Non ricordo bene se era il '90 o il '91, comunque ero ancora negli anni in cui la mia "mobilità" individuale funzionava abbastanza bene, i muscoli delle gambe ancora tonici e ben allenati mi permettevano di guidare turisti ed appassionati sulle magnifiche aree montane della nostra regione dal Pollino alla Sila e fin giù sull'Aspromonte che avevo imparato a conoscere da ragazzo sotto l'occhio vigile ed esperto di mio padre. Ma non divaghiamo, quel giorno imprecisato in una radura all'interno del Parco Nazionale della Sila, località Cupone, incontrai un gruppetto di quattro persone intento a fotografare con degli apparecchi speciali e da ogni angolazione, un fiore che avevo notato qualche volta ma che avevo considerato una delle tante piccole orchidee che nascono sui nostri monti. Mi avvicinai e chiesi cosa stessero facendo. Un signore simpatico si staccò dal gruppo e mi disse che erano lì per fotografare e classificare una pianta appena scoperta.
La persona che gentilmente mi stava dando informazioni era Valter Rossi professore ordinario di botanica presso l'università dell'Aquila, ateneo che si occupava allora (non so se ancora oggi è così) della classificazione delle piante presenti sul territorio del mezzogiorno. Così imparai che si trattava di un fiore scoperto da due ricercatrici siciliane Giuseppina Bartolo e Santa Pulvirenti e che rientrava nel genere detto "Brulloi" dal nome di un altro naturalista siciliano che ne aveva identificato altre due specie. Il fiore si chiama "Limodorum Brulloi", ricordo che annotai sul mio notes il nome del fiore e quello del gentile professore e proseguii nel mio lavoro. A distanza di quasi 25 anni, giorni fa, mi è capitato tra le mani quel libriccino di appunti e sfogliandolo lessi quella noterella. Oggi c'è il web che all'epoca non era ancora fruibile, quindi senza troppa fatica ho tirato fuori le notizie che mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione, felice di essere stato presente alla "cerimonia di battesimo" di una pianta rara tutta calabrese.
"Limodorum brulloi Bartolo & Pulv. Raro endemismo calabrese questa pianta saprofita cresce nei boschi luminosi montani, ha fusto eretto, legnoso di colore violaceo, raggiunge altezze considerevoli superando anche 60cm, non ha foglie che sono sostituite da scaglie inguainanti, brattee lanceolate uguali o più corte dell'ovario, infiorescenza piuttosto densa, fiori violacei raramente aperti del tutto, presente esclusivamente sul territorio calabrese, fiorisce a luglio alle altitudini di circa 1000 mt. s.l.m.. Simile a Limodorum trabutianum, che differisce in special modo per avere lo sperone assai corto >3mm o assente, e a Limodorum abortivum per il differente habitat, ma sopratutto per lo sperone lungo <10mm."
"Il Limodorum é un genere comprendente tre specie di cui:
Limodorum abortivum ha una distribuzione euromediterranea con areale che si estende a nord sino al Belgio e a est sino all'Iran; in Italia è presente su tutto il territorio.
Limodorum trabutianum, invece, è una specie con una più limitata diffusione (stenomediterranea); in Italia è presente in Sardegna, Sicilia e isola di Pantelleria.
Limodorum brulloi, infine, è una specie endemica calabrese, piuttosto rara e localizzata."
Non s'impara mai abbastanza della nostra terra bellissima e singolare.
Antonio M. Cavallaro
"le foto sono tratte dal web"