Il 24 Gennaio alle ore 10.00, presso l’Aula Magna del prestigioso istituto Aletti, sarà presentato il volume “Una partigiana di nome Tina”, scritto da Anselmo Roveda, pubblicato da Coccole Books e dedicato alla figura di Tina Anselmi, partigiana e prima donna a ricoprire il ruolo di Ministro della Repubblica Italiana
Nell’ambito delle celebrazioni relative alla Giornata della Memoria 2018, l’Istituto Aletti di Trebisacce, in collaborazione con la casa editrice Coccole Books e l’Associazione Culturale L’Arte delle Nuvole, ha scelto di organizzare, per i propri studenti e per il territorio dell’Alto Ionio, un evento altamente formativo, dalla forte valenza didattica ed educativa.
Attraverso il viaggio nei sentieri della memoria, l’iniziativa concretizza e fornisce gli strumenti idonei ad un’analisi partecipata e ad una sensibilizzazione proattiva sui temi legati alla Shoah, alla battaglia contro il razzismo, l’antisemitismo, l’intolleranza, la difesa dei valori democratici.
All’incontro con gli studenti, che sarà introdotto dalla DS Marilena Viggiano, parteciperà l’autore Anselmo Roveda, scrittore e redattore della prestigiosa rivista Andersen, dedicata alla letteratura per ragazzi. Roveda racconterà agli alunni dell’Aletti la genesi del libro, narrerà la storia della partigiana Tina e risponderà alle domande dei ragazzi, i quali presenteranno i lavori realizzati nell’ambito della preparazione e degli approfondimenti legati alla Giornata della Memoria.
Un appuntamento che, ancora una volta, concretizza un potenziamento dell’offerta formativa dell’Istituto scolastico, attraverso un arricchimento della conoscenza esperienziale dello studente, che diviene, al tempo stesso attore e spettatore di un percorso di quella parte di Storia che non può e non deve essere dimenticata.
Chi era Tina Anselmi - Tina Anselmi nasce il 25 marzo del 1927 a Castelfranco Veneto, in una famiglia cattolica: la madre, casalinga, si occupa della gestione di un'osteria, mentre il padre è un aiuto farmacista (che sarà perseguitato dai fascisti per le sue idee vicine al socialismo). Dopo avere frequentato il ginnasio a Castelfranco Veneto, la giovane Tina Anselmi si iscrive all'istituto magistrale di Bassano del Grappa dove viene costretta, insieme con altri studenti, ad assistere - il 26 settembre del 1944 - all'impiccagione compiuta dai nazifascisti di più di trenta prigionieri per rappresaglia.
Da quel momento in poi Tina - che fino ad allora non si era mai interessata di politica - sceglie di contribuire attivamente alla Resistenza, e diventa staffetta - dopo avere adottato il nome di battaglia "Gabriella" (nella foto) - della brigata Cesare Battisti guidata da Gino Sartor, prima di passare al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà.
Conclusa la Seconda Guerra Mondiale, Tina si iscrive all'Università Cattolica di Milano dove si laurea in Lettere.
Nel frattempo entra a far parte della Democrazia Cristiana e prende parte attivamente alla vita di partito. Il 29 luglio del 1976 diventa la “prima donna ministro” in Italia, come ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale. In seguito assumerà l’incarico di ministro della Sanità, contribuendo in maniera decisiva alla formulazione della riforma che porta alla nascita del Servizio Sanitario Nazionale.
Il libro – Una partigiana di nome Tina si ispira alla storia di Tina Anselmi, combattente per la libertà, partigiana prima e ministra poi. L’autore, nella scrittura del testo, sceglie un linguaggio diretto, pensato appositamente per i più giovani, in modo che possano scoprire e riscoprire i valori dell’ impegno, ad ogni età, per la libertà e la giustizia, contro ogni forma di oppressione. Una partigiana di nome Tina di Anselmo Roveda (Coccolebooks 2017), è realizzato con il patrocinio morale dell’ANPI e gode delle illustrazioni di Sandro Natalini.
L’autore – Anselmo Roveda è nato nel 1972, vive a Genova. Giornalista, studioso di letteratura per l’infanzia e scrittore, in precedenza ha lavorato per oltre dieci anni nei servizi sociali di prevenzione del disagio minorile. Coordinatore redazionale del mensile “Andersen”, sul quale scrive dal 1999, collabora ad altre testate scrivendo di libri, società e cultura. È stato direttore di un trimestrale nato nelle carceri e corrispondente per un’agenzia di stampa. In volume ha pubblicato saggistica, narrativa e poesia.
Per oltre dieci anni ha lavorato come educatore, coordinatore educativo e amministratore nei servizi sociali di prevenzione del disagio minorile, occupandosi anche di qualità, comunicazione e rendicontazione sociale. Ha svolto ricerca storico-educativa. In ambito pedagogico ha approfondito l'approccio di etnopedagogia, modello fortemente connesso con la pedagogia degli oppressi di Paulo Freire. Oltre ad occuparsi di letteratura, giornalismo e comunicazione, Roveda si è interessato di tradizioni popolari, immaginario, di lingue minoritarie e meno diffuse dell’area romanza, di repertori orali. Ha condotto studi specifici mirati alla storia delle classi subalterne, alla trasmissione dei saperi, al folklore infantile, alle creature fantastiche e alla fiabistica, soprattutto sull’area alpina e mediterranea. Su questi temi svolge consulenze per l'editoria, la comunicazione e i beni culturali. Tiene conferenze, seminari e corsi su letteratura, fiaba, lettura e scrittura in Italia e all’estero.
La giornata della Memoria - La Legge 211 del 20 luglio del 2000 ha istituito in Italia, come in molti altri Paesi del mondo, la “Giornata della Memoria", allo scopo di tramandare e rafforzare nei giovani la consapevolezza della Shoah, renderne sempre vivo il ricordo e tributare il doveroso omaggio alle vittime e a chi si oppose al progetto di sterminio nazista, sacrificando la propria libertà e la propria vita.
E' stata scelta la data del 27 gennaio, giorno in cui nel 1945 vennero aperti i cancelli del campo di sterminio nazista di Auschwitz.
Al fine di onorare tale Giornata, il MIUR, in collaborazione con l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, promuove e sviluppa ogni anno progetti ed iniziative volti alla conoscenza e alla riflessione sulla Shoah, affinché il ricordo di quanto avvenuto non venga mai meno e si diffonda tra le giovani generazioni la consapevolezza di quali enormi effetti possa determinare l'odio dell'uomo contro l'uomo .
Tale attenzione sottolinea il ruolo della Scuola come luogo di elezione per sensibilizzare le giovani generazioni al rispetto reciproco, alla tutela dei valori democratici, al rifiuto di qualsiasi manifestazione di razzismo, di antisemitismo, di intolleranza.