C’era una volta la Guardia medica, che ti garantiva l’assistenza medica di base nelle ore notturne e nei giorni festivi e prefestivi, ora forse tocca telefonare al 118. Dispiace essere arrivati al punto di chiudere i servizi essenziali come la Guardia Medica o probabilmente avere il servizio a giorni alterni. Era bello quando il medico della Guardia Medica ti curava una febbre inattesa e ti consigliava una medicina confacente alla tua esigenza. Oggi purtroppo tutto questo è un’illusione. A dir il vero questa vicenda non mi lascia sconvolto, perché in tempi non sospetti avevo scritto del timore e della preoccupazione della Sanità pubblica nella mia Regione, ma soprattutto riscontravo molta disaffezione e malessere tra i cittadini. Sottolineo che l’aspetto più doloroso di questa circostanza è che questo mio presagio a distanza di tempo si è verificato. Ancora più agghiacciante è l’ipocrisia di tutti quelli che hanno indicato la medicina del territorio come elemento indispensabile, come ha amaramente evidenziato la pandemia, per poi abbandonare ogni proposta di aiuto e riforma, pensando di ingannare il Santo, passata la Festa.
Per carità, non bastoniamoci il petto ogni giorno gridando all’immoralità per servizi e prestazioni che gettano la spugna, prima o poi i nodi vengono al pettine ma chissà perché, tocca sempre ai cittadini pagarne le spese, dopo aver pagato anche le imposte. La speranza ma in particolare l’augurio in questo periodo Natalizio è quello di lavorare con impegno per dotare e potenziare la Sanità territoriale con materiale tecnologico e supporti informatici per rendere più incisiva questa priorità. Inoltre si tratta di mettere a disposizione dei cittadini, ed in particolare dei più anziani e fragili, un servizio innovativo attraverso il quale rivolgersi per chiedere le prestazioni necessarie quando i medici e i pediatri di famiglia non sono in servizio, evitando così anche il ricorso al pronto soccorso. Speriamo che questo Natale sia per noi cittadini di questi territori miracoloso. Auguri.