Pochi giorni fa è venuto a mancare Salvatore Miani, fratello del nostro poeta Michele e amico di lunga data. Salvatore è stato un gran lavoratore, dopo un'infanzia travagliata è riuscito con enormi sacrifici a creare l'attività che aveva sempre desiderato e che uno dei suoi figli continua a portare avanti. Il mestiere del tipografo gli si addiceva particolarmente, riusciva a far conciliare perfettamente la tecnica con la sua innata creatività, rendendo i suoi lavori sempre particolarmente originali. Noi della redazione tutta, ci uniamo al dolore dei familiari e pubblichiamo la delicata composizione che il fratello Michele gli ha dedicato, una poesia pervasa dalla pena e da un profondo affetto.
Fratello mio, che tanto caro mi fosti
Dal tempo in cui perdemmo la madre.
In quella notte, di cui sento ancora
Quel ticchettio di una sveglia
Che tagliava il sonno, che non giungeva.
Io più grande intuivo il motivo
Di una assenza che costringeva al pianto.
La tua vita, quanto la mia fu marcata per sempre.
Senza poter più dire a voce alta
Quella parola dolce che era mamma.
Perdemmo coccole, sorrisi, baci.
Restammo insieme attaccati alla vesta
Della nonna, veste di lutto ormai a lei abituale.
Ormai sei anche tu partito in un viaggio ignoto
Senza scelta, l’unica che sapeva la meta,
Lei che tu chiamavi in quel momento con la parola mamma
Dolcemente,caramente quasi l’avessi vista a te vicina,
Che portandoti il conforto,ti consolava
Con quei baci, quelle coccole,carezze
Che ti furono negate, non da lei, ma dal destino.
Da sempre il caso si frappose nella nostra vita.
Io ti lasciai solo con la nonna a Cassano,
Partii andavo a Napoli, perché la povertà spingeva.
Dopo anche tu,a distanza di due anni, raggiungevi
La nuova casa a Bologna per il medesimo motivo.
A dieci anni senza conoscere il canto degli uccelli,
Il loro nome, il colore delle piume,
Il sapore vero della primavera, della libertà
Ci trovammo lontani, una barriera di kilometri
Ci manteneva separati, soli, disperati.
Ti ricordi quanto tempo passo per ritrovarci,
Quasi sconosciuti l’uno all’altro anche nel parlare?
Le mie parole ora sanno di pianto amaro,
Gli occhi sono umidi di lacrime tristi,
Non solo per la tua di partita improvvisa
Ma che avevo palesato per la lunga tua malattia,
Maggiormente piango e sono triste
Per le parole che son mancate tra noi
E l’abbraccio dell’ultimo istante finale,
Come se io avessi anche mancato la promessa,
Una promessa fatta alla madre di nostro padre.
Nonna Cristina mi diceva “tu sei il più grande,
Mancherà sempre tuo padre, la chiuso,
Ignoto a se stesso ed al mondo,
Devi voler bene a Salvatore,
Stargli vicino, con il cuore, non l’abbandonare mai”.
Non siamo stati vicini, tu a Cassano
Io ancora a Napoli, si ripeteva il destino.
Ma ho sempre mantenuto la promessa fatta
Di volerti bene senza mai aver rancore per te.
Mi piaceva spesso rientrare a Cassano per i ricordi,
Per fare un anche piccola scappata da te,
Al tuo lavoro, alle tue passioni, alla casa bella,
La moglie, i tuoi figli Franca e David, i tuoi nipoti.
So per fede, che nel posto ove ti trovi, sarai felice,
Forse vivendo anche accanto a colei che ci fu madre.
E penso che spesso il mio pensiero sarà da te, da voi
Magari con una prece detta in fretta.
Ma ti vedrò sorridere come sempre quando ci vedevamo.
Stai sereno che anche per me giungerà, non so quando,
Il tempo di dire addio a tutti, a tutto, nell’andare sorriderò,
Perché ci sarà mamma ed io avrò soddisfatto ancora
La richiesta della vecchia,la nonna, come la chiamavi tu.
Michele Miani