Libri su Ischia ve ne sono tanti in circolazione, ma uno bello, appassionato, esaustivo ed affascinante come quello scritto da Dante Caporali ed Achille della Ragione: “Ischia l’isola dell’incanto” è raro a trovarsi. Dante ed Achille costituiscono una coppia insolita, il primo ingegnere, il secondo medico, da tempo hanno lasciato la professione, perché si sono entrambi innamorati della stessa entità.
Per fortuna non si tratta di una donna, bensì di Napoli e della Campania, per cui non sono rivali, ma formano un tandem affiatato, che da tempo produce a ritmo incessante articoli e libri sulla storia e sull’arte di questa antica e gloriosa capitale, oltre ad organizzare una serie interminabile di visite guidate alla scoperta di bellezze più o meno conosciute.
Le foto sono tutte di Dante, il quale a suo tempo illustrò un libro di Achille:
Ischia sacra guida alle chiese (consultabile in rete), la cui lettura è consigliata a tutti coloro che vogliono approfondire il patrimonio artistico dell’isola verde per antonomasia.
Leggiamo un pensiero dello scritotre russo Gogol, quando visitò Ischia:
Un altro giorno sono andato a Ischia,
molto più grande di Capri e con
un monte alto quasi come il Vesuvio.
L’isola è molto lontana e, a differenza della consorella,
tutta roccia e strapiombi vertiginosi,
è ammantata di verde e le casette spuntano qua e là
dalle chiome degli alberi come grossi nidi di aquile.
Poco distante dal nostro approdo si eleva dal mare
un isolotto roccioso di lava su cui è stata costruita
una cittadella fortificata dagli Spagnoli
che per molti secoli hanno governato sugli indigeni.
Ischia è oltremodo famosa per le sorgenti termali
quasi come quelle di Plombières.
Dal mare gorgogliano acque sulfuree
che guariscono gli storpi e le donne sterili.
Abbiamo fatto colazione in una rustica locanda
con pesce appena pescato, fichi deliziosi e
un vino ambrato migliore del tanto celebrato Bordeaux.
Posso dire di aver trascorso una giornata indimenticabile.
(Nikolaj Vasil’evic Gogol, 1838)
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