San Lorenzo del Vallo dalle origini al Castello
di Pierfranco e Micol Bruni
Il volume pubblicato dalla editrice Pellegrini di Cosenza è il frutto di una ricerca compiuta sul campo e suffragata anche da una corposa bibliografia reperita a quattro mani da Pierfranco Bruni - coordinatore scientifico del Premio letterario nazionale “Troccoli Magna Graecia”- e dalla diletta figliuola Micol - saggista, presidente dell’IRAL (Istituto di Ricerca per l’Arte e la Letteratura), e autrice di numerosi studi su autori moderni con particolare attenzione alle minoranze etniche e linguistiche in Italia.
<Dell’importanza del piccolo centro di San Lorenzo del Vallo - annota Rita Fiordalisi, del Mibact - si trovano numerosi riscontri sia a livello documentale che bibliografico. Il castello, per le peculiarità architettoniche, storiche e nobiliari, per la sua antichità e per le vicende ad esso correlato, è stato dichiarato “bene di interesse storico - artistico” con Decreto Ministeriale dei Beni Culturali e Ambientali, nel giugno 1978 dall’on. Dario Antoniozzi.
<Il castello risalente al XV secolo si presenta come un imponente palazzo fortificato, eretto ampliando forse una struttura preesistente e concepito come un palazzo fortificato militare dal quale il feudatario poteva tenere sotto controllo i suoi possedimenti che si estendevano per tutta la valle dell’Esaro.
Interessante ai fini di una precisa ricostruzione del manufatto è l’indagine eseguita sul castello di san Lorenzo del Vallo da alcuni studiosi dell’Università degli studi della Calabria dal quale si evince la tipologia di materiale utilizzato>.
Quale peculiarità presenta il lavoro, quali gli obiettivi persegue? Lo precisano gli stessi autori.
<Il lavoro - evidenziano gli autori - consta di una analisi approfondita di traiettorie la cui portata ha riferimenti certi. Quindi, questo viaggio parte da fonti studiate con attenzione e da documenti che comprovano tutto ciò che in questo lavoro si enuclea. Ci sono pagine che si aprono a ventaglio su delle verifiche, che potrebbero condurci ad una forte indicazione didattica su aspetti e tematiche, chiaramente, storici. Il racconto che si propone è frutto di una comparazione di attestati che hanno il loro valore scientifico.
<La tutela dei beni culturali è fondamentale se si vogliono creare quei processi valorizzanti che aprono ad uno sviluppo articolato nel territorio. I beni culturali - continuano Pierfranco e Micol - vanno assumendo nel contesto attuale una importanza notevole non solo dal punto di vista storico e della ricerca ma anche per quanto riguarda il rilancio di una cultura che è si nazionale ma di cui non bisogna dimenticare la collocazione europea. I beni culturali possono avere un loro ruolo specifico se vengono legati ad un progetto culturale generale di un paese e di una comunità, altrimenti non avrebbe senso parlare di rilancio e di sviluppo di un territorio. È chiaro, comunque, che il primo dato al quale bisogna tener fede è la tutela intesa come salvaguardia, come restauro, come recupero. In tal senso, ciò che preme sottolineare è la capacità di una sana salvaguardia che possa permettere di far vivere una struttura al di là dei guasti del tempo e dell’incuria. Fare salvaguardia, o tutela o restauro, non significa riportare a nuova vita strutture, reperti, pareti, tele solo ripitturando, riverniciando, intonacando alla luce della modernità. Salvaguardare un bene culturale significa mantenerlo vivo nella sua situazione originaria facendolo vivere attraverso i passaggi delle epoche>.
Cassano all’Ionio, 22 ottobre 2020
L’UFFICIO STAMPA
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