Il 20 ottobre del 1973 venne inaugurata la Sydney Opera House. La Regina d’Inghilterra, Elisabetta II, quel giorno tagliò il nastro inaugurando il nuovo teatro dell’opera della metropoli australiana, destinato a diventare, insieme con la baia e l’imponente Harbour Bridge, il simbolo non solo di una città ma di un’intera nazione.
L’evento trasmesso dalle televisioni di mezzo mondo culminò con l’esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven, accompagnata da uno spettacolo di fuochi pirotecnici. Progettata dall’architetto danese Jorn Utzon, vincitore di un bando di gara internazionale, i lavori iniziarono nel marzo del 1959 con un costo complessivo di 102 milioni di dollari. Estenuato dalle polemiche per le crescenti spese, Utzon aveva poi abbandonato l’opera lasciandone il completamento ad un gruppo di architetti coordinati da Peter Hall.
Elemento distintivo dell’edificio è sicuramente il tetto (ritenuto il più pesante del mondo) strutturato in dieci cupole sostenute da archi assomiglianti a delle vele. All’interno, il vero gioiello è rappresentato dal grande organo con 10.500 canne.
La prima opera ad essere rappresentata è stata Guerra e pace di Sergej Prokofev (28 settembre 1973). Considerata l’ottava meraviglia del mondo, la Sydney Opera House diventerà nel 2007 Patrimonio dell’Umanità sotto l’egida dell’UNESCO.