Era il 31 Maggio del 2015 quando Mons Francesco SAVINO da Bitonto faceva il suo primo ingresso ufficiale nella nostra diocesi e nella città di Cassano. Dopo la partenza di mons. Nunzio Galantino l'attesa per il nuovo pastore era stata pregna di speranza e i fedeli di quella che era stata la "diocesi dei due mari" sono stati accontentati perché mons. Savino fin da subito ha portato una ventata di gioviale, ma non banale, "freschezza" nell'ambiente diocesano, sia nel clero che nei laici, evidenziando anche un "modus agendi", improntato al rigoroso rispetto del Vangelo e della liturgia. I quattro anni appena trascorsi sono stati anche densi di avvenimenti, alcuni anche tristi, che hanno coinvolto la popolazione cassanese, come lo scioglimento del consiglio comunale, durante i quali il nostro presule ha preso decisioni che mi piace definire "coraggiose" e, a prescindere dalla loro condivisibilità, sono state comunque sempre rispettose delle persone e della sensibilità religiosa locale.
Durante la cerimonia religiosa per la Festa della VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA ha pronunciato l'Omelia che pubblichiamo nell'allegato e che, in alcuni passaggi, ha particolarmente colpito l'auditorio: "Sento il bisogno di perdono da parte di qualcuno che ho inconsapevolmente offeso, ferito o deluso" .... "Spesso a noi risulta difficile prendere decisioni, soprattutto in situazioni complesse e complicate"..."Ci manca il coraggio di fare a meno del consenso, se non di molti, almeno di qualcuno che temiamo di offendere".
Non sono frasi buttate lì a caso, anzi. Poichè mons. Savino ci ha abituati al suo modo di parlare "a braccio" con argomentazioni infiorate di dotte citazioni, in questa Omelia (il maiuscolo non è casuale) scritta e frutto certamente di meditazione non superficiale, ha colpito il tono particolarmente ispirato, il tutto coronato dalla splendida preghiera finale, che da sola, merita una lettura profondamente meditata.
Grazie mons. Savino per questo insegnamento e a mia volta le chiedo perdono se in qualche occasione l'ho offesa, ferita o delusa.
Antonio Michele Cavallaro