Dopo il Convegno avvenuto sabato scorso nell'apposita sala del Museo Nazionale Archeologico di Sibari e riguardante la drammatica situazione in cui versano gli appassionati di nautica residenti all'interno del grande bacino artificiale "Sybaris Marine", oggi la preannunciata manifestazione popolare ha avuto regolare svolgimento. Circa 200 persone si sono avviate dalla guardiola della vigilanza dei "Laghi di Sibari", parte a piedi e parte col trenino messo a disposizione dell'Associazione per chi aveva problemi di deambulazione, per giungere all'incrocio con la strada comunale che fa da collegamento alla SS106 Bis. La manifestazione si è svolta con compostezza e ci siamo meravigliati per l'ingente spiegamento di forza pubblica: Carabinieri, Finanza, polizia municipale ma soprattutto della Polizia di Stato che ha inviato una ventina di poliziotti tutti ben piantati, armati di manganello e scudo antisommossa. A una certo punto, a chi come me aveva vissuto qualche spiacevole accadimento sessantottino, è sembrato che la tranquilla sfilata di popolo, formata quasi tutta da anziani o prossimi alla terza età, dovesse trascendere in una bagarre tra polizia e manifestanti, che più che gridare ad alta voce le proprie ragioni, tutto sommato, altro non facevano. Qualche facinoroso, a dire il vero, incitava la "sparuta" folla a bloccare la strada, ma la ferma reazione del responsabile del "pattuglione di armadi vestiti da poliziotti" ha bloccato sul nascere ogni velleità.
Il tono un po' scanzonato del cronista non deve far pensare ad una manifestazione senza significati, lo striscione che campeggiava in testa al corteo, però, parlava chiaro "SOS LAGHI DI SIBARI - SIAMO OSTAGGIO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE", il riferimento era chiaro per i cittadini della sibaritide, per chi vive lontano è necessario chiarire che cosa volessero intendere gli utenti del più grande porto turistico del mediterraneo, aggiungiamo noi "privato".
In effetti il grande canale che collega il bacino artificiale interno al mare si insabbia di continuo da sempre, quindi impedisce di fatto agli appassionati di nautica di uscire in mare aperto e, ad ogni principio d'estate, è necessario dragarne l'ingresso con costi di una certa importanza. Fin quando quest'onere è stato sostenuto dall'associazione dei Laghi di Sibari di cui fanno parte obbligatoriamente tutti i proprietari delle circa 2400 unità abitative ricadenti nel complesso nautico, è andato tutto bene, negli ultimi anni si è preteso che quest'onere fosse di competenza della pubblica amministrazione comunale, provinciale e regionale, ma quì casca l'asino.
Il bacino è totalmente "proprietà privata" il canale d'accesso non ha le caratteristiche tecniche della navigabilità, è considerato un collettore per lo scarico a mare delle acque reflue provenienti dai tanti canali di bonifica e di competenza quindi del Consorzio di Bonifica appunto. Negli anni '70 il canale fu allargato alle dimensioni attuali e cominciò ad essere utilizzato dai natanti ormeggiati nel bacino "privato" per accedere poi al mare. Il bacino interno è separato dal canale da due grandi porte, dette "Vinciane" in omaggio al grande Leonardo che aveva ideato una soluzione di questo tipo nell'area adriatica, probabilmente se non ci fosse stato l'insabbiamento sistematico dell'imboccatura del canale oggi non si parlerebbe del problema, ma purtroppo c'è e le amministrazioni locali che si sono succedute per decenni non sono state mai capaci di dare una connotazione "pubblica" al canale, sancendo quindi l'obbligatorietà di manutenzione da parte di tutte le autorità responsabili a diverso titolo, siano queste comunali, provinciali o regionali.
Gli utenti si sentono defraudati del diritto ad utilizzare i propri natanti ed hanno ragione, in quanto pagano tutto ciò che viene richiesto dal Comune, dall'Associazione e dalle autorità marittime, ma dimenticano di essere in una proprietà privata.
La regione esprime, giustamente, perplessità sulla compatibilità di un intervento importante sul canale per renderlo navigabile, in quanto favorirebbe di fatto solo ed esclusivamente un porto privato. Perchè ci possano essere interventi pubblici di grosso rilievo occorre trasformare le darsene, o parte di esse, in proprietà demaniale. A fronte di un piccolo canone che una volta si chiamava "tassa di stazionamento" l'attuale proprietario del posto barca avrebbe diritto ad interventi radicali sul porto e sulla navigabilità del canale.
