Questa che vi propongo é una poesia che interessa noi anziani che spesso siamo in conflitto con noi stessi per gli anni passati, per il cruccio di non poter affrontare nuove avventure, rivivere i tempi belli della gioventù, purtroppo sparita, andata via con il tempo, ed anche se sollecitati, spinti verso un revival, non possiamo che sorridere ai frizzi alcune volte tendenziosi che suonano come sfide. La vita è anche questo, non possiamo accettare più alcune sfide, ma possiamo sorridere per la certezza di aver vissuto tanti anni che ci hanno reso alfine maturi con esperienze, certezze, amenità e un po' di sapienza, il che non é poco. Dovendo e cercando di vivere ancora per altri anni, anche se pochi, ci si augura che siano meravigliosi per altre soddisfazioni che ci daranno piccole o grandi felicità, finché non giungerà il giorno in cui dovremo dire addio a tutti quelli che rimangono per intraprendere l'estremo viaggio con la speranza che la meta sia splendida. (Immagine: vecchio su panchina - Dipinto di Peter Gallen)
Mi Tormenti
Tu,
mi tormenti,
mi poni domande
senza arrossire.
Un poco scortese
alla fine mi chiedi
“Quanti sono gli anni che hai?”
Io,
ti rispondo
scoprendomi il fianco.
“Sessantasette, sono tanti?”
Sorridi, pensando
ad uno scherzo verbale,
di rimando mi replichi
“Non credo.
Ne dimostri di meno,
forse cinquanta,
cinquantacinque o sessanta.
Amica non fingo.
Non cerco una lode,
un complimento,
una parola di plauso.
Ho gli anni che ho detto
ho di tutti un ricordo,
un aneddoto, un passo.
Non piango per il volato passato.
Non chiedo il ritorno a vent’anni
Ho vissuto beatamente
i miei più giovani anni,
alcune volte piangendo,
in altri casi allegramente scherzando,
aspettando i rintocchi delle ore
che mi segnavano il tempo,
cronometrando gli istanti
tra un’alba e un tramonto,
tra un dì tormentato
ed un affanno sparito.
Se tu vuoi darmi illusioni,
sorrido tranquillo. Sereno
oramai aspetto il domani
con il pensiero di averlo
insieme a tante
più volte vissuto.
Michele Miani