Abbiamo ricevuto il comunicato, che pubblichiamo in coda, dalla brava giornalista Caterina La Banca, con cui si diffonde il pensiero di una giovane donna facente parte del consiglio comunale di Cassano nel gruppo di maggioranza. Si tratta di parole forti rispecchianti la triste realtà in cui versa la sanità della nostra regione. Ma poichè la sig.a Sara Russo vive a Cassano e fa parte dell'amministrazione di quel comune, vorremmo ricordarle le condizioni ancor più disastrose in cui vivono i suoi concittadini e di quanto poco si sia riuscito ad ottenere per migliorarle. Forse era troppo giovane al tempo in cui a Sibari vi era una clinica con circa 100 posti letto accreditati che ha svolto un ruolo importantissimo in tutto il territorio. Eppure quando ne fu decretata la chiusura NESSUN politico, compresi alcuni di quelli che ora amministrano, alzò la voce per tentare di bloccarne la fine. A Cassano tutt'ora un comitato spontaneo per i diritti della salute da anni si batte per ottenere quei servizi sanitari essenziali mancanti, ma non ci pare che la politica locale di cui lei fa parte, gli abbia dato troppa retta. Ben vengano ora le sue recriminazioni e la sua denuncia dai toni forti per l'intera sanità calabrese, sarebbe forse meglio, però, se cominciasse a spendere le sue giovani energie per la comunità che in parte rappresenta. Ciò non toglie che la sua disamina non sia ben vista, anzi ci piace molto, e la invitiamo a creare maggiore sinergia anche con coloro che, pur non essendo amministrativamente impegnati, hanno a cuore i problemi socio-sanitari della città ionica. (Antonio M.Cavallaro)
Comunicato stampa
I Calabresi come carne da macello. E' la denuncia senza sè e senza ma di Sara Russo, vice presidente del civico consesso di Cassano All'Ionio e consigliere di Maggioranza della Sindacatura Papasso.
Solitamente i titoli ingigantiscono il contenuto di un articolo, questo no, al contrario lo sminuisce.
La Sanità in Calabria non esiste o forse non è mai esistita, volendoci affidare alle apparenze già le strutture Sanitarie esistenti sono strutture alla quale andrebbero apposti nell’immediatezza i sigilli, primo per gli esterni fatiscenti e secondo per gli interni squallidi. Ma cosa ci aspettavamo un Hotel 5 stelle? No nella maniera più assoluta ma ci saremmo accontentati di un due stelle, invece dobbiamo accontentarci di strutture pericolanti, con qualche ritocco qua e là, giusto per avere qualche specchietto per le allodole e chiudere la bocca a qualche criticone di turno.
Non addentriamoci nei particolari di cornicioni che cadono, fili scoperti, porte arrangiate, finestre alternative e tanto altro.
Quanti calabresi ogni giorno si ritrovano in questi ambienti simil mattatoi, eppure il bisogno ci fa chinare il capo ed ingoiare un nocciolo che difficilmente scende giù. Quanti calabresi ogni giorno si ritrovano a fare chilometri e chilometri fuori regione per una banale patologia, solo perché non abbiamo le competenze giuste, e bisogna fare di tutta l’erba un fascio, nonostante qualche mosca bianca esiste.
Medici che si fregiano di questo titolo ma che in realtà tutto potrebbero fare tranne che questo mestiere, perché per fare questo mestiere c’è bisogno di persone scrupolose, con coscienza e con senso del dovere ed anche qui dobbiamo accontentarci.
Rimpiangiamo ogni giorno i figli di questa Calabria che portano alto l’onore di questa regione nel campo della medicina, si ma altrove non qui. Qui ci accontentiamo dei mediocri di quelli che non sanno cosa significa alzarsi la mattina per andare a guadagnare “la giornata”, non sanno cosa significa lavorare, non sanno cosa significa affrontare un concorso per ottenere un posto di lavoro.
La Sanità? Che cos’è? Ma chi l’ha mai conosciuta?
Ti ricoverano in ospedale? Giusto o sbagliato ti devi pagare il tampone al laboratorio amico, che non appena tu arrivi lui esce dallo sgabuzzino con il tampone già pronto all’uso, ed acconsenti perché sei costretto, il bisogno non ti spinge a denunciare, la necessità non ti incita a mandare il medico a quel paese, ma taci ed acconsenti.
Questa è la Sanità un grande intreccio di amici, parenti e corrotti e nel frattempo chi ha bisogno di cure è costretto ad emigrare come chi un lavoro non ce l’ha. Non serve dare una spennellata qui ed un ritocco li, non è servito togliere il commissariamento perché la pianta appassita va sradicata dalle radici altrimenti il marcio resta e noi Calabresi continuiamo a pagare stipendi a Medici incompetenti che non meritano quel posto e continueremo a pagare per farci curare altrove.