Proveniente dal mondo dorato della nobiltà sabauda, Francesco scelse la via del sacerdozio dopo gli studi giuridici compiuti a Parigi e a Padova. L’instancabile attività ministeriale, dispiegata in una regione prevalentemente calvinista come lo Chablais, gli meritarono (all’età di 32 anni) la nomina a coadiutore del vescovo di Ginevra, a cui successe nella guida della diocesi dal 1602 al 1622. Con s. Giovanna Francesca Frémyot, baronessa di Chantal, avviò un istituto femminile (aperto anche a vedove e malate) con fini assistenziali. Fu solo per il suo alto senso di fedeltà a Roma che si piegò a trasformare la congregazione in ordine claustrale, ancora esistente col titolo di Visitazione di S. Maria. In un periodo inoltre, dominato dall’idea che la perfezione fosse raggiungibile solo nello stato sacerdotale e religioso, insegnò l’esatto contrario e scrisse al riguardo un’opera intramontabile come l’Introduzione alla vita devota o Filotea.
Capacità di andare controcorrente, lungimiranza, modernità, dunque, di cui Francesco di Sales aveva già dato prova nel primo confronto col mondo riformato. A mezzi classici come la predicazione e la disputa teologica egli ne aveva escogitato uno, davvero particolare: pubblicazione di fogli volanti (i cosiddetti manifesti) che, pensati come mezzo di catechesi e informazione religiosa, potevano raggiungere tutti attraverso l’affissione murale o la consegna ai singoli usci. A toni polemici e atteggiamenti severi Francesco preferì inoltre il metodo del dialogo e della dolcezza, seguendo la massima: «Se sbaglio, voglio farlo per troppa bontà piuttosto che per troppo rigore». Vi si attenne anche negli scritti (dalle oltre 30mila lettere a un capolavoro di mistica come il Trattato dell’amore di Dio), redatti fra l’altro con un linguaggio semplice e insieme elegante, coinvolgente e ricco d’immagini. Fu dunque una giusta valutazione quella che indusse Pio XI a proclamare Francesco di Sales, il 26 gennaio 1923, patrono di «tutti quei cattolici, che con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina»
- a cura di Michele Sanpietro
- Spirito e Fede
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San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Messaggio di mons. Savino
Oggi si commemora San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, ogni anno il vescovo di Cassano Ionio, mons. Francesco Savino, invia il suo personale messaggio beneaugurante ai giornalisti della diocesi. Anche quest'anno ha voluto far giungere una sua riflessione e, nonpotendo farlo in persona per impegni che lo trattengono a Roma, lo fa per tramite della bravissima Caterina La Camera che, insieme agli auspici del prelato, allega il suo personale augurio per tutti i suoi colleghi di una Santa Giornata in onore del Santo Patrono San Francesco di Sales. Ci prendiamo anche noi gli auguri, potremmo dire "li rapiniamo", non essendo giornalisti con tanto di "tesserino", ma semplici divulgatori che possono permettersi il lusso di "condire" le notizie con considerazioni proprie, svincolate da qualsivoglia tipo di remore o pregiudiziali di vario genere, fedeli al motto: "Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che é nascosto, dare testimonianza, e pertanto essere molesto". (Horatio Verbitsky - 1942 vivente - giornalista e scrittore argentino. È uno dei principali esponenti del movimento argentino per la difesa dei diritti umani e tra i responsabili della sezione americana di Human Rights Watch) (A.M.Cavallaro)
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Nell'allegato il messaggio di mons. Savino.
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Notizie flash su San Francesco di Sales:
S. Francesco di Sales (1567-1622), patrono dei giornalisti. Perche mai? Interrogativo, questo, che non potranno non porsi con stupore quanti si accontentano di esemplificazioni storiche e luoghi comuni. Che cosa abbiano da spartire i mezzi di comunicazione sociale con un vescovo e teologo del ‘600 sarà difficilmente comprensibile da chi considera tout court l’età della Controriforma come trionfalistica e clericale. Ma come la stagione tridentina fu molto più di questo, così l’attività di mons. di Sales andò ben al di là di quella di un abile controversista in abito viola.