Era un venerdì, quell'8 Marzo del 1996, giorno infausto in cui il giovane medico ANTONIO SALMENA di appena 40 anni abbandonò la vita terrena, lasciando parenti ed amici nello sconforto. Un amico in particolare, che lo stimava e apprezzava moltissimo, Francesco DONI, scrisse all'indomani della sua scomparsa questa struggente poesia che vi proponiamo nell'approssimarsi della ricorrenza della sua dipartita. Una prece.
Perché mi chiedi se l’8 marzo è giorno infausto ?
Solo Tu ora lo sai che dormi
ad un palmo da tuo padre.
Mi dissero che quel mattino
pronto al tuo lavoro
il grido atroce della morte,
- dagli occhi spenti e dal silenzio eterno -
ti strappò alla sposa bella.
Cosa dirò sulla tua tomba?
Troverò parole adatte al tuo ricordo?
Se un fiore o il pianto o la lucerna accesa,
per un sussurro d’amore
danno la pura gioia del ricordo,
a me, tanto non basta, è poca cosa.
All’orizzonte , semplici fiori di campo,
quelli che non hanno nome,
ma per questo belli ,vedo ;
e di flauti il suono sento ,
il flauto di Morfeo :
smisurato otre di lacrime terrene !
Il posto, il luogo ora rivedo:
gli occhi accesi, maliziosi, attenti ,
la gioia di vivere e sapere,
per salir in alto e senza aiuto
e dare al padre il meritato premio.
Il dolore che non ha un principio,
e del terreno ha l’aspro sapore della beffa,
sovrasta noi, poveri passanti.
Il credo che ci lasci,
verbo sapiente e dal sapore antico,
è difficile accettare:
correre alla meta senza mai fermarsi,
solo di fatica e di semplicità vestito.
Forse per questo e non altro
- semplicità di essere ed apparire -
alla benigna luce del Signore oggi risorgi.
Dimmi allora, a voce alta, mio unico conforto
ora che sei là dove ti trovi.
che non è solo la vita ma di più la morte
a rendere amici in un abbraccio solo.
In memoria del dott. Antonio Salmena
deceduto a 40 anni l’8 marzo del 1996
Ciccio Doni