Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 10,35-45. - In quel tempo, si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo».
Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero:
«Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo».
E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete.
Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni.
Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere.
Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore,
e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti.
Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
COMMENTO DI DON MICHELE MUNNO
XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – B
21 ottobre 2018
Quanta fatica fanno i discepoli, di ieri e di oggi, ad entrare nella logica di Gesù! Quanta fatica facciamo noi!
Senza nasconderci dietro una falsa ipocrisia dobbiamo ammettere con franchezza che quella richiesta subdola di potere, tutta inficiata di “mondanità”, che si cela nella domanda di Giacomo e Giovanni, troppo spesso si insinua anche nel nostro modo di pensare e di vivere la nostra vita cristiana! “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo ... Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”!
Quante volte anche nel nostro cuore emerge, triste, lo spirito del “mondo”, che ci fa vivere il nostro essere cristiani, il nostro appartenere alla Chiesa, come un “ottenere un posto”, come una modalità di “esercizio di potere”!
Un modo “triste” di pensare e di agire perché deforma anche il nostro rapporto con Gesù, il Quale, in fin dei conti, diventa uno “strumento” per le nostre malsane passioni: “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”!
Tanti si tengono alla larga dalla vita delle nostre Comunità cristiane perché un tale modo di pensare e di fare crea “scandalo”!
Attenzione, però, la Parola, che mette a nudo i pensieri e i segreti dei cuori ci avverte: sbagliano i due figli di Zebedeo, ma sbagliano anche gli altri dieci che si iniziano ad indignarsi con loro!
Forse Giacomo e Giovanni sono stati meno ipocriti degli altri dieci, mettendo a nudo i propri “desiderata”!
In fondo, forse anche nel cuore degli altri dieci albergavano le stesse tristi aspirazioni!
Perché “il potere logora” ... “chi non ce l’ha” avrebbe aggiunto un noto esponente – ora defunto – della vecchia DC
Il “potere”, semplicemente, “logora”!
È ciò che Gesù cerca di far comprendere ai suoi discepoli, a noi!
Logora nella misura in cui è esercitato come affermazione di sé, nella misura in cui è concepito come “dominio” sugli altri; un dominio, che, in definitiva, porta all’oppressione!
Ma per noi non può essere così!
No! Quante volte ancora il Signore Gesù dovrà ripetercelo! No, così non va!
La via che Lui ci ha indicato e sulla quale ci chiede di seguirlo decisamente non è quella del potere, ma quella del servizio … non è quella del dominio, ma quella del dono gratuito di sé ... spinto fino all’estremo!
Altro che “posto”, altro che “gloria”, altro che “potere”!
La via che Gesù torna ad indicarci – e da ciò dipende la nostra felicità – è quella del servizio e del dono della vita!
Più accettiamo di servire, più impariamo a donarci più sperimenteremo la forza rigenerante del Battesimo in cui siamo stati immersi e della comunione al Calice al quale beviamo!
Se il Battesimo e la Comunione non ci portano a fare nostra, giorno dopo giorno, la mentalità e lo stile Gesù, riduciamo questi sacramenti a semplici e insignificanti riti esteriori, che celano la nostra ipocrisia, ma che non ci salvano … anzi!
Che la memoria viva del nostro Battesimo e la Comunione al Calice del Sangue di Gesù, versato per noi e per tutti, convertano il nostro modo meschino di pensare e, manifestandoci il Suo Amore, ci aprano alla speranza che è davvero possibile vivere la “differenza cristiana” che si realizza nel servizio gratuito e disinteressato e nel dono di sé!
Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo! Amen.