Se qualcuno mi domandasse: "Quale immagine ti balena nella mente pensando alla politica italiana del momento?" La prima cosa che mi viene in mente è una scrofa che si crogiola nel fango. Qualcuno potrebbe scandalizzarsi, lo so, e mi spiace dal profondo del cuore che non mi vengano in mente immagini paradisiache. Ma come si può pensare a qualcosa di angelico, soprattutto quì nell'ultima regione d'Italia? Basta avere un malessere qualsiasi ed essere costretti ad andare in un ospedale per essere di colpo proiettati in un mondo che sembrerebbe lontano anni luce fin quando non ci si entra ... per non parlare d'altro. Il 5 Marzo scorso quando hanno cominciato a circolare i risultati delle elezioni ed è stato chiaro che il popolo aveva duramente condannato chi ha retto indegnamente finora la cosa pubblica, hanno ricominciato a sproloquiare i cosiddetti "politologi" sparando "minchiate" a più non posso. E' una fortuna per l'Italia che gli elettori hanno avuto modo di poter esprimere il loro disprezzo potendo votare un Movimento che per dissentire ha imboccato la via "democratica", probabilmente avrebbero scelto strade diverse e molto più "prosaiche". L'amico Luigi Visciglia, poeta e fine osservatore della realtà, ha fatto un'analisi in poesia di quanto accaduto, per me é stato fin troppo "gentile". Vi invito a leggere la sua composizione e ... buona Lettura. (A.M.C.)
Nella dimora della felicità
senza tempo e senza fine,
si decidono le sorti umane.
Dialogo a porte chiuse,
segreto è il suo dire,
imperativo il suo comando.
Io sono il vostro padrone:
seminate povertà e disuguaglianze,
io sono il Verbo,
inventore di divinità
per il timore umano,
io solo colui che è.
Zeus silenzioso, seduto ai piedi
dell’aureola bilderbergniana,
accoglie gli ospiti:
Licio il puparo,
Silvio, corruttore e puttaniere,
Matteo, il rottamatore sociale,
Denis, il dissestatore bancario,
Re Giorgio il comunista,
Mario finanzia e fischietta “Fratelli d’Italia”…
Distruttore di sovranità.
Sottile è l’arte del potere.
Il cerimoniere mattacchione
batte tre volte lo stendardo,
si aprono le porte dell’immenso salone;
un soave suono d’arpa,
suoni di cornamuse, rulli di tamburi,
uno squillo di tromba,
la Dea Venere annuncia:
orge e gozzoviglie
allieteranno il morente crepuscolo.
Entra Jole la ballerina,
danzando senza veli,
le ninfee dal caldo ventre,
fra strofinii di corpi ed orgasmi,
gocciolano fra le marmoree gambe
stille di nettare vaginale
fanno godere delle grazie della natura,
per la depravazione, la dissolutezza dell’Olimpo,
nell’orgia dei sensi il desco
è pieno di prelibate cibarie,
fiumi d’idromele scorre nei calici.
Bacco annuncia:
il rosatello è aceto,
che venga ingurgitato dagli umani.
L’Olimpo!
Una realtà virtuale:
masnadieri, prostitute, orge,
dissolutezza umana senza limiti.
Uno squillo di tromba
interrompe l’allegro festino,
Hermes annuncia:
il manto cosmico non ha retto,
una pioggia di tacite stelle
illuminano il buio sociale,
svegliando l’umanità alla ragione.
Ordina il potere!
Spegnete tutte le stelle.
Luigi Visciglia