A Pasqua, l’interrogativo che spesso si pone chi, come noi è cresciuto nell’ambiente cattolico, ha frequentato il catechismo, è stato battezzato, comunicato e cresimato, è quello sulla credibilità della nostra reincarnazione quando sarà il momento scelto da Dio. E’ uno dei misteri, forse il più incredibile, che ci assilla e che mette alle strette la nostra Fede. Qualcosa che travalica ogni umana ragione, suscita titubanza ma, nello stesso tempo, è speranza nella promessa che il bene fatto, elargito e ricevuto nella vita da ognuno di noi non cadrà nell’oblio.
Ho letto di recente, offertomi da un carissimo amico che ogni tanto mi aiuta a ritrovare la via giusta nella mia vacillante Fede, un breve saggio-dossier di Francesco Brancato dal titolo "La Resurrezione della carne: Scandalo o Profezia?" che ho trovato particolarmente illuminante.
Ho pensato che in questo inusuale e solitario Lunedì di pasquetta, forse troverete il tempo per una riflessione più approfondita su questo argomento che nei secoli ha suscitato dubbi e perplessità sfociate talvolta in pesanti scomuniche e così nell’allegato, sperando di far cosa gradita, ho inserito l’intero saggio. Di seguito ve ne offro uno stralcio per stuzzicare la vostra curiosità. BUONA LETTURA, augurandovi una serena Pasquetta in questo tempo di Corona Virus. (Tonino Cavallaro)
“Noi professiamo la nostra fede non nella risurrezione dei morti, ma in Dio che nel suo Figlio morto e risorto ridarà la vita anche ai nostri corpi mortali; noi conosciamo e conosceremo lui «con la potenza della sua resurrezione» (Fil.3, 10). Per questa ragione sin dall'antichità, nel Simbolo di fede, i cristiani, professando la fede in Gesù Cristo che è stato risuscitato«il terzo giorno secondo le Scritture», nella medesima formula
aggiungono: «Aspettiamo la risurrezione dei morti». Paolo non cessa di affermarlo: «Risusciteranno i morti in Cristo» (1 Ts 4, 16); «Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti» (1 Cor 15,20).
Per utilizzare una felice intuizione nata in un altro contesto, si potrebbe dire che la risurrezione finale non sarà una creatio ex novo,quanto piuttosto una creatio ex vetere (J. Polkinghorne), ovvero: Dio non sostituirà il vecchio corpo corruttibile con un corpo nuovo, immortale, degno della vita eterna, ma darà vita a questo nostro corpo sebbene trasfigurato dal!' azione dello Spirito, liberato dalla corruzione della morte, inabitato perfettamente dalla grazia, reso glorioso dalla vita di comunione con Dio, pienamente riconciliato con l'universo rinnovato e fatto uno con il corpo glorioso di Cristo.
Come avverrà tutto questo? Non ci è dato di saperlo. Risorgeremo, dunque, perché Cristo è risorto."