(Nella foto il presidente dell'Associazione avv. Miranda intervistato dalla RAI)
Tutto qui'? A noi sembra di si, però errori ne sono stati fatti negli anni e tanti, sia da una parte che dall'altra, ci riferiamo alla pubblica amministrazione e all'Associazione degli utenti, arrivare quindi a dire "Siamo ostaggio della Pubblica Amministrazione" ci sembra esagerato, piuttosto, come abbiamo già scritto in precedenza, ognuno reciti il "mea culpa" e si cerchi una soluzione in regola con le leggi e di soddisfazione per tutti. A questo proposito la proposta della senatrice Silvana Abate (in coda al presente articolo pubblichiamo una comunicazione della parlamentare pentastellata) di sfruttare il porticciolo dei Laghi di Sibari per tirare in secco i pescherecci di Schiavonea durante il periodo di "fermo biologico" ci sembra un'ottima soluzione affinchè anche il problema della navigabilità del canale diventi "obbligo" ufficiale delle autorità competenti.
Antonio Michele Cavallaro
COMUNICATO DELLA SENATRICE SILVANA ABATE:
Mi spiace molto non poter essere direttamente presente alla manifestazione organizzata oggi per alzare l’attenzione sullo stato di abbandono in cui versa il Canale degli Stombi. Ero in viaggio perché già oggi avremo aula e commissione in Senato e ho inviato un mio messaggio personale agli organizzatori per tramite dei miei collaboratori. Tengo molto a cuore le questioni legate ai Laghi di Sibari e alla città di Cassano All’Ionio in generale.
Ricorderete sicuramente come, sia da semplice cittadina che da attivista del MoVimento 5 Stelle, mi occupai insieme a Rosella Cerra della vicenda che voleva portare alla costruzione di un pozzo di perforazione all’interno del complesso nautico attraverso un sistema sotterraneo che dalla terraferma sarebbe arrivato alla foce del Crati. Un piano diabolico che siamo riusciti a sventare attraverso delle osservazioni tecnico-scientifiche che hanno fatto propendere poi gli organi preposti per l’abbandono del progetto e la revoca delle autorizzazioni a perforare.
Allo stesso modo e con la stessa tenacia sto lavorando insieme al mio gruppo alla vicenda dello Stombi. In un incontro che si è tenuto i primi di luglio nella sede dell’associazione presieduta dallo stesso avvocato Luciano Miranda e al quale erano presenti cittadini e rappresentanti di altre associazioni come la “Lega navale”, i “Velisti indignati” e “VelaSi”, ho ribadito come la riapertura completa del Canale anche a pescaggi superiori a 1,30 metri permetterebbe sia il rilancio turistico del complesso nautico e di tutta l’area ma permetterebbe anche ai pescatori della Marineria di Corigliano di tirare a secco le loro barche nel porticciolo dei Laghi di Sibari sfruttando in questo modo il periodo di fermo biologico e sfruttando al meglio i cantieri nautici presenti nei Laghi.
Nei giorni scorsi, infatti, avevo incontrato una nutrita rappresentanza dei pescatori che lavorano nel Porto della Marina di Schiavonea per ascoltare le loro impellenze e in sede di riunione lamentavano anche il fatto che nel periodo di fermo biologico, sono costretti a tirare a secco le proprie navi in porti molto lontani da quelli di Corigliano e spendere diversi soldi per poter riportare poi le barche in città.
Una situazione attualmente impraticabile perché nei Laghi possono entrare solo barche con un pescaggio inferiore a 1,30 metri mentre un peschereccio a bisogno di almeno 2 metri di profondità per poter navigare senza incagliarsi. Non è facile, è una questione che va avanti da quasi venti anni, ma ci stiamo lavorando. Ho avuto una serie di contatti con la Capitaneria di Porto e nei prossimi giorni sentirò i commissari di Cassano e alcuni nostri rappresentanti ministeriali. L’attenzione del MoVimento 5 stelle e del Governo su tutta la Sibaritide è alta. Anche questo intervento servirà a smontare il disegno grave che ha portato Corigliano e la Sibaritide all’isolamento più totale.
Silvana Abate – Portavoce al Senato per il M5S e membro della Commissione permanente Senato “Agricoltura e produzione agroalimentare” – XVIII Legislatura