Dopo 32 anni l'Agenzia Viaggi Sybaris Tour, che per prima promosse e sviluppò un programma di visite guidate sul territorio, non ha inserito nei suoi itinerari la visita del Museo e dell'area archeologica di Sybaris a causa della mancanza di condizionamento all'interno delle sale espositive e dell'incuria dominante nella zona degli scavi. "Più volte abbiamo esposto il problema a chi di competenza ma la risposta laconica è stata sempre la stessa: mancanza di fondi", questo è quanto ci viene detto dal titolare. Eppure dopo l'alluvione sono stati spesi parecchi milioni di Euro.
Ma c'é anche dell'altro. L'area archeologica, dopo gli interventi di "illustri scienziati" non si può visitare se non con osservazione "panoramica" dall'alto perchè si è pensato bene di scavare al di sotto delle strade turine del IV e V sec. a.C. per creare delle "trincee drenanti" un "innovativo" sistema (secondo loro) di smaltimento delle acque di falda e piovane, non tenendo conto che gli antichi reperti si trovavano già mediamente a 5 m. sotto il livello del mare e che l'area è "malata" di bradisismo, quindi il sistema wellpoint installato 40 e passa anni fa con una serie di pompe idrovore restava al momento il migliore per mantenere gli scavi all'asciutto. La grande idea delle trincee drenanti si è rivelata una colossale sciocchezza, ed ora siamo punto e accapo.
Quando si è trattato di distribuire sub-appalti e sub-sub-appaltini dei circa 20 Milioni che sono stati "allegramente" inghiottiti, a nessuno è venuto in mente di dare un'occhiata più da vicino al cervellotico progetto, ora salta fuori la geniale idea di chiedere l'inserimento di quel sito tra quelli protetti dall'egida di "patrimonio dell'umanità".
E chi ha il coraggio di dire di NO? Certo il nome di SYBARIS, ovunque lo si pronunci, evoca fatti, storie, miti e personaggi di un'epoca straordinaria che ha visto fiorire, nascere e svilupparsi la cultura che ha infuito sull'intero mondo in tutti i suoi aspetti, ma ciò attiene soprattutto alla storia, alla letteratura, alla filosofia e non ad un luogo specifico.
Comunque sia, se dalla richiesta di far divenire l'area archeologica dell'arcaica SYBARIS sito UNESCO scaturisse maggiore attenzione storica e scientifica, magari indagando più approfonditamente sulla individuazione del vero sito dove fu fondata la Sybaris di Is d'Elice, sarebbe un risultato straordinario. Ma restiamo con i piedi per terra e lasciamo i "voli pindarici" a chi lo fa di mestiere, a chi, cioè, trastullandosi con la politica getta in pasto ad un'opinione pubblica stanca e afflitta da ben altri mali a cui non è in grado di porre rimedio, progetti bellissimi, la cui valenza non è in grado né di comprendere e né di appieno valutare. (A.M.Cavallaro)
Intanto prendiamo atto che il sindaco di Cassano si è lagnato dello stato in cui viene tenuta l'area archeologica ed ha diffuso il comunicato che segue:
Il sindaco della Città di Cassano All’Ionio, Gianni Papasso segnala a chi di competenza lo stato di degrado in cui versa il Parco Archeologico dell’antica Sibari, invaso da erbacce che nascondono i resti della Polis e privo di guide turistiche a disposizione dei visitatori, nonchè le criticità sia organizzative per carenza di personale professionalmente abilitato a svolgere il ruolo di guida per illustrare all’utenza la storia del mito di Sibari e i rinvenimenti archeologici frutto di campagne di scavo esposti nelle teche museali, che strutturali, rilevate e denunciate da turisti e visitatori del Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide, privo del funzionamento dell’impianto di climatizzazione degli ambienti. Tale stato di abbandono, permane ancora all’indomani del rilancio della battaglia per il riconoscimento di Sibari nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco, che ha trovato corale comunione d’intenti, ai fini di centrare l’obiettivo, a livello interistituzionale a ogni livello e competenza, ha tenuto a sottolineare, con rammarico, il primo cittadino di Cassano, può indebolire l’istanza, se non addirittura nuocere ai fini di conseguire l’auspicato obiettivo finale. La constatazione di quanto “denunciato” è avvenuta durante un incontro che il sindaco Papasso, ha avuto presso il sito archeologico di Sibari, con Franco Corbelli del Movimento Diritti Civili, che quest’anno festeggia i suoi primi 25 anni di attività, il quale, com’è noto, nei giorni scorsi ha rilanciato, di concerto con l’amministrazione locale, la questione, che ha fatto registrare, tra l’altro, l’adesione della Regione Calabria, con in testa la Governatrice Jole Santelli, di Vittorio Sgarbi, del Vice Ministro ai Beni Culturali, Orrico, della Provincia di Cosenza, con il Presidente Franco Iacucci, della Diocesi di Cassano Jonio, con il Vescovo Savino, delle organizzazioni sindacali, per fare il punto della situazione. Nell’occasione, il sindaco Papasso e Franco Corbelli, hanno ribadito la valenza della proposta dell’inserimento di Sibari, fondata nel 720 a.C., che fu la più ricca, popolosa e potente delle colonie achee nella Magna Grecia, nel Patrimonio Mondiale Unesco, anche in deroga alla cronologia dei siti in lista. Perché Sibari, città simbolo della Magna Grecia, è stato ribadito, già mito nell’antichità per la memoria dei suoi fasti e splendori ha attraversato tutti i tempi. Oggi, la Polis archeologica è inglobata in un grande parco di circa settecento ettari. Gli storici, è stato ricordato, narrano che tra le ragioni del successo erano la liberalità dei Sibariti, soprattutto nel raccogliere nuove genti e nuove idee, nel sintetizzare conoscenze ed esperienze, nello stringere patti e alleanze tra i popoli. Nei prossimi giorni, è stato riferito dal sindaco Papasso, per illustrare le tesi a supporto della richiesta di inserimento di Sibari sotto tutela del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, è previsto un incontro nella Capitale presso il Ministero dei Beni Culturali, al quale parteciperanno anche altri autorevoli sostenitori del progetto.
Lì, 02.09.2020 Il Capo Ufficio Stampa – Mimmo Petroni