Il Megalotto della futuribile 106, fra i tanti entusiasti (oltre ai sindaci che pur di avere qualche briciola sono disposti a tutto)annovera parecchie persone, crediamo in buona fede, che difendono a spada tratta il megagalattico progetto presentato dall'ANAS, invece di optare per il raddoppio dell'esistente, così come si è fatto in Basilicata. Tra costoro si trova anche il sig. Fabio Pugliere presidente dell'Associazione Basta Vittime sulla SS 106", che recentemente in un suo articolo pubblicato sul Quotidiano di Calabria, ritorna a difendere il punto di vista dell'ANAS. Personalmente sin dal primo momento ho avuto forti dubbi sulla bontà del progetto, ma non avendo documenti ufficilali su cui basare le mie opinioni sono stato parecchio abbottonato nell'esprimere il mio dissenso.
Recentemente, tramite un amico più capace di me nel reperire documenti presenti sul web, sono riuscito ad avere e a leggere le 16 pagine in doppia colonna della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana contenente la Delibera del 10 Agosto del 2016 del Comitato Interministeriale della Programmazione Economica, inerente "Il Megalotto 3 della SS 106 Jonica, dall’innesto con la SS 534 (progressiva chilometrica 365+150 attuale SS 106) a Roseto Capo Spulico (progressiva chilometrica 400+000 attuale SS 106)". 16 pagine che prima di blaterare dovrebbero essere lette e approfondite insieme a tecnici preparati e non a politicanti di competenza molto relativa se non proprio inesistente. Con l'aiuto di un paio di amici ingegneri sto leggendo e approfondendo il documento che presenta molte peprplessità e sto preparando una nota nella quale spero di poter spiegare, in termini più comprensibili di quelli usati dalla tecno-politica, le difficoltà tecniche che gli stessi progettisti hanno messo in evidenza.
Anticipo, ai webnauti che mi seguono da anni, come si vorrebbe risolvere una delle tante problematiche geologiche di cui è afflitta la piana di Sibari, soprattutto nell'area ricadente nel comune di Cassano, e di cui i tecnici dell'ANAS hanno preso ben nota. Vi invito a leggere il testo nel rettangolo rosso della foto in alto e capirete come i progettisti intendono ovviare al problema delle "insufficienti caratteristiche del fondo naturale" (subsidenza e bradisismo).
Praticamente per un tratto di 5 CHILOMETRI, bisognerà accumulare del materiale per un'altezza superiore di circa 2 volte quella del terrapieno finale e lasciare sul posto quella specie di "Vallo di Adriano" per ben 5 ANNI, ma ci rendiamo conto di cosa significhi tutto ciò? In parole povere si deve comprimere il terreno con un peso di parecchio superiore alla futura strada per evitare smottamenti succesivi, ma chi s'intende di geologia sa che le pianure alluvionali, come quella di Sibari, sono di difficilissima gestione tecnica, quindi meglio trovare soluzioni diverse, quella del raddoppio dell'esistente, almeno nel tratto cassanese, mi sembra la più logica e attuabile.
Nella lettura approfondita dell'articolo della Gazzetta Ufficiale tanti altri sono i problemi che saltano all'occhio, non solo tecnici, che si dovranno superare prima di arrivare all'inizio dei lavori. Presto pubblicherò ulteriori dettagli interessanti anche sulle modalità per l'accesso ai finanziamenti, che sono tutt'altro che semplici e definitive.
I sindaci interessati sono stati recentemente a Roma per avere assicurazioni riguardanti l'inizio dei lavori, ma mi pare siano tornati con le pive nel sacco e non ci sono stati i soliti comunicati trionfalistici. Quel che i cittadini vorrebbero soprattutto conoscere sono i confini entro i quali si dovranno effettuare gli espropri, di questo nessuno parla, come nessuno ha messo a disposizione del pubblico il progetto particolareggiato con le particelle interessate dagli espropri stessi, è chiaro che le cose sono ancora in alto mare.
Antonio Michele Cavallaro