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Le disavventure elettorali di Achille

achille bassolino (2).jpgCronistoria di una figura di m....escrementizia

La storia che racconteremo ha inizio nella primavera del 2021, quando, in previsione delle elezioni amministrative, di cui non si conosce la data, Bassolino mi contatta per avere il mio appoggio nel suo sogno di ritornare sindaco e mi assicura che io sarò il prossimo assessore alla cultura: "Non vi è persona più degna di te per ricoprire questo incarico".
Io accetto la proposta, perché in quel momento egli sembrava il favorito ed attendo che parta la campagna elettorale, sicuro dell'appoggio dei miei infiniti amici e pronto a spendere un patrimonio per invadere la città di manifesti, acquistare pagine di pubblicità sui giornali e martellare i cittadini con auto munite di altoparlanti che ripetono ad alto volume: "Vota Achille, vota Achille, vota Achille".
Da maggio le elezioni vengono spostate in autunno e la segreteria di Bassolino mi comunica che per i primi giorni di settembre bisogna preparare una serie di documenti: dal firmare l'accettazione della candidatura in un ufficio sito in via Roma, al procurarsi il certificato elettorale presso la municipalità di Chiaia e recarsi due volte in tribunale per chiedere prima, allegando 70 euro di marche da bollo, e ritirare dopo alcuni giorni copia del casellario penale. Incombenze che richiedono giorni e giorni di impegno.
Io dichiaro perentoriamente che fino alla fine di agosto sarò ad Ischia e che al ritorno non ho intenzione di dedicare il mio tempo prezioso a tali procedure, per cui se vogliono avere l'altissimo onore di avermi in lista debbono occuparsi loro di procurare la documentazione richiesta, altrimenti rinuncio alla candidatura.
Il comitato organizzativo di Bassolino si assume l'onere di preparare tutta la documentazione necessaria, ma nel frattempo i sondaggi elettorali indicano perentoriamente che al ballottaggio sono favoriti Manfredi e Maresca, ma oramai il dado è tratto: l'importante è essere nominato consigliere comunale.

Prima di cominciare la campagna elettorale attendo di leggere il mio nome sul giornale tra i candidati e subito dopo faccio stampare 15000 manifestini e 15000 bigliettini propagandistici che pongo sui tergicristalli di infinite auto e nelle cassette postali di centinaia di condomini, oltre naturalmente a distribuirli ad amici, parenti, collaterali ed affini.

In particolare ne fornisco un cospicuo quantitativo ad amici apparentemente fidati, in primis Wanda Imbimbo che invia a sue spese un corriere a ritirarli e per via postale a colleghi con una vasta clientela: Santi Corsaro, Concetta D'Angelo e le sorelle Russo, ma nessuno di loro mi ha neppure telefonato confermandomi di averli ricevuti. Un evento che mi avrebbe assicurato l'elezione è costituito dalla pubblicazione sui principali quotidiani nazionali di una mia lettera: "Pietà per i bambini" nella quale sottolineavo che a causa della pandemia da oltre un anno erano sospesi i colloqui tra i detenuti ed i familiari con grave danno soprattutto per i fanciulli.

Lo stesso giorno in cui la lettera fu pubblicata da Il Mattino ricevetti a distanza di un'ora 2 telefonate dall'identico contenuto da parte di due delinquenti, uno di Secondigliano, l'altro di Ponticelli, che nel complimentarsi mi assicuravano un migliaio di voti a testa: "Abbiamo saputo che vi presentate alle prossime elezioni, noi in genere i voti li vendiamo, ma nel vostro caso, per voi, che da anni vi battete per i diritti dei detenuti, saranno gratuiti".

Comincio a fare 30-40 telefonate al giorno agli amici e cominciano le prime delusioni, come con Filippa Santoro, vecchia compagna di liceo e dirigente di un'associazione con centinaia di iscritti, la quale dichiara di avere già un suo candidato o con Gaetano Bonelli, proprietario di un museo e di infinite mail, il quale, anche lui afferma di aver già preso impegno con un suo conoscente.
L'unica nota positiva è di aver definitivamente rotto un'antica amicizia con Corrado Tagliafierro, che mi voterebbe solo se io scrivessi un libro su di un suo fantomatico castello, che era  di proprietà della moglie (defunta) e che ora lui crede sia suo.

liste Napoli.jpgMa le vere grandi delusioni vengono dal mondo degli scacchi, dove io sono conosciuto da tutti, avendo ricoperto per oltre dieci anni la carica di presidente della lega campana, sarebbe bastato che la notizia della mia candidatura fosse apparsa sul periodico on line dell'Associazione scacchistica campana, oltre ad inviare una mail alle migliaia di soci e la mia elezione sarebbe stata certa, perché si sarebbero messi in moto tutti gli scacchisti, in cambio avevo promesso, che divenuto assessore alla cultura avrei garantito al circolo la sede gratuita, mentre ora pagano quasi 10000 euro all'anno di fitto per usufruire di locali di proprietà del comune. Viceversa il depositario delle mail e la dirigenza del circolo mi hanno negato stupidamente il loro appoggio.

Un altro depositario di voti poteva essere mio fratello, presidente nazionale dell'associazione dirigenti bancari, che pubblica un mensile e possiede migliaia di mail, ma forse per non essere tacciato di nepotismo, egli si è limitato ad una timida distribuzione di bigliettini a pochissime persone con risultati nulli.
Chi voleva darmi la preferenza, pur desiderando dare il voto ad un candidato sindaco diverso da Bassolino, poteva farlo tranquillamente, usufruendo del voto disgiunto, ma l'intelligenza non è molto diffusa, per cui centinaia di persone hanno sbagliato ed il loro voto è stato annullato.

Nelle ultime 2 settimane, poiché nelle varie liste erano presenti migliaia  di candidati, ad ogni telefonata l'amico o il conoscente dichiarava di aver già promesso il suo voto ad un’altra persona, mi sono scocciato, ho interrotto ogni propaganda, ho telefonato ai due delinquenti, liberandoli dall'impegno preso e di vendere sul mercato i voti da loro controllati ed ho atteso l'esito degli scrutini sicuro di una delusione scottante, che puntualmente si è verificata: meno di 100 preferenze, un risultato in netto contrasto con le mie precedenti esperienze elettorali; infatti nel 1985 (quando esisteva la preferenza multipla) presi diecimila voti alle elezioni regionali e nel 2002, risultai il candidato più votato in Campania e non diventai senatore unicamente perché il Partito radicale per un'inezia non raggiunse il quorum.

Achille della Ragione

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