Non lasciamo soli gli anziani, perché nella solitudine il coronavirus uccide di più. E' l'appello lanciato da Francesco Garofalo, presidente dell'Associazione Amici "Alzheimer nel cuore" di Cassano, alle istituzioni locali.
E’ la piaga della solitudine quella che colpisce, meno visibile di altre, persone avanti con gli anni e per le quali questa condizione di abbandono è in molti casi la patologia pregressa sulla quale l’infezione del virus funziona da detonatore. Per questo è importante che facciamo tutto quanto è possibile per offrire una maggiore assistenza. Ciò, nelle circostanze attuali, potrebbe significare rendere la quotidianità degli anziani più serena.
Il momento che viviamo ci chiede di fare di più. Come singoli e come istituzioni -evidenzia -, possiamo fare molto per gli anziani: attivare reti di solidarietà e molto altro. Di fronte allo scenario di una generazione colpita in maniera così pesante, abbiamo una responsabilità comune, che nasce dalla consapevolezza del valore inestimabile di ogni vita umana e dalla gratitudine verso i nostri padri e i nostri nonni. Dobbiamo dedicare nuove energie per difenderli da questa tempesta, così come ognuno di noi è stato protetto e accudito nelle piccole e grandi tormente della propria vita.
Gli anziani, perché più fragili e alcuni spesso con patologie pregresse, sono potenzialmente i soggetti più a rischio. E tra le misure d’informazione e prevenzione alcune li riguardano nello specifico: l’invito è a restare a casa, a limitare le uscite, a limitare i contatti privati e pubblici, a evitare, comunque, luoghi affollati dove non è possibile mantenere le distanze di sicurezza interpersonale. Occorre però impedire che tutto ciò si trasformi in una sorta di isolamento, diventare invisibili. La mancanza di relazioni sociali - ha concluso -, può produrre altre situazioni da scongiurare come la depressione, la solitudine e la paura, specie nei malati affetti dall'alzheimer.