Qualche verso sarcastico sulla sanità calabrese dell'amico poeta Luigi Visciglia, fa non solo sorridere a denti stretti ma anche arrabbiare per la situazione pesantissima in cui sprofonda tutto il comparto della nostra regione. Poveri che languono perché non hanno soldi per curarsi privatamente, medici che oltre al lauto stipendio incamerano il triplo e anche di più, visitando privatamente gli stessi pazienti che dovrebbero essere curati gratuitamente. Insomma ruberie da tutti i lati, la riforma in atto dovrebbe portare novità, ma intanto chi ha approfittato non va in galera e continua a vivere da gran signore in ville lussuose. Il giorno in cui il popolo che viene definito stupido s'incazzerà sul serio, chissà come andrà a finire per questa gentaglia. Buona Lettura. (redazione)
Con nenia malinconica canto
Le disgrazie della terra calabra
Terra soleggiata baciata dal mare
Con fertili pianure e splendidi altopiani
Con paesaggi naturali da mozzare il fiato
Ricca di frutta e di fresco pescato
Abitata da sudditi e feudatari
Dove conta l’interesse del singolo
Di fronte a quello della comunità
Eleggiamo politici corrotti
Asserviti al malaffare e alle lobby
Dediti siamo al servilismo per mantenere il clientelismo
Non discerniamo l’oligarchia dalla democrazia
Tutto è decaduto e l’armonia s’è spenta
Strilla il corrotto politico di turno
Abbiamo sperperato le risorse sanitarie
Il servizio sarà garantito
“Supposte attorcigliate con rametti di rovi”
Con esenzione ticket per tutti.
Luigi Visciglia