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Consorzio di Bonifica: Tacere è meglio per Blaiotta e c.

blaiottaAlle continue e pressanti richieste degli agricoltori della sibaritide riguardanti l'insufficienza di acqua per l'irrigazione delle colture, il Consorzio di Bonifica, dall'arroccamento di Trebisacce, tace. Il presidente S.A.I. (Sua Altezza Imperiale a scanso di equivoci) Marsio Blaiotta (nella foto) non dà cenni di vita, d'altronde lo si può capire impegnato com'é a riflettere sulla richiesta di rinvio  a giudizio da parte dei magistrati di Castrovillari. La sen.ce Silvana Abate (altra foto in basso) (M5S), che fa parte della Commissione Agricoltura del Senato, chiede incessantemente lumi e, non ottenendo risposte, minaccia di ricorrere in alto loco. Di seguito pubblichiamo il comunicato diffuso dal suo addetto stampa. Chissà se l'immaginifico e immarcescibile presidente, orgoglioso ora per la vittoria elettorale del suo "amico" leghista Molinaro, si degnerà di rispondere. (La redazione)

Comunicato Stampa: Il silenzio del Consorzio di Bonifica di Trebisacce sulle questioni delle carenze idriche che si registrano, per motivi diversi, sia ad Apollinara e Ogliastrettama in generale in tutta la Sibaritide e nell’Alto e Basso Jonio è davvero imbarazzante e istituzionalmente scorretto. Sin dall’inizio del mio mandato sto seguendo quotidianamente queste vicende e, nelle ultime settimane, in riferimento al bacino di Apollinara situato nella parte superiore del borgo il cosiddetto “Cozzo di Apollinara” che, servito dalle acque provenienti dalla località Fedula in San Lorenzo del Vallo, ho fatto notare come questo abbia dei volumi di acqua del tutto insufficienti a servire tre importanti distretti irrigui in termini di colture arboree, quali quelli di Terranova da Sibari, Spezzano Albanese e gran parte del distretto di Apollinara, ubicato in territorio di Corigliano Rossano. È evidente la situazione peggiori poi nel periodo estivo quando c’è più richiesta di acqua. La seconda questione, invece, riguarda la condotta che originariamente era denominata Quota 40 che, ricevendo le acque provenienti dalla diga dell’Esaro, è al servizio di una utenza dislocata nel comprensorio basso di Spezzano Albanese fino a tutto il bacino di Apollinara.

Abate Convegno.JPGLì invece abbiamo un problema di condotta che parte da un diametro di 300 mm ma arriva a valle a una misura residuale di 110 mm, con poca pressione, considerando le innumerabili prese d’acqua derivanti dall’eccessiva frammentazione dei terreni, dal mancato rispetto dei turni di consegna da parte degli utenti, dalla carente conoscenza del bacino idrico da parte del personale stagionale addetto alla turnazione e alla dispensa dei volumi idrici, nonché dall’esistenza di prese d’acqua abusive lungo la condotta, avere un sufficiente volume di acqua irrigua e il rispetto dei turni stabiliti da parte degli utenti dislocati nella parte più bassa del distretto oggetto della discussione.

Ho scritto diverse volte al Consorzio di Bonifica di Trebisacce e all’Anbi nazionale e, in questo caso, l’istituzione nazionale ha risposto avviando su mia sollecitazione una interlocuzione mentre dagli uffici di Trebisacce tutto tace.

Stesso silenzio si registra per la zona di Ogliastretti nel Comune di Corigliano Rossano dove c’è una drastica riduzione di risorse idriche, a causa della desertificazione di cinque chilometri di fiume, che, solitamente, fino a qualche anno fa non avveniva. Situazione che si verifica da quando è in opera la centrale idroelettrica del Torrente Cino. In questo caso, dopo aver acquisito la relativa documentazione sulla centrale, ho commissionato una relazione di perizia in merito ad un geologo. Dalla stessa è emerso che, oltre ad effettuare la captazione dal torrente Cino delle acque superficiali realizza altresì la captazione della falda acquifera di subalveo, che non è né l’oggetto del progetto “Concessione prelievo acque superficiali Torrente Cino” né l’oggetto della Concessione, dove è espressamente citato “derivare dal Torrente Cino” e non captare dalla falda idrica di subalveo.

In questo modo non viene garantito il Deflusso Minimo Vitale e tale inadempienza viola quanto indicato sia in progetto che in Concessione e rappresenta un grave danno alla biodiversità dell’area Natura 2000 in cui il torrente Cino rientra. Riscontrando tali gravi difformità, evidenziate nella perizia che ho allegato alla richiesta, comporterebbero seri danni all’ambiente e lederebbero i diritti degli agricoltori. Pertanto, tali inadempienze, condurrebbero necessariamente alla revoca della concessione per come indicato all’art. 5 del disciplinare allegato alla Concessione stessa. Qui, invece, non ho ottenuto risposta da nessuno degli enti ai quali ho denunciato la vicenda e le anomalie. La situazione è molto difficile perché gli agricoltori si trovano a pagare per ottenere dei servizi che non solo non ottengono ma, anzi, si trovano spesso in grave difficoltà. Oltre al danno, dunque, la beffa. E visto il protrarsi sia della situazione sia del silenzio in merito sarò costretta a rivolgermi alle autorità di competenza.

Rosa Silvana Abate (Capogruppo M5S in Commissione Agricoltura del Senato)

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