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Laghi di Sibari. Botta e risposta, Gallo-Aieta

laghi darsenaDopo che la Regione Calabria ha diffuso un "Avviso Esplorativo per nuovi Porti" (Cliccare quì per il contenuto) documento propedeutico ad eventuali richieste di finanziamenti per la portualità calabrese, nel quale non appare "Laghi di Sibari", in quanto non considerato porto di interesse regionale, il consigliere regionale Gianluca Gallo ha diffuso un vibrato comunicato di dissenso, al quale ha fatto subito eco la risposta dal tono vagamente sarcastico del presidente della commissione bilancio della regione Giuseppe Aieta ed ecco pronta la replica di Gallo. In allegato pubblichiamo le tre dichiarazioni.

Ci permettiamo di aggiungere però una breve riflessione. Che i Laghi di Sibari fossero considerati un porto "privato" lo si è sempre saputo, lo avevamo anche fatto rilevare in un recente nostro articolo su questo sito, ma la cosa è risaputa dal momento in cui la struttura è stata edificata. La navigabilità del canale inizialmente doveva essere garantita dalla creazione di un "porto-canale" che doveva essere in grado di offrire anche ormeggio con una lunghezza molto maggiore di quella attuale, praticamente doveva raggiungere l'attuale incrocio semaforico per poter essere fruibile a prescindere dall'utilizzo come ingresso ai "Laghi". Il progetto mai ultimato, dovrebbe essere ancora negli archivi del consorzio di bonifica. Questa era l'idea iniziale. Che il canale considerato oggi navigabile sia utilizzato come accesso ad un porto "privato" non significa che quest'ultimo non abbia più la sua natura privatistica. Questa è certamente una situazione da considerare "assurda" e quantomeno paradossale, quindi sarebbe logico fare quanto necessario affinché il porto possa rientrare nella categoria di interesse pubblico. Su questa finalità bisogna operare sinergicamente e con una certa "caparbietà", ma per raggiungere lo scopo bisogna che una parte del privato diventi pubblico, non ci sono appigli diversi. Ogni tipo di rimostranza o polemica diventa sterile e serve solo ad aumentare la confusione e la disinformazione. Quel che segue è quanto avevamo pubblicato in un articolo del 27 agosto 2018:

statistiche_nautica.jpg"Altra favola da sfatare è la millantata affermazione che i Laghi siano un porto turistico con 2400 posti barca. Anche bravi giornalisti nostrani diffondono ancora quella che risulta essere un’affermazione errata. Ci siamo peritati di cercare sul web e abbiamo trovato delle interessanti notizie provenienti direttamente dall’Ufficio di Statistica del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti dalle quali risulta ben altro.

Intanto è necessario prendere in esame le diverse TIPOLOGIE di STRUTTURE considerate dal nostro ministero e cioè se la nostra sia considerata un “Porto Turistico”, un “Approdo Turistico” o un “Punto di Ormeggio”. In Calabria esistono 3570 Posti Barca in Porti turistici, 1386 in Approdi Turistici e 945 in Punti di Ormeggio.

Alla Capitaneria di Porto di Corigliano, nella cui competenza ricade Cassano Ionio, sono accreditati 270 Posti Barca in Porti turistici, 405 in Approdi T. e 32 in Punti d’ormeggio.

Nel Comune di Cassano Ionio (dobbiamo arguire che ci si riferisca ai Laghi di Sibari) sono presenti Zero Posti barca in Porto Turistico, 100 Posti di Approdo T. e Zero posti in Punti di ormeggio.

Ci pare chiaro che i tanto decantati 2400 Posti barca si riferiscono probabilmente a quelli delle darsene private (molte delle quali non più esistenti o inagibili) che non fanno testo per l’utilizzo pubblico.

Oltretutto i Laghi non sono considerati “Porto Turistico” ma semplice “Approdo”.

I nostri amici che ci seguono da più di dieci anni sul nostro sito, capiranno che c’è una grande confusione su cui è necessario fare chiarezza definitivamente ed in modo serio.

Niente più chiacchiere da 30 o 50mila Euro all’anno per togliere la sabbia dal canale d’accesso, ma interventi più seri anche nella stessa organizzazione interna in modo da dare dignità di Porto Turistico a quello che veniva considerato il “fiore all’occhiello” del territorio senza rendersi conto che era ormai appassito ed il vestito su cui era appuntato anch’esso logoro."

Ci auspichiamo che al netto delle diatribe di natura dialettica e becero-politica, si pensi a risolvere la questione alla radice, in caso contrario dovremo assistere allo stillicidio di risorse economiche dei cittadini calabresi tutti per togliere sabbia all'infinito dalla foce di un canale non certo nato per la navigazione.

Aggiungiamo per amore della storia locale che nel XIX sec. su diversi documenti reperiti presso l'archivio della famiglia Serra in Napoli si fa cenno ad un approdo sicuro sulla costa cassanese per il trasporto di prodotti agricoli locali. Quindi esisteva una portualità, magari minore, utilizzata di frequente nel nostro territorio, così come un'altra similare era nella vicina Villapiana (Torre-Cerchiara per la precisione) utilizzata per il trasporto e la distribuzione del sale.

Antonio Michele Cavallaro

 

 

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