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Ricordiamo il pianista americano che vinse la "guerra fredda"

Van_Cliburn_1966b.jpgIl 12 luglio del 1934 nasceva il pianista statunitense Van Cliburn (1934-2013), noto al grande pubblico per aver vinto la prima edizione del concorso internazionale Čajkovskij (Mosca, 1958), divenendo una sorta di simbolo eroico agli occhi del blocco occidentale, soprattutto per i connazionali, nel contesto del continuo confronto USA-URSS svoltosi durante la Guerra fredda. Fu il suo exploit a Mosca a dargli fama internazionale. Il primo Concorso internazionale Čajkovskij (1958) fu un evento che avrebbe dovuto dimostrare la superiorità culturale dell'Unione Sovietica, in piena guerra fredda, sulla scia della vittoria tecnologica che aveva già conseguito con il lancio del satellite artificiale Sputnik nell'ottobre 1957. Il cristallino virtuosismo di Cliburn, che trasparì dall'interpretazione del Concerto n. 1 di Čajkovskij e del Concerto n. 3 di Rachmaninov, gli valse una standing ovation di otto minuti (come si può constatare dal video in calce alla notizia). Il presidente sovietico della giuria chiese quindi direttamente al premier Nikita Chruščёv se il primo premio potesse essere dato a un americano. Chruščёv, forte del primato ideologico sovietico per il lancio l'anno precedente dello Sputnik, chiese dunque se Cliburn fosse stato effettivamente il migliore e a una risposta affermativa confermò: «Allora, dategli il premio!». Per un approfondimento segnalo il libro: "Il pianista che vinse la guerra fredda".

"Un musicofilo esperto così si esprimeva ricordando quella esecuzione: "Non mi piace l'iperbole e mi godo molte esecuzioni di molti pezzi, ma per il brano di Rachmaninov n.3, per me, non ci sarà mai un'altra esibizione come questa. Così bello, così potente, così giusto. È una misura di Cliburn come musicista che, sebbene ci siano numerose altre grandi esecuzioni, la sua è ancora una delle migliori. Quel glorioso tono brunito, quell'enorme gamma dinamica. Non c'è dubbio che sia stato uno dei più grandi pianisti del 20° secolo e, fra quei pochi grandi, a volte, in particolari esibizioni, penso che sì, era il più grande di tutti. Sicuramente da non dimenticare mai." (N.d.r.)

 

Cliccare quì per vedere ed ascoltare l'esecuzione citata.

 

 

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