Oggi 2 maggio si commemora una figura di Santo che dovrebbe essere conosciuta meglio, almeno da tutti i cristiani cattolici e ortodossi, Sant’Atanasio vescovo di Alessandria (295-2 maggio 373). Quando l’arianesimo stava prevalendo nei confronti di quella che oggi consideriamo la vera Fede, questo grande Santo rimase praticamente solo a difendere la consunstanzialità di Cristo: cioè Cristo fu “generato non creato, della stessa sostanza del Padre”, come ricordiamo quando recitiamo il “Credo”.
Nel IV sec. i seguaci di Ario insistevano nel dire che Gesù fosse stato “creato” da Dio quindi una specie di “principe degli angeli” e non figlio di Dio e Dio egli stesso nella Trinità. Una questione di difficilissima soluzione. Alla fine la tesi di Atanasio prevalse dopo varie vicissitudini. Ancora oggi la questione è aperta ed è uno dei nodi più indissolubili tra le tre più importanti religioni monoteiste. Sant’Atanasio scrisse la vita di Sant’Antonio Abate di cui fu seguace e propugnò il monachesimo anacoretico. A proposito dei suoi avversari seguaci dell’arianesimo diceva:
«Volete essere figli della luce, ma non rinunciate ad essere figli del mondo. Dovreste credere alla penitenza, ma voi credete alla felicità dei tempi nuovi. Dovreste parlare della Grazia, ma voi preferite parlare del progresso umano. Dovreste annunciare Dio, ma preferite predicare l’uomo e l’umanità. Portate il nome di Cristo, ma sarebbe più giusto se portaste il nome di Pilato. Siete la grande corruzione, perché state nel mezzo. Volete stare nel mezzo tra la luce e il mondo. Siete maestri del compromesso e marciate col mondo. Io vi dico: fareste meglio ad andarvene col mondo ed abbandonare il Maestro, il cui regno non è di questo mondo».
A prescindere dalle teorie di tipo teologico, nel dire di Sant’ Atanasio intravedo moltissimi paralleli con la religiosità di facciata che viene sbandierata anche oggi da molti insigni prelati dei nostri tempi. Credo che bisognerebbe riprendere e approfondire con serietà i dettami che dopo il concilio di Nicea sono diventati “dogmi” della Chiesa. Sant’Atanasio è certamente una figura di Santo da conoscere meglio e bene, ci sarà pure un qualche motivo se ancora oggi la sua figura crea non poche perplessità anche nei più esperti teologi.
Chiudo questa mia piccola riflessione su quel che ho considerato da sempre uno dei più grandi uomini di Fede cristiano-cattolica con un brano estrapolato da un’ottima nota biografica del Santo di Corrado Gnerre:
“Ancora due cose vanno messe in rilievo. La prima: ai tempi di sant’Atanasio a difendere la Fede ci fu solo lui e una piccola comunità, i vescovi dell’Egitto e della Libia. Solo loro seppero mantenere accesa la luce della fede. La seconda: è significativo che colui che combatté da solo contro l’eresia ariana, non fu mai un teologo. La sua grande sapienza teologica, più che dagli studi, gli venne dall’incontro con i suoi maestri cristiani che testimoniarono il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano; e soprattutto dall’incontro con il grande sant’Antonio. Ario, invece, raccoglieva grande consenso per la sua grande preparazione biblica e teologica. Era insomma come tanti teologi che oggi vanno per la maggiore nei dibattiti, nelle prime pagine dei quotidiani e nei talk-show televisivi. Atanasio però sapeva quanto qui stesse l’insidia del demonio. Nella sua celebre Vita di Antonio egli riporta un insegnamento del suo grande maestro: «[...] i demoni sono astuti e pronti a ricorrere ad ogni inganno e ad assumere altre sembianze. Spesso fingono di cantare i salmi senza farsi vedere e citano le parole della Scrittura. [...]. A volte assumono sembianze di monaci, fingono di parlare come uomini di fede per trarci in inganno mediante un aspetto simile al nostro e poi trascinano dove vogliono le vittime dei loro inganni».
Finisco ricordando che Sant’Atanasio è il patrono del bel borgo di Santa Sofia d’Epiro ed a lui è dedicata la splendida chiesa parrocchiale di rito greco-bizantino-cattolico, che vi invito a visitare, in alto una foto della bellissima iconostasi.
Antonio Michele Cavallaro