Ho conosciuto il dott. Achille della Ragione circa 15 anni fa, prima che gli accadesse il “fattaccio” di cui si parla nel libro che vi presento. Achille, oltre ad essere uno stimatissimo ginecologo, era ed è uno dei massimi esperti di arte napoletana del ‘600 e ‘700 ed è proprio grazie a questa sua peculiarità che mi “incrociai” con lui. Mi era capitato un suo articolo, parte di uno dei suoi tanti libri, riguardante il pittore Nicola Malinconico e poiché nel Santuario della Madonna della Catena di Cassano Ionio vi sono diverse opere dell’artista, mi misi in contatto con lui e così iniziò la nostra frequentazione solo virtuale ma intensa.
Con Achille non ci siamo mai conosciuti “de visu”, ma già dai primi contatti è nata subito tra di noi una grande empatia che dura ancora oggi. Ho pubblicato diversi suoi articoli sul portale che gestisco, molto apprezzati, visto l’alto numero di visitatori che hanno letto le sue note sempre ricche di particolari interessanti soprattutto sugli artisti e sui personaggi che hanno inciso sulla grandezza culturale di Napoli.
Da poco è stato diffuso il suo ultimo libro in cui racconta dei tristi giorni trascorsi a Rebibbia, me ne ha parlato ed ha deciso di fare un regalo importante a me ed a voi, visitatori di infosibari.it, in allegato infatti trovate in formato PDF il libro in questione che potrete leggere e scaricare, chi volesse la copia cartacea la potrà richiedere direttamente all’autore tramite e-mail indirizzata a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Di seguito a questa mia breve nota trovate una breve presentazione del libro.
Grazie per l’attenzione e BUONA LETTURA.
Antonio Michele Cavallaro
(Foto: Achille con Toto Cuffaro, già presidente della Regione Sicilia)
Da professionista a barbone
dal libro di Achille della Ragione “Dal carcere di Rebibbia: una raccolta di favole per bambini”
Non vi diremo chi è il personaggio di cui parleremo, ma vi sarà facile identificarlo.
Fuori era sempre elegante nelle manifestazioni ufficiali: completo Rubinacci e cravatta di Marinella, che il suo cameriere personale gli sceglieva, intonandole a seconda del colore del vestito e della camicia, e addirittura, se fuori era nuvoloso o se splendeva il sole.
Ogni giorno amava confrontarsi con intellettuali di ogni genere: scrittori, storici, registi, docenti universitari. Frequentava i più importanti ed esclusivi circoli cittadini, dove spesso teneva conferenze sui temi più vari. Aveva uno studio affermato, al quale affluivano moltitudini di pazienti da tutta Italia. La sera amava andare a teatro, soprattutto al San Carlo, dove non perdeva una prima con al fianco la sua adorata moglie Elvira, sempre elegantissima, ammirata ed invidiata da tutte le altre signore.
Poi all'improvviso a seguito di una sentenza ingiusta, che grida vendetta davanti a Dio, la sua vita è cambiata radicalmente: i suoi interlocutori, salvo rarissimi casi, sono drogati, rapinatori, truffatori, assassini, con i quali è impossibile abbozzare qualunque discussione e con i quali trascorrere ore inutili tra scope, briscole e rubamazzetto.
Abituato alla sua vasca idromassaggio con spruzzi di acqua calda, ora deve arrangiarsi a brevi docce tra il tiepido e il gelato. Abituato a pasti succulenti ed a cenare nei migliori ristoranti, ora deve cibarsi di pasti, che farebbero rabbrividire, il più delle volte, il meno schizzinoso dei maiali.
La sera bisogna contentarsi di film d'annata, che i compagni di cella scelgono tra i più truculenti del genere poliziesco. Il suo vestiario farebbe inorridire il più lercio dei barboni.
La notte si sistema nel suo giaciglio tra coperte bucate e lenzuola lerce, e dopo aver assunto dosi massicce di sonniferi si addormenta abbracciato a tre rudimentali cuscini, imbottiti di panni vecchi e puzzolenti.
Fortunatamente sogna di essere libero e trascorrere ore liete con i suoi familiari e con i suoi tanti amici, che vengono a fargli compagnia, molti anche morti da molti anni.