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Di cosa parliamo quando parliamo di Gaza

gaza.jpgOgni volta che sentivo parlare della "Striscia di Gaza", mi chiedevo: "ma che cos'é, un territorio, una città, una regione?" Ieri mi sono imbattuto nel settimanale "Internazionale" diretto da Giovanni De Mauro ed ho letto tutto d'un fiato quello che quel bravo giornalista aveva scritto. Alla fine della breve lettura di fiato me n'era rimasto poco. Mi permetto di approfittare dell'occasione per esprimere il mio pensiero sull'argomento "Palestina-Israele". So già che qualcuno non sarà d'accordo, ma si tratta di idee frutto di esperienze personali. "Nella mia vita mi é capitato di lavorare insieme a gente di diverse nazionalità, cultura e religione, compresi alcuni Ebrei. L'azienda nella quale lavoravo era una multinazionale, quindi senza alcuna difficoltà di ordine razziale. Con tutti ho avuto scambi interessanti e arricchenti, con gli Ebrei no. Perché? intanto loro sono i migliori, sanno tutto, la loro fede non é discutibile (anche altri lo sono, ma meno definitivi) insomma, puzza sotto il naso, alla fine, anche professionalmente. Ora, Israele è uno stato creato dal nulla dagli stati occidentali, che in questo modo pensavano di aver risolto il problema che, chissà perché, nessuno li voleva. Dove pensano di creare quello stato, ma ovviamente in Palestina dove da 500 e passa anni ci stà già un altra popolazione. Non frega niente a nessuno, si fa a spallate e chi le ha più robuste vince. Così abbiamo un nuovo stato, per giunta si pretende che sia europeo. Ora immaginate se noi europei volessimo recuperare quello che è stato per 1400 anni l'impero cristiano bizantino, dovremmo scacciare i turchi. Non sarebbe una cosetta facile facile, o no? Se si vuole che questo stato israelita continui a vivere, è necessario che chi lo ha creato (l'occidente) si rimetta attorno ad un tavolo e cominci a determinare dei confini definitivi tra i due stati Palestina e Israele, mettendo a difesa di questi, forze internazionali. Non c'é alternativa, in caso contrario continueranno ad ammazzarsi ancora per secoli e sempre per la maggior gloria di Dio".(A.M.Cavallaro)

"La superficie della Striscia di Gaza è di 360 chilometri quadrati. Roma, per fare un confronto, con i suoi 1.285 chilometri quadrati è tre volte e mezzo più grande. Gli abitanti di Gaza sono 2.098.389, quelli di Roma sono 2.748.109. Il 71 per cento degli abitanti di Gaza ha lo status di rifugiato. A Gaza le persone tra 0 e 14 anni sono il 39 per cento della popolazione (in Italia sono il 12 per cento); quelle con più di 65 anni il 2,9 (in Italia sono il 23 per cento). A Gaza l’età media è di 18 anni, in Italia di 46 anni. Il tasso di crescita della popolazione è dell’1,9 per cento, mentre in Italia è negativo: -0,1 per cento. A Gaza il tasso di mortalità infantile è di 14 morti ogni mille bambini nati vivi, da noi è di 3 morti ogni mille. La speranza di vita alla nascita è di 75 anni a Gaza, di 82 anni in Italia. A Gaza nel 2022 l’elettricità c’è stata in media per 13 ore al giorno. E il 96 per cento dell’acqua dell’unica falda acquifera non è adatta al consumo umano: 1,8 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria per l’acqua, i servizi igienico-sanitari e l’igiene. A Gaza la densità di letti ospedalieri è di 1,3 ogni mille abitanti, in Italia è quasi il triplo. A Gaza nel 2022 più di ventimila pazienti hanno chiesto un permesso per potersi curare all’estero; Israele ha respinto o ritardato il 34 per cento di queste richieste. A Gaza ci sono 32 alunni e alunne per ogni insegnante. L’aspettativa di vita scolastica è di 13 anni a Gaza, di 16 anni da noi. Il tasso di disoccupazione tra i giovani di Gaza è del 75 per cento, in Italia del 21 per cento. Il pil pro capite di Gaza è di circa 900 euro, quello italiano è di 30.855 euro. L’80 per cento degli abitanti di Gaza dipende dagli aiuti umanitari e le persone che vivono sotto la soglia di povertà sono l’81 per cento della popolazione, il 9,4 per cento in Italia. Gli abitanti della Striscia di Gaza non possono andar via né tornare liberamente".

Fonte: Settimanale "Internazionale", Giovanni De Mauro

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