Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 8,1-11. - In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi.
Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.
Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».
Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; và e d’ora in poi non peccare più».
COMMENTO DI DON MICHELE MUNNO
7 APRILE 2019 V DOMENICA DI QUARESIMA – C (Is 43,16-21; Sal 125; Fil 3,8-14; Gv 8,1-11)
L’esperienza tratteggiata dal profeta Isaia nella prima lettura descrive l’opera che il Signore, sempre, vorrebbe realizzare per il suo popolo e per ciascuna delle sue creature: aprire strade di speranza dove sembra impossibile, in modo da non farci rimpiangere il nostro passato fatto di brutture, di peccati, di oppressione ... il Signore, sempre, vuole fare per noi “una cosa nuova”! Quest’opera, che nel cammino della quaresima di quest’anno liturgico abbiamo chiamato anche “trasfigurazione” (seconda domenica), “conversione” (terza
domenica), del “ritorno” (quarta domenica), consiste nell’incontro con il Signore Gesù! È ciò che sembra aiutarci a comprendere e stimolarci a vivere la Parola che ascoltiamo in questa quinta domenica. È Cristo “tutto il bene, il solo bene, ogni bene”, la “perla preziosa” e il “tesoro” per cui vale davvero la pena giocarsi tutta la propria esistenza, poiché Lui, Lui solo, è capace di stravolgere la vita di ogni uomo, salvandola dall’appiattimento e dalla tristezza di un’esistenza “vuota” e priva di senso! L’esperienza di Paolo, descritta nella seconda lettura, tratta dalla Lettera ai Filippesi è paradigmatica. L’Apostolo – in catene a motivo di Cristo! – esorta la comunità ad avere gli stessi sentimenti di Gesù e a ritenere, sul suo esempio, tutto una perdita – sterco! – a motivo di Cristo. Quelle di Paolo non sono parole vuote e verbose, egli infatti consegna e addita la sua esperienza e la sua personale fatica: “non ho raggiunto la meta, non sono arrivato alla perfezione, ma mi sforzo di correre”. Paolo cerca di “conquistare”, in tal modo, Colui che l’ha “conquistato” per primo! Paolo dice di se stesso che è stato “conquistato” da Cristo! I continui appelli alla conversione, al ritorno, alla trasfigurazione, che ci sono stati ripetutamente consegnati in questo tempo forte della quaresima, convergono verso questa meta: lasciarsi “conquistare” da Cristo! Anche l’esperienza della donna adultera, di cui ci parla il Vangelo di questa domenica, è l’esperienza di una “conquistata”, l’esperienza di una vita “nuova”, di una “resurrezione” operata dall’incontro con il Signore Gesù. Perché chi incontra Cristo e si lascia conquistare da Lui fa esperienza di “novità” di vita, di “resurrezione”! Questa donna, di cui non conosciamo il volto, porta i tratti sfigurati di ciascuno di noi. Tutti, infatti, abbandonandoci al peccato, siamo dei “condannati” a morte e, contemporaneamente, siamo “condannatori” degli altri, pronti a scagliarci contro, quasi a coprire, additando gli altri, il nostro peccato! La Parola di Gesù ci aiuta a prendere coscienza della nostra miseria (“Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”), a non condannare e a non sentirci dei condannati. Egli ci offre, ancora una volta, una opportunità: “va’ e d’ora in poi non peccare più”! A lui non interessa il nostro passato – “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche”! – perché, se ci saremo realmente lasciati “conquistare” da Lui, la nostra vita, come quella di Paolo, avrà finalmente una meta, una direzione precisa verso la quale “sforzarsi di correre”. Lo sguardo “conquistatore” e la mano tesa di Cristo, sempre pronta a rialzarci, ci aiutino anche a non condannare i fratelli accidentati, che incontriamo lungo il cammino, ma ci contagino quella compassione che rimette in piedi, che incoraggia, che invita a guardare verso l’unica meta, verso la quale, insieme, dobbiamo sforzarci di correre. “Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete”? Che la novità della Pasqua ci conquisti e ci spinga a conquistarla sempre! Amen.