Il libro “HYPOTESIS premessa di un teorema” accoglie e restituisce l’opera di Maria Credidio in un viaggio confinato agli ultimi dieci anni della sua vita artistica. I più intensi, quelli della maturità e del rigore. Quelli in cui la predilezione per la “disciplina” – umana e linguistica – sembrano reiterare un temperamento mai posto in discussione o ripudiato. L’opera della Credidio è in fondo la sua vita. E di questa specchio, immagine, quintessenza. E lo è ora, in maniera più docilmente marcata, nella consapevolezza di aver attraversato il tempo con sguardo mite, pronunciando ipotesi (appunto), sperimentando affermazioni, dialogando con il dubbio che si è fatto approdo talvolta, ovvero vastità di spaesamento.
Un libro pertanto unico perché non è biografia ordinaria del trascorso piuttosto meticolosa costruzione di ragionamenti, di progettazioni, di riflessioni. Lo fa con le “geometrie solide” affidate alla consistenza del bianco e del nero, alle partiture dell’oro e dei blu, al docile sforzo di “riordinare” prospettive inconsuete, vuoti, tracciati. Assemblare forme inusitate restituendo ad esse alito e forza, reinventarle per ri-disegnare lo spazio, deporle, poi, come a scadenza di un viaggio impegnativo. E lo fa con le parole autorevoli di Nicola Micieli e Ghislain Mayaud affidando al sottoscritto – con smisurata generosità – il ruolo di intervistatore. E se le parole hanno un peso quelle di Micieli e Mayaud segnano a mio avviso i confini percepibili di questa straordinaria avventura delineando il senso – ovvero la sostanza – del cammino artistico di questa autrice. “Le opere di Maria Credidio” scrive Nicola Micieli “non si danno quali forme e figure pure dell’assoluto metafisico della geometria, che è misura astratta dell’entità spaziale; ma forme e misure edificate della geometria che è misura concreta e simbolo dello spazio dell’uomo…”. Non meno incisivo l’intervento di Ghislain Mayaud che individua “Il rigore artistico di Maria Credidio… nell’irresistibile programmazione di un alfabeto pienamente utopico…L’artista elabora strati modulari come fossero labirinti erranti o tesi teoremi…”.
Non può mancare credo, a margine di queste brevi considerazioni, la voce di Maria Credidio che si racconta con assoluta autenticità al sottoscritto, recuperando i fili della memoria e costruendo i presupposti del divenire: “L’arte è mia compagna fedele, non mi ha mai abbandonata, anzi è rimasta al mio fianco aiutandomi a trovare quella dimensione esistenziale di equilibrio tra mondo spirituale e realtà… la mia arte ha subito quella che reputo la giusta evoluzione che mi ha condotto verso l’attuale consapevolezza…”.
HYPOTESIS - Premessa di un teorema
Edizioni Gutemberg
Fondazione Padula
Interventi di Nicola Micieli, Ghislain Mayaud, Rocco Zani