Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 10,46-52. In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare.
Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!».
E Gesù gli disse: «Và, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.
COMMENTO DI DON MICHELE MUNNO
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – B
28 ottobre 2018
All’arroganza presuntuosa e saccente della richiesta di Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che la Liturgia ci presentava nel racconto evangelico della scorsa domenica – “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo!” – segue la richiesta umile e fiduciosa di Bartimèo (figlio di Timèo): “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me”!
È concertante la proposta che Gesù rivolge a Bartimèo! Sconcertante perché sembra echeggiare, ribaltando la prospettiva, proprio la richiesta delirante di Giacomo e Giovanni!
Infatti, se questi due discepoli, nel Vangelo di domenica scorsa, con arroganza, si erano avvicinati a Gesù, chiedendogli: “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo!”, oggi è Gesù stesso che chiede a Bartimèo: “Che cosa vuoi che io faccia per te?”.
“Rabbunì, che io veda di nuovo!”. È questa la richiesta di fede che il cieco, che siede lungo la strada a mendicare, rivolge a Gesù.
È questa la richiesta che anche noi dovremmo muovere a Gesù, provocati dalla sua domanda, dopo aver ricevuto “la lezione” che Gesù stesso, domenica scorsa, ha fatto a noi, insieme a Giacomo, Giovanni e agli altri dieci “indignati”: servire, amare, dare la vita!
Il desiderio di dominio e di potere ci acceca!
Sì, ogni volta che noi non viviamo secondo la logica di Gesù e ci lasciamo sedurre dalla logica “mondana” del potere, del dominio e del successo, diventiamo ciechi!
E cosa può salvarci da questa cecità? Solo la fede! … e la fede nasce dall’ascolto, da un ascolto che diventa incontro con il Signore Gesù!
È particolarmente interessante, a questo proposito, la dinamica del racconto del Vangelo di questa domenica.
Bartimèo, cieco, è seduto a mendicare.
Il nostro egoismo ci acceca, ci “siede”, ci ripiega!
Quante volte anche noi mendichiamo, cerchiamo qualcosa che riempia la nostra vita, qualcosa che ci dia senso … ma restiamo bloccati, seduti, incapaci di alzarci!
“Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare”.
“Sentendo”! C’è una capacità di ascolto che noi dobbiamo esercitare! La fede nasce dall’ascolto … da un annuncio che qualcuno ci ha dato: “C’è Gesù! Eccolo, ora sta passando nella tua vita!”.
Quante volte abbiamo ascoltato questo annuncio! Ma quante volte la nostra cecità ha soffocato il nostro grido di aiuto!
In fondo, stiamo bene così … seduti, ripiegati nella nostra meschina mediocrità!
Oggi, Bartimèo ci viene additato come modello, perché possiamo osare anche noi quel grido di aiuto: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me”!
Gesù non resta indifferente a questo grido!
L’autore della Lettera agli Ebrei, nella seconda lettura, ci ricorda che “Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore”!
Gesù ha compassione di noi! Egli vuole la nostra “conversione”, la nostra salvezza!
Ma solo da un cuore veramente umile, capace di riconoscere le proprie miserie, la propria cecità, può sgorgare questo grido di fede!
Infatti, senza umiltà, senza fede autentica, saremo capaci solo di muovere arrogati richieste, vuote pretese, come quella delirante di Giacomo e Giovanni!
A Gesù noi non dobbiamo chiedere un posto, la gloria … da Gesù, con grande umiltà, dobbiamo implorare salvezza!
E anche se la logica del mondo, come i “molti” della narrazione evangelica di oggi, dovesse “rimproverarci”, tentando di farci tacere, non conformiamoci, ma gridiamo più forte!
Abbandoniamo le false certezze – il nostro “mantello” – e lasciamoci rimettere in piedi da Gesù, che oggi, attraverso la voce dalla sua Chiesa, continua a ripetere a ciascuno di noi: “Coraggio! Àlzati, ti chiama”!
Amen.
Nell'allegato Il foglio Informativo sulle attività dela Parrocchia di San Giuseppe in Sibari dal 28 Ottobre all'11 Novembre