Ieri è giunta la notizia ufficiale (ma da qualche giorno se ne aveva sentore) riguardante la sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro con la quale il SYBARIS MOTEL, da diversi anni chiuso perché posto sotto sequestro e confiscato, torna nella disponibilità di Augusto Costa (Agostino, per chi lo conosce da sempre) e quindi, si spera, che riapra al più presto i battenti e riprenda a svolgere la funzione per la quale era stato pensato, ideato, costruito e gestito.
Chi vive nella sibaritide conosce le vicende che hanno portato alla confisca dell’importante struttura alberghiera che, dopo alcuni anni di gestione giudiziaria molto “sui generis” durante i quali più della metà degli addetti aveva perso la propria occupazione, ha portato alla chiusura definitiva creando non pochi disagi ai circa 40 dipendenti che si sono trovati senza lavoro.
Ci sarebbero interessanti episodi avvenuti durante il periodo dell’amministrazione giudiziaria da approfondire, ma siamo sicuri che gli inquirenti, se non l’hanno già fatto, andranno fino in fondo anche in questi fatterelli “spiccioli”. E non si può neanche tacere di chi si era affrettato a “vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso”, ci riferiamo a tutto l’ambaradan che è stato a suo tempo creato per voler destinare il Motel ad uso sociale con una decisione, a parer nostro troppo frettolosa, presa davanti al prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, con il sindaco di Cassano all’Jonio, Giovanni Papasso, il rettore dell’Unical, Gino Mirocle Crisci, il vescovo della Diocesi di Cassano, monsignor Francesco Savino e il delegato dell’associazione Libera, don Ennio Stamile. Usiamo il termine “frettolosa” non a caso, perché si sapeva che era in atto un ricorso presso la Corte d’Appello di Catanzaro promosso proprio dal titolare Agostino Costa assistito dagli avvocati Enzo Belvedere e Antonio Sposato e sarebbe stato, quanto meno, più corretto attendere il risultato dell’attività giudiziaria.
Già si erano preparati elenchi di chi avrebbe avuto “il piacere” di essere coinvolto nella futura gestione “sociale” (sic) dell’importante immobile, il cui valore approssimativo era stato fissato (secondo noi per difetto) intorno ai 5 milioni di Euro.
Sul quotidiano on-line www.cosenzachannel.it che ha diffuso la notizia, campeggia una frase che riportiamo integralmente: “Il motel Sybaris, tuttavia, non è più un bene confiscato e potrà essere riaperto da Augusto Costa.
Noi di Sibari ci auguriamo che Agostino riesca ad avere al più presto possibile tutto quanto necessario per poter riaprire l’attività, ci riferiamo alla documentazione, per il resto siamo certi che non gli faranno difetto né la forza, né il coraggio di ricominciare.
Dal nostro modesto sito, che ribadiamo ancora una volta, non è un giornale ma una specie di “tazebao” dove vengono espresse opinioni e raccontati fatti e vicende del nostro territorio e NON SOLO, vogliamo ricordare all’opinione pubblica ed eventualmente agli inquirenti che nelle vicende riguardanti diversi finanziamenti pubblici per strutture turistiche della sibaritide sono coinvolte molte “eminenti figure politiche”, (autentiche “eminenze grigie”), che quasi sempre restano ai margini delle inchieste e continuano però ad occupare gli scanni di consiglieri e assessori regionali, provinciali e comunali e, talvolta, anche di camera dei deputati e del senato.
Antonio Michele Cavallaro
Nell'allegato pubblichiamo un'interessante nota riguardante le regole per gestire in modo corretto, da parte di un amministratore giudiziario, una proprietà confiscata.