Anunnachi, Elohim, Adam: favolosi personaggi della mitologia arcaica riscoperti dal nostro amico e poeta Luigi Visciglia, che si diverte a scavare nelle credenze dei nostri progenitori e, addirittura, a posizionare alcune mitiche leggende proprio quì in Calabria e più precisamente nella piana di Sibari. Certo che con la fantasia si può raggiungere qualsiasi meta e noi leggiamo con curiosità e con un sorriso la bella favola di Luigi. Abbiamo provveduto a marcare i termini poco usuali in modo che il lettore possa imparare a conoscerli semplicemente cliccandoci sopra. Buona lettura e buon divertimento ... e proprio vero che ad imparare si fa sempre in tempo. (M. Sanpietro)
La terra? Un punto nell’immenso universo,
dimora di: ossigeno, vento, acqua e animali.
In alto fra le tacite stelle il pianeta “Nibiru”,
il luogo da dove gli “Anunnachi” osservavano la terra
per il loro fabbisogno energetico e di manodopera
per lavori pesanti.
Il loro obiettivo era creare un essere senza consapevolezza
da comandare e dedito all’ubbidienza, alla sottomissione
incondizionata degli ordini ricevuti.
Geneticamente plasmarono, sperimentarono, clonarono,
finché li crearono, maschi e femmine
a loro immagine e somiglianza.
Avevano creato gli “Adam”,
lavoratori primitivi a basso costo,
per eseguire i lavori pesanti,
Là! In fondo allo Stivale italico,
dove ricca e rigogliosa è la vegetazione.
Sì! In Calabria,nella piana di Sibari ,bagnata dalle limpide,
rigogliose e pescose acque del fiume crati
che sfocia nell’eterno mare jonio.
Si ! Qui impiantarono il giardino dell’Eden.
Dall’albeggiare al tramonto tutto è armonioso fra:
vento, acqua, piante, animali.
Gli Adam, esseri senza volontà,
vivevano liberi e senza frontiere.
Gli Anunnachi erano i creatori e padroni,
coloro che dal cielo atterrarono sulla terra
con il loro carro celeste e per gli Adam
erano divinità.
Il sesso! Organo riproduttivo, sprigiona un istinto
animalesco, irrazionale e irrefrenabile.
Una lotta ormonale che conduce all’accoppiamento,
rinnovando il ciclo della vita.
Gli Adam crebbero e si moltiplicarono numerosi,
con maschi e femmine.
Gli “Elohim”, guardiani del giardino dell’Eden
e geneticamente possessori della conoscenza,
si accoppiarono con le figlie degli Adam,
perché erano belle e di gentile aspetto,
anche se tutto questo era loro proibito.
Le figlie degli Adam procrearono e partorirono
dei figli con la conoscenza,
trasmessa dai geni degli Elohim.
Adesso erano capaci di ragionare e di discernere
con la loro volontà.
Così ebbe inizio la stirpe umana o disumana.
Vaga nell’Eden la nuova creatura fra consapevolezza,
paure e incertezze, alla ricerca delle sue origini,
perché vuota del suo passato è la sua memoria.
Ramingo, senza scopo né meta, come una bestia spaventata,
sviluppò ambizione, arroganza, individualismo, avidità,
che lo distingue dal regno animale e vegetale,
sottraendo, rubando, per accumulare ricchezze
e inutile potere, infliggendo ai suoi simili
sofferenze e sottomissione, da farli singhiozzare
in un inutile e lacrimoso lamento.
La sua avidità di smisurato potere
causa disuguaglianza e servilismo.
In un gioco arbitrario dove l’accumulo di ricchezza
crea potere e sottomissione del suo simile più debole.
L’uomo vive il suo breve tempo di vita come fosse eterno.
Nel mistero dei misteri, per uno strano mistero,
ci chiediamo: chi è l’uomo?
Un punto!
Una figura geometrica, priva di dimensione umana,
alla ricerca affannosa di un passato identitario
che mai troverà.
Luigi Visciglia