(Cenzino in una foto del '69) La notizia della improvvisa morte di Cenzino Guaragna mi ha colto impreparato (ma si è mai preparati alla morte?) e mi ha lasciato addolorato e basito. Erano alcni mesi che non lo vedevo e, pur sapendo che non stava molto bene, non pensavo dell'aggravarsi del suo male. Pur se fra di noi vi erano sette anni di differenza, lo ricordo perfettamente quando ragazzino collaborava con noi più grandi nell'organizzare manifestazioni che coinvolgevano un po' tutti, grandi e piccini. Più tardi, quando tornai dal mio lungo soggiorno all'estero, lo trovai al Museo Archeologico dove accoglieva sempre me e miei ospiti, con garbo e con grande disponibilità. Il suo modo di vedere le cose del mondo collimava quasi sempre col mio, quindi nelle nostre chiacchierate, improntate sempre a grande franchezza, alla fine ci si trovava d'accordo. Con Cenzino se ne va un altro personaggio di quella Cassano che ha vissuto momenti di esaltazione e di grandi speranze, se non si sono tutte tramutate in realtà, non è certo colpa di quella gioventù, tradita semmai da chi aveva approfittato del suo entusiasmo. Ho partecipato al mesto rito funebre, ma non potevo lasciare il mio amico senza un ricordo, una parola di commiato, so che lui l'avrebbe voluto, me lo vedo davanti col suo sorriso calmo, asciutto, mai esagerato ed ora non posso che dirgli grazie per l'amicizia che mi ha regalato senza mai nulla reciprocamente pretendere, con quella stima che me lo ha fatto sempre rispettare. Ho parlato di lui con un altro comune amico, Peppino Martire, ed insieme abbiamo deciso di scrivere ognuno il proprio pensiero, affinché, anche solo per pochi minuti potesse rivivere nel nostro ricordo.(Tonino Cavallaro)
Quando muore un amico di gioventù cala quella tristezza che ti porta poi ai ricordi di un tempo passato e a momenti vissuti nella spensieratezza e nella felicità delle piccole cose.
Legami con un certo tipo di valori, quando non si aveva niente e si aveva tutto: i sogni di un futuro a misura d'uomo.
La dipartita dell'amico Cenzino Guaragna mi ha fatto andare indietro nel tempo ed ho rivisto il nostro stare insieme di una volta, fatto di giochi, solidarietà e condivisione di valori che ci inculcavano con semplicità la famiglia, la scuola e la Chiesa.
Voglio ricordare il Cenzino adolescente e sportivo.
Era il 1966, campionati mondiali di calcio in Inghilterra, il nostro Wembley era lo spiazzo dove adesso sorge il Municipio, ci si vedeva tutti i giorni dopo le partite alla TV (per chi poteva vederle) e su quel pezzo di terra emulavamo i campioni del mondiale.
Cenzino era timido e gracilino fisicamente, ma il suo temperamento era da duro quando entrava sull'avversario....o pallone o piede.
Alla fine stremati eravamo contenti, con qualche ammaccatura e il sangue che colava dalle ginocchia, a quel tempo nessuno portava i pantaloni lunghi...e ci si dimenticava delle ramanzine che subivamo una volta tornati a casa da parte dei genitori.
Assetati si andava allo "zampillo" della villa comunale oppure ci aspettava come sempre la mamma di Peppino Di Pressa per un rinfresco.
Per il suo fisico Cenzino non volle giocare mai in squadra ufficiale, ma per lui importante era divertirsi con noi. Successivamente ebbi modo di constatare la sua tenacia e la forza di volontà quando ci preparammo per una corsa campestre disputata poi a Mormanno con il CSI (Centro Sportivo Italiano), ci vedavamo tutti i giorni a casa mia: Cenzino, Peppino Di Pressa ed io, ci allenavamo sino alla fontana del Fiego e ritorno.
Allenamento duro, che lui non soffriva molto perchè aveva una resistenza unica e lottava come un leone, purtroppo la vita gli ha riservato una gara ancora più dura ed il suo fisico ha dovuto arrendersi.
E' triste constatare che molti amici ci hanno lasciato, l'unica mia consolazione e che Cenzino sarà felice di incontrare Pierino, Luigino, Narduzzo, Totonno ecc......e come diceva il compianto don Peppino Campana al termine di ogni funerale : "arrivederci in Paradiso". (Peppino Martire)
Il nostro pensiero va alla Moglie ed ai Figli, siamo loro vicini in questo momento di tristezza e di dolore.