Mentre ci si sorprende per i risultati elettorali con gli OSANNA per Salvini e i DE PROFUNDIS per i 5stelle, i problemi veri restano e per la loro risoluzione non servirà se a Bruxelles il drappello della Lega sarà più numeroso degli altri, anzi molto probabilmente, proprio perchè la Lega non è poi così ben vista da quelle parti, questa tanto strombazzata vittoria finirà per essere una "vittoria di Pirro" che porterà più nocumento che vantaggi alla nostra vituperata italietta. Restando in tema "problemi" quello del lavoro è certamente uno dei più sentiti e apprendiamo oggi, dalla solita rassegna di notizie della Televisione della Svizzera Italiana, che nel bergamasco alcune aziende importanti non riescono a trovare manodopera. La notizia che riguarda una delle zone più ricche di industrie ci lascia un po' perplessi, ma leggiamo cosa ci comunicano i nostri "cugini" d'oltralpe.(Michele Sanpietro)
L’Italia, uno dei paesi più colpiti dalla crisi economico-finanziaria del 2008, registra la crescita più bassa dell’Ue, ha una disoccupazione giovanile che si aggira intorno al 30% e i senza lavoro superano il 10%.
Eppure in certe zone della Penisola le imprese non trovano personale per coprire i vuoti di organico. Si calcola infatti che ogni mese 100'000 impieghi offerti dai datori di lavoro non ottengono risposta. È il caso di numerose aziende, attive soprattutto sui mercati internazionali, in alcune aree settentrionali come la provincia di Bergamo dove la carenza di dipendenti specializzati sta frenando l’espansione di parecchie ditte.
Nel reportage del TG alcuni casi eclatanti come quello della Losma a Curno (BG), azienda leader nella produzione di sistemi filtranti per aria e liquidi per uso industriale i cui progetti di ampliamento sono messi in discussione dalle difficoltà di reperimento della manodopera.
Ma lo stesso discorso vale per la Automha di Azzano San Paolo (BG) che realizza sistemi tecnologicamente avanzati per l’automazione di magazzini e più in generale per una ditta su quattro del Bergamasco.
Sembra un paradosso che gli analisti spiegano con la crescente digitalizzazione dei processi produttivi, che richiede personale altamente qualificato, e il divario crescente tra formazione e mondo del lavoro. Su questo ultimo punto è soprattutto la politica a dover agire. Ma come si sa, i continui appuntamenti elettorali possono distogliere l’attenzione dei soggetti deputati a risolvere la questione.