opera più apprezzata la suite sinfonica dedicata ai Pianeti: Marte, Venere, Mercurio, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Gustav Holst (1874-1934). Appassionato di filosofia e letteratura orientale, nel 1918 compì un viaggio in Grecia e in Asia Minore derivandone suggestioni esotiche per la sua musica. La sua fama di compositore è legata essenzialmente alla famosa suite sinfonica The Planets (1916), la più celebre delle sue composizioni, nella quale Holst cercò di tradurre con l’elemento sonoro il diverso carattere astrologico di ciascun pianeta e dove dimostrò una eccezionale capacità di orchestrazione e di inventiva timbrica. Chi desidera estraniarsi dal mondo circostante per una oretta e vuole ascoltare l'interessantissima composizione può cliccare quì.
In questo stesso giorno del 1860 invece moriva a Francoforte sul Meno il filosofo tedesco che mi ha impressionato più di ogni altro forse perché anch’io ho una vena di pessimismo latente, anche se ben nascosta, parlo di Arthur Schopenhauer (nell'immagine, ritratto da giovane) (1788-1860), uno dei maggiori pensatori del XIX secolo, ricordato soprattutto come il filosofo del pessimismo cosmico e come uno dei pensatori ed aforisti più influenti dell'Ottocento. Nato a Danzica, nell'allora Regno tedesco di Prussia (attualmente compresa in territorio polacco) e morto a Francoforte sul Meno, dopo il vano tentativo di diffondere in ambito universitario le sue tesi in netto contrasto con Hegel, si ritirò per dedicarsi ai suoi studi. Portato a maturazione nel capolavoro Il mondo come volontà e rappresentazione (pubblicato nel 1818), il pensiero di Schopenhauer trovò consensi soprattutto dopo il fallimento dei moti del 1848, quando sembrò spegnersi la speranza di una società più democratica e liberale. In questo contesto s'inserì perfettamente il suo pessimismo esistenziale che, non lasciando spazio all'intervento attivo dell'individuo, paragonava la vita umana a «un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per l'intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia». L'unica occasione di riscatto passa attraverso l'arte, l'etica e l'ascesi. Misantropo e ateo convinto, Schopenhauer amava gli animali, di cui difese strenuamente i diritti.
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a cura di Luigi Maffeo